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Nel 2025 il tennis continua ad attirare milioni di appassionati in tutto il mondo, non solo sugli spalti o davanti alla TV, ma anche nel mondo delle scommesse.
Recentemente, con il rialzo simultaneo dei prezzi di XRP e DOGE, il mercato delle criptovalute ha rapidamente riconquistato popolarità. I dati mostrano che Dogecoin è tornato al livello…
Se si facesse un sondaggio, tra gli italiani, su quanti conoscessero Goffredo Fofi, su quanti lo abbiano letto o su quanti sapessero almeno chi fosse, credo che non si arriverebbe ad una percentuale a doppia cifra!
Le tecnologie impiegate in ogni settore sono sempre più connesse e flessibili. Lo si nota nel mondo dell’intrattenimento digitale, ma in generale nell’intera industria globale dei videogiochi, che registra annualmente…
“Sabato 18, alle ore 20 e 25, in telecronaca diretta da Wembley, Inghilterra-Italia, valevole per la qualificazione alla coppa del mondo; Fantozzi aveva un programma formidabile
Così cantava negli anni ‘70 il simpatico Pippo Franco! Si dovrebbero chiamare Stati Uniti d’America ma, per noi italiani, sono sempre stati semplicemente l’America; sogno, liberatori, alleati, ingombranti,…
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Non sono un giudice di cassazione né sono un costituzionalista; sono solo un “coglione” che ha abbastanza tempo e, quando è stato ratificato dal parlamento il cosiddetto decreto sicurezza, si è preso la briga di andarsi a leggere quei 39 articoli di cui è composta la legge
Maria Teresa Ruta è una conduttrice, una giornalista sportiva e un personaggio televisivo che ha colpito sia per la sua professionalità sia per la sua simpatia, la prima donna a intervistare Diego Armando Maradona.
Maria Teresa Ruta si racconta in questa intervista a La Gazzetta: un rimpianto, tante soddisfazioni, il ricordo di Maradona.
Lei è stata la prima giornalista italiana a intervistare Diego Armando Maradona nel lontano 1986. Che ricordo ne ha?
Intervistare Diego Armando Maradona è stata una scommessa, sono partita per Napoli quando lui doveva inaugurare il campo di calcio del suo compagno Bruscolotti. Mi sono vestita da raccattapalle con una bella tuta del Napoli e mi sono intrufolata nello stadio e ad un certo punto mi sono avvicinata e ho tirato fuori un'arancia per farlo palleggiare con arance e limoni. A quel punto tutti i fotografi si sono fiondati e l'hanno fotografato con me. Il giorno dopo ero sulla Gazzetta dello Sport con la mia bella intervista a Diego. Da lì è nata una bellissima amicizia. Abbiamo, addirittura, lavorato insieme, condotto un programma a Napoli a Canale 34. Ci siamo sempre tanto divertiti, finché lui è stato in Italia poi ci siamo ovviamente persi di vista. Una persona molto generosa, forse troppo!
Parliamo di politica: se dovesse rivolgersi alla presidente Meloni, quali sarebbero le sue priorità?
Le priorità di un governo in Italia restano pressappoco le stesse da anni. Secondo me le principali sono: la sicurezza, la salute e la formazione scolastica! Meloni ha parlato di meritocrazia nel suo programma e, quindi, credo che questa sia la strada vincente. Premiare gli studenti e gli insegnanti e le scuole meritevoli, premiare la ricerca scientifica evitando che importanti cervelli vadano all'estero. Premiare il grande sforzo delle forze dell'ordine aumentando il loro numero e se possibile anche lo stipendio, perché, in fondo, fanno un lavoro veramente molto importante.
Lei ha viaggiato in tutto il mondo, per volontariato e per conoscere nuove etnie. L'esperienza che maggiormente ha colpito il suo cuore?
Ogni volta che viaggio e mi trovo in una comunità per bambini orfani, per donne vittime di violenza o per persone che vengono perseguite per la loro etnia, mi commuovo. Trovo che si possano fare con poco, cose veramente magnifiche. Il ricordo più vivo, però, è di quando sono andata in Brasile a conoscere le due bambine che avevamo adottato a distanza consentendogli, così, di andare a scuola. Arrivati sul posto una terza bambina mi è corsa incontro e ha cominciato a picchiarmi. Ho chiesto a Don Bruno e a suor Maria Concetta come mai questa bambina si comportava così. Abbiamo scoperto che era gelosa del fatto che era stata scelta la sorella maggiore, in quanto la famiglia aveva stabilito così. Lei, però, si sentiva molto più brava, più pronta e intelligente e avrebbe voluto che quel privilegio fosse suo. Ovviamente, da quel momento anche lei ha potuto frequentare la scuola grazie a noi.
Parliamo di lotta contro la mafia: l'arresto di Matteo Messina Denaro e della sorella?
Come dicevo prima, nel nostro paese c'è un forte bisogno di giustizia e, soprattutto, di sveltirne la burocrazia e imporre la certezza della pena. Ovviamente la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata sono sempre una priorità italiana, ma la crescente microcriminalità e il fatto di non poter controllare tutto il territorio rappresentano una emergenza assoluta. La difficoltà nel rimpatriare le persone che hanno commesso gravi reati, non ultimo il grosso problema del sovraffollamento delle carceri, fa sì che il sentimento che pervade la gente comune sia quello della paura che molti crimini restino impuniti. Così, sono sempre di più le persone che, per un motivo o per l'altro, pensano che avere un'arma in casa sia d'aiuto, ma purtroppo questo non fa che complicare la situazione.
Il suo più grande rimpianto?
Il mio più grande rimpianto è sicuramente non aver fatto più figli, mi sembra però che mi siano venuti benissimo. Gianamedeo e Guenda sono due stelle stupende. Il mio fidanzato Roberto è padre di Manuel, un bravissimo ragazzo. in due abbiamo tre figli straordinari. Rimane il rimpianto di non aver figli assieme.
Una cosa mai detta che vorrebbe raccontarci in esclusiva?
Vorrei aggiungere una cosa molto importante. Durante la mia partecipazione a Pechino Express abbiamo regalato cinque macchine da cucire in Tanzania per dare la possibilità ad una piccola comunità di donne di lavorare e realizzare dei vestiti per bambini così da poter mantenere un asilo. Sono tornata dopo due anni per far vedere a Roberto i luoghi che avevamo percorso in Tanzania e l'anno scorso sono tornata in Marocco proprio per ringraziare le tantissime persone che mi hanno sostenuto. Ecco, ho trovato gente veramente straordinaria. E in quell'occasione abbiamo portato in Tanzania, Roberto ed io, altre dodici macchine da cucire. Il tutto in un'altra realtà sempre di donne che così avranno la possibilità di lavorare. Ho, poi, voluto vedere che cosa avevano realizzato le signore di Pechino Espress a cui abbiamo regalato le macchine da cucire. Avevano fatto dei vestiti bellissimi, l'asilo si era ingrandito, i bambini da 21 erano diventati più di cinquanta. Mi rendo conto che abbiamo fatto delle cose stupende e commoventi.
Matteo Bassetti è nato a Genova, nel 1970. Direttore della clinica Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, è stato più volte al centro dell'attenzione mediatica per le sue dichiarazioni sul Covid e sui vaccini.
Tre anni dal primo caso di Covid, dall'inizio a oggi quanti passi importanti sono stati fatti?
Dal primo caso di Covid sono passati tre anni nel corso dei quali abbiamo assistito a diversi risvolti, sia in senso positivo che negativo. Sicuramente di positivo c'è stata, nel giugno 2020, l'approvazione dell'antivirale Remdesivir, farmaco che ancora oggi viene utilizzato. Inoltre la somministrazione dei vaccini ha permesso di ridurre in maniera significativa la mortalità. Abbiamo fatto anche molti passi avanti con l'utilizzo di farmaci antinfiammatori che ci hanno permesso di curare tanti pazienti senza arrivare all'ospedalizzazione. Purtroppo, però, a distanza di tre anni, c'è ancora qualcuno che mette in discussione molte dinamiche, affermando addirittura che il Covid non esiste così denigrando lo straordinario lavoro della scienza. Fortunatamente la maggioranza dei cittadini si è affidata proprio alla scienza, che ha permesso loro di tornare a una vita normale.
Secondo lei perché si è fatto tanto allarmismo sui vaccini?
La disinformazione sui vaccini è legata a una questione di comprensione. Molti hanno capito immediatamente, per alcuni c'è voluto tempo e una piccola parte non ha voluto comprendere. Solo attraverso il progresso medico-scientifico si può vincere. Sono state accusate la grandi case farmaceutiche e multinazionali con la teoria della globalizzazione. Questo è un atteggiamento ottuso che crea una cattiva informazione sui vaccini. Per fortuna, se guardiamo i dati 2021, il Covid ha colpito solo una piccola parte della popolazione, perché il 95 per cento del italiani si è vaccinato. Vergognoso chi ha minacciato e insultato i medici e le proprie famiglie e voglio cancellare questo brutto ricordo, mentre conserverò il risvolto positivo di chi si è vaccinato e si è affidato alla scienza .
Lei ha fatto diverse denunce a seguito di minacce, alcune anche molto pesanti. Ha avuto risposte dalla giustizia?
Ho presentato varie denunce, sia penali sia civili alla procura della repubblica. Ho avuto delle straordinarie risposte da parte della magistratura e mi hanno ascoltato. La Digos e i carabinieri hanno fatto indagini in questi in questi mesi. Credo che il più bello debba ancora venire nel senso che saranno celebrati entro brevissimo tempo processi per i vari reati, minacce, stalking e istigazione a delinquere. Hanno fatto del male alla mia famiglia e ai miei collaboratori. Sono un cattolico, ma in questo caso mi spiace, non accetterò nessun tipo di scusa o perdono. Per me questa gente non esiste, quindi devono sapere che troveranno di fronte a loro un osso veramente molto duro. Non ritirerò neanche una denuncia.
Parliamo di politica: quali sono le misure più urgenti che dovrebbero prendere il ministro Schillaci e il governo?
Io credo che per quanto riguarda il ministro Schillaci, egli stia dimostrando in questi primi mesi al governo di essere la persona giusta al posto giusto. Non ha ancora sbagliato un colpo, ha preso decisioni tutte molto condivisibili, dimostrato buon senso passando dal bollettino giornaliero a quello settimanale, ridotto la quarantena obbligatoria che probabilmente a breve sarà sospesa, investito nella lotta ai batteri resistenti agli antibiotici. Il sistema di oggi non permette di creare medici del futuro. Bisognerebbe rivedere il test d'ingresso alla facoltà di medicina semplificandolo o si potrebbe pensare, addirittura, di eliminarlo . Ci vogliono investimenti nel sistema sanitario nazionale perché così com'è si rischia di aggiungere problemi a quelli già esistenti. È chiaro che la colpa non è di questo governo, ma di quelli che lo hanno preceduto.
Parliamo di prevenzione medica: nelle scuole, per ragazzi e famiglie è importante?
La parola che deve diventare come un mantra per le nuove generazioni è prevenzione. Quest'ultima deve essere rivolta verso i tumori, le malattie cardiovascolari, infettive e metaboliche. Dobbiamo fare capire ai nostri giovani che prevenire è molto meglio di curare. E allora se si vuole evitare di diventare grassi o obesi, lo si deve fare evitando di mangiare alcuni cibi come le merendine, di bere birre o bevande zuccherate, così come è giusto fare gli screening oncologici. Tutto ciò permetterebbe, non dico di arrivare all'immortalità, perché è impossibile, ma sicuramente di vivere meglio e più a lungo.
Lei da padre quali insegnamenti ha trasmesso ai suoi figli?
Ai miei figli ho trasmesso alcuni insegnamenti e spero che ne faranno tesoro. Nulla arriva per caso, dietro qualsiasi successo professionale, sportivo, sociale e culturale, ci sono lavoro e studio. Se si applicheranno - perché siamo in una società che ancora premia il merito - e saranno qualitativamente preparati, potranno specializzarsi in qualcosa di unico e farlo bene. Ai miei figli voglio inviare questo pensiero: studiare e crescere nella tradizione, non lo studio breve fatto sulla rete, ma quello sui libri dove ci si spezzava la schiena.