Politica
Pluriclasse di Nave, Lucca Futura: “Fondamentale preservare le scuole dei territori periferici”
Lunedì 7 luglio si è concluso il Consiglio Comunale Straordinario convocato dall'opposizione per evitare la pluriclasse a Nave, con una mozione approvata all'unanimità di sostegno alla richiesta dei…

Consiglio comunale aperto di Lucca, scongiurata la formazione di una pluriclasse alla scuola elementare di Nave: “L’offerta educativa deve essere di qualità, ma il problema del calo demografico rimane”
Votazione unanime del consiglio comunale contro la formazione di pluriclassi: scongiurata per il prossimo anno scolastico la formazione di una pluriclasse composta da prima e seconda primaria alla…

Cresce il gradimento di Pardini, che sale al 34. posto in Italia – secondo in Toscana - fra i sindaci di città capoluogo di provincia
Balzo in avanti importante per Mario Pardini, sindaco di Lucca, nella classifica annuale stilata da “Il Sole 24 Ore” sul gradimento dei primi cittadini delle città italiane capoluogo…

Regionali, il centrosinistra della provincia di Lucca compatto nel chiedere il Giani - bis
Noi, sindaci e capigruppo delle forze di centrosinistra e civiche della Valle del Serchio, della Piana di Lucca e della Versilia, esprimiamo con convinzione e unità il nostro…

La strada l'attraverso da solo
Qualche giorno fa un carabiniere viene a essere indagato, nonostante specifica perizia stabilisca che nell’inseguimento di scooterista sottrattosi al controllo non abbia violato alcunché, per non aver osservato…

Chiude la redazione de Il Tirreno a Viareggio: eppure il giornale non andava male
La chiusura della storica redazione viareggina de Il Tirreno non rappresenta solo la perdita di un presidio giornalistico, ma è un colpo inferto alla pluralità dell'informazione e all’identità culturale della nostra città

Ciannruttippall'
Dopo tonnellate di accuse “a prescindere” contro i carabinieri inseguitori, il VAR confermava che non vi fosse stato contatto, e la perizia stabiliva che l’inseguimento fosse stato proceduralmente e praticamente corretto

Consiglio comunale di Lucca: Martorana eletto garante dell’infanzia e dell’adolescenza, Bartolomei garante delle persone con disabilità
Nominati come nuovi garanti dell’infanzia e dell’adolescenza e delle persone con disabilità rispettivamente l’avvocato Marco Martorana e il dottor Salvadore Bartolomei, che hanno avuto anche i voti del Pd e di Lucca Futura sebbene non ci sia stato l’accordo tra maggioranza e opposizione

Mercanti (Pd): “Regione Toscana resta al fianco del settore delle calzature”
"La Toscana sta intervenendo con investimenti e politiche attive per sostenere il comparto moda. Nella nostra regione il settore delle calzature riceve un importante sostegno grazie ai…

Discorsi e ricorsi scomposti
Qualche settimana fa eravamo tutti “Je suis Carlo Legrottaglie”. Nome assurto a qualificare l’atteggiamento di chi, neppure di fronte al rischio estremo, fa finta di non vedere, o perde il momento buono e arriva tardi all’appuntamento col destino

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In tanti e altrettanto arrabbiati e ne hanno tutte le ragioni. Gli abitanti di Antraccoli, in via dei Paladini n° 37, ma anche delle strade limitrofe, il CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) per 40 immigrati richiedenti asilo che la Misericordia di Lucca ha in programma di collocare a casa loro, nella loro corte, non lo vogliono proprio. E’ quanto è emerso nel corso dell’assemblea che si è tenuta, nel pomeriggio di ieri, proprio in via dei Paladini dove Tiziana Bonuccelli, in rappresentanza dei residenti della corte, ha ribadito: “Sono molto contenta della presenza di tutte queste persone, di cui molte, addirittura, non risiedono nel nostro paese, e questo nonostante l’orario ed un tempo inclemente”.
All’incontro è intervenuto anche il sindaco di Lucca Mario Pardini con altri esponenti dell’amministrazione.
“Non è il metraggio della casa che va considerato nell’ottica dell’assegnazione di un tale centro – ha sottolineato, a nome di tutti i cittadini, la sig.ra Tiziana – ma il contesto di dove vorrebbe essere collocato, e questo è da valutare con molta attenzione”. Al primo incontro avvenuto tra la misericordia ed i residenti di via Paladini, il numero di persone che era stato preventivato era molto inferiore a quello che è poi risultato in seguito, circa quaranta persone a fronte di quindici, ma non è solo una questione numerica, chiaramente.
“Solo nel mese di maggio – aggiunge Tiziana – all’incontro col vicario del prefetto, la dott. Cassone è emerso il numero effettivo. A questo punto ho iniziato una raccolta di firme ed ho avuto più di 200 sottoscrizioni. Con queste mi sono recata dal prefetto Giuseppina Scaduto, evidenziando il fatto che un così alto numero di persone di diversa estrazione, sarebbero potuto essere non consono in un conteso come il nostro”. Il sindaco si è detto disponibile a prendersi cura di questa situazione.
Del resto il bando vinto, per l’assegnazione di questo centro, si è basato su di una planimetria ma non è stata considerata, probabilmente, la realtà del contesto.
“La nostra è una corte dove viviamo fortunatamente – conclude Tiziana - a porte aperte ed un flusso così importante di persone, senza fare distinzione di sesso o di razza, porterebbe un grave scompenso non solo nella nostra corte ma in tutto il paese di Antraccoli”.
In conclusione, dopo la riunione di ieri, il sindaco si è congedato con la promessa di fare da portavoce fra l’amministrazione e la prefettura e di invitare il prefetto stesso a visitare la corte per capire le problematiche che una tale decisione potrebbe creare.
“Tengo a precisare – ha concluso Tiziana Bonuccelli – che siamo molto contenti della disponibilità e dell’attenzione da parte del sindaco e di tutta l’amministrazione comunale”.
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Approvato il “Decreto Sicurezza” alla Camera, s’odono alti lai e mi si chiede pure di firmare una petizione da parte dei soliti che, utilizzando il web ove basta un “click” senza pensare troppo, contano di far punteggio facile. Allora, andiamo con ordine.
Se non mi sta bene che costruiscano la TAV, o un’altra grande opera, magari voto contro chi la sostiene, se vedo che chi rappresenta la maggioranza non mi sta a sentire, comunque non vado a tirare sassi alle forze dell’ordine, né li sprango. E neppure blocco una strada che viene percorsa da chi va a lavorare o a curarsi, posando le mie terga sull’asfalto, ancorchè non abbia io alcunchè da fare e potrei mettermi a rompere le balle al prossimo. Per cui che aggravino le pene, non mi interessa.
Non uso cannabis light o pesante, e men che meno oppiacei. Se puniscono chi lo fa la cosa non mi tocca. Son di quelli che ritengono che si comincia così e non si sa dove si vada a finire. Opinabile? Anche l’opposto. Se Pannella e altri potevano dire “spinello libero”, credo d’aver lo stesso diritto anch’io di manifestare idea opposta.
Son cittadino italiano, se vado all’estero e servono passaporto o visto, provvedo, non mi passa per la testa d’andare in modo irregolare in giro per il mondo. Non capisco perché altri possano ritenere di poterlo fare, ma rispetto che lo vogliano fare. Tuttavia non che ritengano pure di avere il diritto d’essere agevolati a viverci, nel Paese ove son ospiti clandestini, dotandosi di telefono o infilandosi nella prima casa vuota che trovano. Facciano almeno a meno dello smartphone. O se lo facciano acquistare dalla solita associazione con avvocato in lista paga per redigere risorsi in ciclostile. Già, perché così andrà a finire, e in barba al decreto: la scheda telefonica l’avranno, intestata ad altri. Come accade oggi per l’auto.
Non mi passa per la testa d’imbrattare opere d’arte, né di macchiare le acque di lagune o fontane. Mi piace fotografarle nei loro colori originari, che se son quelli da secoli ci sarà pure un motivo. Se si sanziona chi lo fa, ancora una volta, non mi tocca per nulla.
Ho casa mia, non mi piace che quando son fuori in vacanza, per lavoro o ricoverato all’ospedale, qualcuno ci si piazzi. Mi son sacrificato e ho una piccola abitazione altrove, ove mi appoggio quando voglio trascorrere qualche giorno al mare, coi parenti, e che mi piace possano usare i miei figli. Siamo una famiglia che da generazioni lavora e si sacrifica per vivere serenamente. Non intendo affittarla, credo di poter essere libero di far ciò, serve a me e ai miei familiari. Per quanto riguarda ospiti indesiderati più o meno stanziali, vale ciò che ho detto per la mia abitazione principale. Le tasse le pago io, le ho acquistate o ristrutturate, preferirei che il genere umano, al riguardo, si facesse gli affari propri come faccio io nei confronti delle proprietà altrui. Se condannano chi occupa abusivamente, non ho paura: non lo faccio.
Insomma. Che libertà offendono queste nuove norme? Quella di farsi i fatti propri alla faccia del prossimo? Quella di sistemarsi in una casa che non si è sudato per acquistare o affittare, in barba alle esigenze del proprietario? Quella d’invadere una casa popolare che lo Stato non ha soldi per rimettere a posto dopo che i precedenti titolari, o occupanti, l’hanno devastata? Perché tale spesso è il motivo delle tante case popolari “non assegnate”. Magari invece di affittargliele sarebbe stato meglio vendergliele, e non le avrebbero distrutte, ma questa è un’altra storia.
Va bene. Liberi di provarci a portare avanti questo discorso, ma libero io non condividendolo, di non firmare.
E soprattutto, libero di non sentirmi offeso nella libertà mia da norme che servono – si auspica – a garantire l’elementare rispetto delle regole.
Una volta si diceva che la libertà di un soggetto terminava ove iniziava quella dell’altro. Oggi sembra valga la legge del più forte, o meglio, di chi strilla più forte.
E ritengo inutili mille distinguo della Salis & Co. sulle case che si possono invadere e quelle che non è opportuno ammettere a tale regime. Siano efficienti gli organi pubblici che devono affidarle, vigilino che non siano occupate, le riparino, e allora magari non ci sarebbe bisogno d’altro, ovvero del qualcuno – saccente – che ci dica quando una norma può essere violata e quando no.
Che poi questa è la cosa che mai comprenderò. Le regole andrebbero rispettate tutte, certe “elasticità” son solo il presupposto per farle saltare tutte.