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Inizierà da oggi una rubrica che affronterà le conseguenze fiscali e le “agevolazioni”, relative all’emergenza cornavirus, a cui dovrebbero aver diritto i cittadini con particolare riguardo al popolo delle partita Iva. L’intento è quello di interpretare al meglio il D.L. 17 marzo 2020 n. 18.
Agli annunci ed ai proclami fatti in televisione da Ministri e Presidenti, purtroppo quello che è il risultato di un’attenta lettura del D.L. ci dice cose ben diverse e, siccome non siamo stupidi, dobbiamo riportare esattamente ciò che prevede la norma. Si tratta di un decreto che oserei definire “divisivo”; mette datori di lavoro contro lavoratori, artigiani e commercianti gli uni contro gli altri e liberi professionisti abbandonati a loro stessi.
O i nostri governanti saranno capaci di farci dare delle risorse non a debito, ma a FONDO PERDUTO dall’Unione Europea e a procedere con un intervento choc in cui tutti non perderanno reddito e non perderanno il posto di lavoro oppure non ne usciremo e la gran parte delle attività non riapriranno per divieti legislativi, ma non riapriranno perché non avranno le risorse per riaprire.
Fatta questa premessa che è anche uno sfogo personale dettato, però, non dalla drammaticità del momento, ma dalla consapevolezza che la situazione era già molto complessa anche prima del virus, l’argomento affrontato è il tanto declamato indennizzo di €. 600,00 una tantum e al momento solo per il mese di marzo, alle partite Iva.
Intanto riguarda i lavoratori autonomi iscritti all’INPS (artigiani, commercianti, gestione separata, agricoli) che non abbiano altra contribuzione ovvero no pensionati e no (ad oggi) agenti di commercio in quanto iscritti anche alla gestione enasarco. Non riguarda tutti i liberi professionisti iscritti alle Casse di Previdenza private in quanto non iscritti all’INPS (no geometri, ingegneri, architetti, commercialisti, medici ecc.); non ci rientrano artigiani e commercianti soci di società (snc, sas, srl e collaboratori di impresa familiare) in quanto sono si iscritti all’INPS, ma non sotto forma di titolari di partita iva “diretti”. E la lista dei casi è praticamente infinita.
Il soggetto preposto all’erogazione del contributo una tantum (si sta parlando di 600 euro...) è l’INPS che ha già fatto sapere che trattandosi di risorse insufficienti dovrà stabilire un criterio per distribuire tali indennizzi, quindi molto probabilmente verrà organizzato un click day. Non solo requisiti rigidi da rispettare e casistiche specifiche ma anche priorità a chi arriva prima… credo non ci sia altro da aggiungere.
Alla prossima puntata
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento-appello del prinmo cittadino di Capannori rivolto ai suoi concittadini:
Cari cittadini, care cittadine,
bisogna fare chiarezza sulla situazione legata al Coronavirus, sennò finisce che si esasperano gli animi e poi non si arriva all'obiettivo di ridurre i contagi da Covid-19.
Allora: il picco di contagi non è stato ancora raggiunto né in Italia, né in Toscana.
Cosa vuol dire? Che in questi giorni avremo sempre più tamponi con esito positivo.
E voi direte "ma perché se sono chiuso in casa?": la risposta è perché siamo chiusi in casa dal 12 marzo (a parte i pochi che hanno iniziato prima), ovvero solo da 8 giorni.
I tamponi positivi di oggi provengono dalle tante relazioni sociali che le persone hanno avuto nelle scorse settimane, giorni di febbraio inclusi. Vi ricordo che il virus ha un'incubazione di 14 giorni e i tamponi non vengono fatti appena uno ha una febbretta. Quindi oggi abbiamo tamponi positivi di persone che magari sono in casa con febbre già da una settimana.
Gli effetti dell'ultimo decreto del Governo - cioè di quello che ha chiuso bar e ristoranti - e che ha detto che si può uscire solo per 3 motivi (lavoro, salute e comprovata necessità) si vedranno a fine marzo.
Ed è anche il motivo per cui c'è da aspettarsi a giorni un nuovo decreto che proroga i divieti oggi in vigore (e se le trasgressioni continueranno a essere numerose, pure inaspriti).
Per cui non pensiamo che quello che stiamo facendo adesso non serve, perché serve. È l'unico modo per contrastare il virus: stare a casa e azzerare totalmente le relazioni con gli altri (fisiche, potete invece videochiamarvi a gogo).
È fondamentale rispettare le regole. Questa settimana e le prossime saranno decisive.
C'è bisogno del contributo di tutti. Facciamolo per noi stessi, per le persone a cui teniamo. Per i nostri figli, che hanno diritto a tornare a giocare con gli altri bambini. Per i nostri nonni, che ci danno sempre un aiuto prezioso.
Facciamolo perché ogni vita ha valore, perché siamo un grande Paese e perché vogliamo tornare a vivere.
Per tornare a vivere domani, oggi dobbiamo rinunciare.
Lo stiamo facendo tutti, nessuno di noi è solo.
Insieme possiamo farcela.