Anno XI 
Sabato 8 Novembre 2025

Scritto da Redazione
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08 Novembre 2025

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Sarà presentato mercoledì 12 novembre il nuovo libro di Marco Puccinelli «Lucca. Il mondo di una città». L’appuntamento per le ore 17,30 nell’auditorium “Vincenzo Da Massa Carrara” della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in via San Micheletto 3.

Il bel volume di oltre 250 pagine, edito dalla società “PubliEd” di Romano Citti, presenta 250 fotografie in bianco e nero dopo i contributi introduttivi delle professoresse Maria Pia Frigerio e Daniela Marcheschi.

Dopo i saluti istituzionali nell’incontro di mercoledì interverranno, per presentare l’opera, Paolo Emilio Antognoli, storico dell’arte che vive tra Lucca e Bruxelles e che si occupa dei territori di confine fra arte, letteratura, fotografia, design, architettura e movimenti storico-culturali post-1968, e Agnese Ghezzi, ricercatrice in storia contemporanea dell’Università di Bolzano e professionista del patrimonio culturale che attualmente lavora sulla storia e le pratiche degli archivi fotografici e delle collezioni museali.

Marco Puccinelli vive a Lucca e da sempre si è interessato di fotografia. Dopo la laurea in architettura, ha continuato a seguire la sua vocazione fotografica coniugandola con l'attività professionale come architetto e poi, per molti anni, come insegnante di Storia dell'arte. Tra i riconoscimenti che ricorda più volentieri c'è il progetto fotografico per il calendario 1991 della Cassa di Risparmio di Lucca con le immagini delle mura nei diversi mesi dell'anno. Altri riconoscimenti: menzione onorevole al Nikon Photo Contest 1977-1978 e la pubblicazione sul catalogo di un lavoro presentato all'Arteder82 a Bilbao. Ha partecipato a mostre a Livorno e Firenze.

Nell'ambito della rassegna Lucca Underground Festival ha presentato i seguenti reportages: La via della seta e le steppe dell'Asia centrale (2015); Alla scoperta della civiltà persiana (2016); Quattro passi tra le nuvole (2017) (impressioni di un viaggio in Ladakh); Siberia, alla ricerca dell'infinito (2019) e Algeria, la porta dell'Africa (2023). Ha partecipato alle iniziative dell'Istituto Storico Lucchese, sezione Auser Sesto, collaborando al catalogo e alla mostra L'Etiopia sulle orme di Carlo Piaggia nel 2017 e ha curato il catalogo e la mostra I Tuareg del Niger nel 2018, entrambe svoltesi al Museo Athena di Capannori. Nel settembre 2020 ha allestito insieme a Mons. Mauro Lucchesi, nella chiesa di San Cristoforo, la mostra La Luminara di Santa Croce nel tempo. La mostra, integrata da nuove immagini, è stata riproposta nel settembre 2025 in Palazzo Guinigi. Nel 2021 ha pubblicato insieme a Umberto Palagi il volume La Luminara di Santa Croce nel tempo; la seconda edizione, ampliata, è stata presentata nel settembre 2025. Nel dicembre 2021 ha allestito la mostra Ali ha gli occhi azzurri - I Tuareg del Niger suddivisa in due sezioni. La prima, Alla scoperta del mondo Tuareg, nella chiesa di San Cristoforo a Lucca; la seconda, Il festival Tuareg di Iferouane, presso il Museo Athena a Capannori. Nell'estate scorsa ha allestito la mostra Tra gli uomini velati - Il festival Tuareg di Iferouane presso il castello della porta San Pietro, sulle Mura di Lucca.

Puccinelli dichiara di prediligere le fotografie in bianco e nero perché gli consentono di cogliere l’intrinseca geometria della realtà e perché, come quasi tutti i fotografi, è nato col bianco e nero che ha progressivamente abbandonato. La riscoperta del bianco e nero è avvenuta in seguito, nel 2021, quando stava lavorando al volume La Luminara di Santa Croce nel tempo e l'uso di un programma specifico per il bianco e nero, di cui aveva avuto informazioni quasi casualmente, utilizzato agli inizi per elaborare vecchie diapositive da inserire nel volume, gli ha rivelato la possibilità di ottenere immagini come sempre aveva desiderato, ma che prima non era riuscito a realizzare.

Nel testo della professoressa Frigerio emerge tra l’altro il pensiero di Puccinelli circa la fotografia digitale. «Non bisogna scordare – ha detto – che uno dei problemi della fotografia analogica era l'uso dei rullini, assai costosi; era necessario 'centellinare' gli scatti perché nei viaggi c'era il terrore di rimanerne senza ed era anche necessario munirsi di una scorta adeguata di pellicole di sensibilità diversa per affrontare le varie situazioni di illuminazione; problema che per fortuna col digitale è scomparso. Sì, decisamente amo il digitale e penso che sia una forma di snobismo rimpiangere la vecchia pellicola».

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