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Casinò digitali sempre più popolari: +31% di iscrizioni nel 2025
Il comparto del gioco online continua a registrare una crescita marcata a livello globale, con i casinò digitali che si confermano tra i segmenti più dinamici del settore

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Lucca dietro le mura: segreti, fantasmi e colpi di scena
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Sport notturni: cosa si nasconde dietro la febbre delle attività dopo il tramonto
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De Bruyne Tentato dal Trasferimento al Napoli tra le Voci di un Addio dalla Premier League
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera alla città dei preti e diaconi delle comunità che formano la chiesa nella città di Lucca in occasione della prima domenica di Avvento:
Lettera alla città
"Cari sorelle e fratelli,
cominciamo oggi questo dialogo settimanale con voi, donne e uomini, e discepoli del Signore, che vivete a Lucca: vorrebbe essere un piccolo segno di consolazione e di speranza in questo tempo di prova, di sconvolgimento, ma anche di nuove possibilità che si aprono. Il nostro Vescovo Paolo ci ha scritto una lettera per questo tempo proprio sulla speranza e ogni volta vorremmo sottolinearne un contenuto.
“Siamo tutti sulla stessa barca”, e nessuno di noi sa cosa sia meglio fare in situazioni inedite e spiazzanti. Questa seconda ondata dell’epidemia ci trova più stanchi e anche un po' arrabbiati, ma sappiamo che molto dipende dalla nostra responsabilità e dal nostro stile di vita. Il tempo di Avvento che si apre oggi in preparazione al Natale, ci offre l’opportunità di riscoprire alcuni atteggiamenti fondamentali per vivere questa emergenza.
Il primo è la sobrietà. Non si può fare tutto come prima, ognuno bisogna che rinunci a qualcosa, senza aspettare sempre le disposizioni delle Istituzioni. Abbiamo bisogno di un’intelligenza civica, di sapersi autoregolamentare e fermarci prima che ce lo dicano. Stiamo imparando da questo tempo a volerci bene a distanza; perché l’amore è cosa del cuore, che accorcia le distanze quando sono necessarie per la salute e il bene di tutti, che sa rinunciare a beni che ci sembrano essenziali. “Per Natale non chiediamoci cosa comprare, ma cosa donare”, dice papa Francesco.
Il secondo è l’intimità. Siamo ritornati a vivere di più in famiglia, a relazioni non massificate, a rinunciare ad eventi. In questo clima possono crescere i beni interiori del silenzio, carico di domande e invocazioni, e dell’ascolto di parole strozzate dalla paura e dal dolore, ma anche di una “Parola altra” che tutte accoglie e a tutte dà una luce. Si impara così ad essere una Chiesa inclusiva, che parla diversi linguaggi espressivi attraverso i quali passa l’amore di Dio. E il primo è sempre l’accoglienza e il prendersi cura dei poveri, e la tutela dei più fragili.
Infine c’è un atteggiamento che ci viene dal Vangelo di questa prima domenica d’Avvento: la vigilanza. Il Signore venuto nel nascondimento tornerà nella gloria, ma ci chiede intanto di essere svegli ad ogni ora di questa notte che non sembra finire mai. Viene anche in questo tempo drammatico per scuoterci dal nostro torpore. Nella Bibbia c’è una figura che combatte col sonno dell’indifferenza e di consuetudini ormai svuotate di senso. È la sentinella che nella notte scruta l’orizzonte nell’attesa del “sole che non tramonta”, che nutre la nostra speranza.
La nostra Città ha bisogno di questo supplemento di fiducia, che può anche fare a meno di qualcosa per il bene di tutti. Il consumo fa girare il mercato, l’indebitamento lo rallenta, forse ci potrebbe essere un modo di pensare anche alla nostra economia che ci viene insegnato da chi ha meno e vive lo stesso. Queste quattro settimane potrebbero essere una palestra di essenzialità nella quale mi esercito a vivere con meno e a donare di cuore.
Il Signore Gesù, “Colui che viene”, ha rinunciato alle sue prerogative divine per seminare in noi il germe dell’eternità e darci la dignità di figli. La sentinella sa che la notte è avanzata e il giorno si avvicina per un popolo che non fa rumore, ma cresce in questa città ogni volta che decide di “aprire a chi sta alla porta e bussa”.
Date per noi un bacio ai vostri bambini, una carezza agli anziani e agli ammalati, a tutti voi quello santo della pace. A presto".
I preti e i diaconi della Chiesa nella Città di Lucca
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I litigi di questi giorni avvenuti tra clienti di alcuni prestigiosi supermercati della provincia di Lucca e tra addetti alle procedure anticovid non nascono da una maleducazione degli operatori oppure da una suscettibilità dei clienti. Ma è l'evidente malfunzionamento di un meccanismo aziendale.
La logica per cui retribuire un addetto a 3,50 euro l'ora con un contratto a scadenza in pochi giorni, dove l'addetto proviene da un'approssimativa selezione che soddisfi solo il requisito di essere disoccupato, fornisce un servizio inadatto a certe necessità aziendali così particolarmente delicate.
Anche se quasi sempre tale organico rappresenta un indotto esterno all'azienda commerciale, la decisione finale sull'utilizzo di tale indotto è comunque riconducibile unicamente all'azienda di cui ne fa effettivo uso. Certi servizi, spesso (in)definiti di portierato, possono essere utili solo in condizioni in cui non vi sia una necessità di sicurezza o di tutela di immobili, mobili e figuriamoci di salute pubblica.
Traslare forzatamente una funzione di portierato, appena sufficiente ad essere applicata in contesti di cantieri o di stoccaggio aziendale, in un ambiente di natura completamente diversa come la gestione ed il controllo della cittadinanza, è palesemente improprio e offensivo.
Offensivo per altri comparti professionali di sicurezza privata. Vi sarebbero soluzioni immediate ed a livello ottimale per tali attività commerciali, se solo si applicasse una logica di qualità aziendale. Ovvero utilizzare del personale preparato e formato, come lo sono le Guardie Giurate (per obbligo formativo e titoli di abilitazione).
Chiaramente è una politica aziendale che costa più del doppio rispetto all'utilizzo "usa e getta" di un addetto con contratto a chiamata. Ma ciò risolverebbe a monte un'operatività che richiede conoscenza di un servizio pubblico, competenza nella gestione di situazioni delicate di sicurezza, disponibilità ad un dialogo e consapevolezza del proprio ruolo. In una parola: professionalità.
Insistere invece sul "piano b" del servizio alla clientela, dunque quello decisamente più economico, può giovare ai semestri di bilancio aziendale, ma di sicuro corrode l'immagine storica di un'azienda commerciale. La quale non è più chiaro se davvero aspira alla qualità oppure "è solo chiacchiere e distintivo", per l'appunto.