Un episodio di cura e dedizione quotidiana è diventato, a Porcari, simbolo di scuola che funziona e di comunità educante. Nei giorni scorsi i genitori di Chiara, studentessa della 1D della scuola Enrico Pea, hanno inviato una lettera di ringraziamento al dirigente scolastico Antonio Marchetta per esprimere la loro riconoscenza verso tutto il personale scolastico dopo che la figlia ha dovuto affrontare un mese di lezioni con la gamba destra ingessata a causa di un infortunio.
Nel messaggio i genitori hanno voluto sottolineare l'impegno delle collaboratrici scolastiche Donatella, Michela, Silvia e Antonella, descritte come "sempre presenti, puntuali, molto pazienti e degne di lode". Parole di gratitudine sono state rivolte anche ai docenti e, in particolare, alla professoressa Menicucci, che ha saputo coinvolgere Chiara e i suoi compagni in gruppi di aiuto: un modo per trasformare la momentanea difficoltà in un'occasione di crescita e cooperazione.
"Nella sfortuna della vicenda – hanno scritto i genitori – si è tratto un bell'insegnamento: l'aiuto reciproco. In questo mondo un po' svasato, crediamo sia importante valorizzare chi ogni giorno aiuta noi genitori nella cura e nella formazione dei nostri figli".
Una testimonianza che ha colpito anche l'amministrazione comunale di Porcari. "Una lettera come quella scritta dai genitori di Chiara – ha detto il sindaco, Leonardo Fornaciari – racconta la qualità umana e professionale della nostra scuola, fatta di persone che, oltre alle competenze, mettono ogni giorno cuore e attenzione nei confronti dei ragazzi e delle ragazze. È questa la scuola di Porcari: quella che educa anche attraverso l'esempio, motivo di orgoglio per tutta la comunità. Ed è anche una pagina di scuola che ribalta gli stereotipi e testimonia quanto i ragazzi, se messi nelle condizioni giuste, siano capaci di gesti autentici e profondamente umani".
Sulla stessa linea l'assessora alla scuola, Madalina Golea: "Il gesto di questi genitori ricorda a tutti noi quanto sia prezioso il lavoro quotidiano del personale scolastico, spesso silenzioso ma fondamentale. È bello vedere che attorno ai nostri studenti si costruisce una rete fatta di sensibilità, collaborazione e umanità. E colpisce anche la maturità dei ragazzi, capaci di trasformare un momento difficile in un'esperienza di condivisione e vicinanza: un segno tangibile che le nuove generazioni hanno dentro di sé un grande senso di comunità. Gli adolescenti, spesso etichettati come distratti o egoisti, hanno saputo mostrare empatia, attenzione e solidarietà concreta".



