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   Anno XI 
Sabato 6 Settembre 2025
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Scritto da Redazione
Cultura
04 Aprile 2024

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Il desiderio di scoprire, il gusto di raccontare, la voglia di emozionare. Questo il percorso che viene proposto attraverso la narrazione di vita e lavori di uomini e donne del nostro territorio nella mostra fotografica "Vissi d'Arte" di Dantès (Dante Luci) che ha aperto i battenti oggi (4 aprile) nei locali dell'Antica Armeria di Palazzo Ducale, a Lucca. In occasione del taglio del nastro erano presenti il presidente della Provincia Luca Menesini, l'autore e i rappresentanti degli enti e dei soggetti che hanno sostenuto l'iniziativa tra cui Angelo Frati del Museo del Castagno di Colognora di Pescaglia.
La rassegna – che sarà aperta ad ingresso libero fino al 12 maggio - rappresenta l'Opera omnia del fotografo Dantés per iniziativa della Provincia di Lucca e dell'associazione cultura di promozione sociale "Museo del Castagno" di Colognora di Pescaglia, con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca e il patrocinio della Regione Toscana.
A Palazzo Ducale sono esposte 100 fotografie fine-art in bianco e nero, stampate in grande formato, delle quali 40 inedite. Un lavoro che ha richiesto anni di ricerca; una sorta di viaggio fotografico, alla scoperta di arti e professioni che vedono impegnate grandi persone, Maestri indiscussi della propria arte.
Sono i loro occhi e il loro sguardo, è la frenesia delle loro mani - spesso immortalate volutamente in movimento dalla macchina del fotografo - a dominare molti degli scatti: mani candide e leggere, contrapposte a quelle vissute e scolpite dal tempo, ma tutte accomunate dalla perfezione di un gesto compiuto migliaia di volte.
Ed ecco che il reportage fotografico diventa un dialogo intimo e silenzioso tra fotografo e Maestro, un racconto antropologico in bianco e nero diretto e coinvolgente, che consente all'osservatore di immergersi in ambienti reali, autentici e ricchi di dettagli; e di ritrovarsi faccia a faccia con palcoscenici e piazze, laboratori e officine, botteghe e manifatture, campi e valli, darsene e cantieri.
La fotografia nuda, viva, tangibile.
"Non so se con questo reportage sono riuscito a trasmettere le stesse sensazioni che ho provato io, nel trovarmi in quei luoghi che oserei chiamare 'sacri' – commenta Dantès - con quelle persone straordinarie, resterà comunque la consapevolezza di aver fissato nel tempo, uno scorcio del XXI secolo, con profonde radici nel passato. Un documento per le nuove generazioni, perché fotografare le tradizioni è l'unico modo per preservarne la memoria".
Le foto esposte sono accompagnate da un'adeguata didascalia, in italiano ed inglese, che ne spiega il contesto storico-culturale.
La mostra sarà aperta – ad ingresso libero - dal 4 aprile al 12 maggio 2024 compreso, a Palazzo Ducale di Lucca - sala dell'Antica Armeria - cui si accede da Piazza Napoleone o dal Cortile degli Svizzeri in pieno centro storico.
I giorni di apertura sono il lunedì, mercoledì e venerdì con orario 8- 13; il martedì e il giovedì in orario 8-13 e 14-17; il sabato e la domenica in orario 10-12.30 e 15-18.30.
I locali sono accessibili e visitabili anche a persone con capacità motorie o sensoriali ridotte.
E' anche disponibile nella sala espositiva, una sala convegno con la proiezione in loop del lavoro completo ed il suo backstage, con divertenti curiosità.
Dantès (Dante Luci) è un fotografo lucchese autore di mostre fotografiche e pubblicazioni come "Vissi d'Arte", "L'Occhio del Tempo", "Gli ultimi Pescatori", "Wabi Sabi", "Regeneration", nonché di importanti reportage e collaborazioni editoriali e artistiche con Alberto Angela, Hahnemühle, Mondadori, Rizzoli, Focus, LuccaCrea e molti altri. Da qualche anno si dedica quasi esclusivamente al reportage inteso come narrazione visiva, prevalentemente in bianco e nero, sviluppando temi a lui cari e mantenendo alcune collaborazioni editoriali ed artistiche di particolare rilievo come con la prestigiosa Hahnemühle con cui ha stipulato una "Artistic Partnership". Sue fotografie sono state esposte al recente Photopia 2023 di Amburgo nello stand Hahnemühle accanto a nomi prestigiosi della fotografia mondiale.
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