Politica
Terra in pace
"Pace in Terra è il titolo dell'enciclica firmata, nell'aprile del 1963, da Giovanni XXIII, un Papa che, a dispetto del suo pur breve pontificato, ha lasciato in eredità alla Chiesa il Concilio Vaticano II, oltre ad un opera pastorale e dottrinaria che ha avuto, in seguito, pochissimi emuli

Ho Ci Min… il nuovo
Nel maggio del 1968 prese vita, per poi dilagare in tutto il mondo, quella che è passata alla storia come la "contestazione studentesca"

Gabbiano maltrattato sul Serchio da 5 marocchini, la condanna dell'assessore comunale Consani
"Le immagini e i racconti relativi al grave episodio di maltrattamento avvenuto lo scorso 17 giugno lungo il fiume Serchio hanno profondamente scosso la nostra comunità e…

Il cordoglio di Mario Pardini per la scomparsa di Fulvio Mandriota
Ecco le parole di cordoglio del sindaco di Lucca Mario Pardini dopo aver appreso della morte di Fulvio Mandriota: A nome mio personale e dell’amministrazione comunale di Lucca, esprimo…

Il generale che parla alla gente: Roberto Vannacci conquista il pubblico e riempie la sala ad Aosta
Presso la prestigiosa sala convegni dell’Hostellerie Du Cheval Blanc di Aosta, si è svolto un incontro di grande rilevanza organizzato dalla Lega Vallese d’Aosta. Ospite d’onore il generale…

Sinistra con: si apre una nuova stagione di impegno politico e culturale
Con la recente assemblea straordinaria che ha modificato lo statuto, Sinistra con apre una nuova stagione di impegno sul territorio a conclusione di un percorso di approfondimento, riflessione…

Gerusalemme, i missili dei tagliagole dell'Iran non piegano la voglia di vivere di un popolo
Una nostra collega e amica residente in Israele e, nella fattispecie, nella capitale dello stato ebraico, sta passeggiando per le strade nonostante la guerra imperversi con lanci di missili provenienti dall'Iran degli Ayatollah, il paese dove la libertà non esiste

Cucchi-Ter
Bombe più o meno intelligenti in Europa e Medio Oriente hanno coperto mediaticamente un altro atto della “saga Cucchi”, a detrimento della visibilità della senatrice Ilaria, che peraltro sui social s’è mossa come sempre

Gruppi di opposizione del centrosinistra: "Chiediamo consiglio straordinario su situazione scolastica per l'anno 2025/2026"
"Il problema della riduzione delle classi sta peggiorando una situazione di molte famiglie e dei paesi, per cui ne discuteremo in un Consiglio Straordinario, partendo dal caso…

La violenza… rivoluzionaria
"La guerra, ovvero la violenza rivoluzionaria, è la levatrice della Storia, la chiave di volta per determinare radicali cambiamenti politici economici e sociali". Così argomentava Karl Marx

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Molto meglio di tante telenovelas il serrato succedersi d’idiozie da parte di commentatori schierati a prescindere, su questa vicenda Rami. In particolare sono esterrefatto delle capacità logico-dialettiche dimostrate il 17 gennaio con Del Debbio dal dr. Matteo Pucciarelli, l’uomo di “La Repubblica” che ha costruito il mito-Vannacci, ma anche da quelle di altri esponenti di questa mirabile scuola di pensiero.
Le immagini ci dicono che i carabinieri cercano di soccorrere il Rami agonizzante? Non rileva, prima hanno fatto di tutto per ammazzarlo.
Ma non c’è una frase che lo dimostri, fra quelle registrate! Fa nulla, forse le pensavano. E comunque è morto un ragazzo.
Qualcuno spiega che l’inseguimento, per legge, doveva essere condotto obbligatoriamente? È morto un ragazzo, cosa che “cambia tutto”. E un ragazzo ha il diritto di cazzeggiare. Al proposito abbiamo scoperto – dopo il diritto all’eleganza – altro cardine della libertà, che dovrà essere inserito nella Carta dei Diritti dell’Uomo.
I carabinieri non potevano sapere se chi fuggiva l’avesse fatto solo perché privo di patente, o perché avesse commesso un grave reato? Fa nulla, poiché poteva essere una bazzecola, nel dubbio, non si doveva inseguire.
Ma i carabinieri non potevano sapere che il fuggitivo fosse un ragazzo! Fa nulla, anche se fosse stato un quarantenne non andava inseguito per non rischiare d’ucciderlo.
Non si vede da nessuna parte uno speronamento volontario da parte dei carabinieri? Fa nulla, doloso o colposo lo speronamento c’è stato (perché poi, se la perizia dei VVU lo esclude?) e quindi non bisognava inseguire.
Insomma, riassumendo la logica alla base delle tesi colpevoliste – a carico dei carabinieri, ça va sans dire – del connubio maranza-cronisti di sinistra, viene fuori quanto segue:
poiché un inseguimento potrebbe concludersi con la morte dell’inseguito, allora non lo si pone in essere;
poiché non si può sapere chi è il fuggitivo, se pericoloso criminale o sconsiderato giovanotto, nel dubbio non si fa nulla;
le forze di polizia hanno sbagliato tutto in materia di addestramento e equipaggiamento dei loro uomini impegnati su gazzelle e pantere. Hanno fornito PC, sistemi di videoripresa e registrazione audio, radio, strutture di contenimento per fermati e arrestati da allocare nel lato posteriore dell’abitacolo, dimenticando lo strumento principale: la palla di cristallo. Per usare al meglio la quale si può assoldare il Mago Otelma. Così l’equipaggio prima di lanciarsi all’inseguimento ha un’idea di chi deve rincorrere e – magari – se si andranno a schiantare da soli e non ci sarà bisogno di mettergli pressione.
Ora però emerge un problema, evidenziato dalle prime pagine dei quotidiani di oggi 18 gennaio. Per la Procura di Milano non c’è stato nulla d’errato nelle procedure impiegate per inseguire l’elettricista Rami e l’amico abile centauro. Potrebbe esserci qualcosa di penalmente rilevante nell’eventuale impatto – ove verrà dimostrato – dolo o colpa che sia. Ma almeno un punto fermo è stato messo: l’inseguimento si fa, naturalmente senza puntare a speronare e ammazzare lo sconosciuto motociclista, che il casco lo deve indossare come previsto.
E mo’ che farà il Pucciarelli? A cosa si aggrapperà? A cosa si attaccherà?
Beh, semplice. Alle toghe nere. Che da quando Meloni e Nordio sono al potere cominciano a non avere più paura di dire la loro.
O magari tornerà a dire che, comunque sia, la vita di un fuggitivo vale più del dovere di reprimere un reato. Perché è inutile spiegarglielo a questi signori: non li smuovi. È così e basta.
E con questo chiudo il cerchio, andando dove volevo andare a parare.
Tutti i fumatori incalliti che m’inondano di video contro il sindaco Sala che vieta di fumare passeggiando sui marciapiedi di Milano, stiano sereni e la piantino d’ingolfarmi il cellulare. Basta che se la diano a gambe. Sicuramente i “Ghisa” – almeno quelli, considerato il punto di riferimento dottrinale che hanno – non li inseguiranno.
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Il decesso di un extracomunitario, probabile rapinatore – alla luce degli oggetti e del denaro trovati sul complice che guidava il mezzo rubato – continua ad essere pretesto per attaccare il governo legittimo della Repubblica, e scatenare odio verso le Forze di Polizia. In parte il consigliere del Sindaco di Milano Sala – dr. Franco Gabrielli – ha le sue responsabilità. Le sue valutazioni smaccatamente di parte consentono a personaggi ansiosi d’entrare nella magistratura del popolo – quella dei processi sommari seguiti da fucilazione – di decidere che i carabinieri siano “assassini, sbirri e razzisti”.
Traspariva odio profondo da parole e sguardi dei “maranza” e di alcuni attivisti di sinistra, astutamente convocati iersera, 16 gennaio, da Paolo Del Debbio. Astutamente perché, portandoli ad attaccare a spada tratta e condannare ben oltre ogni ragionevole dubbio, il conduttore ha potuto fornire all’ascoltatore neutrale, o comunque propenso ad una valutazione obbiettiva, l’immagine di quello che sta diventando la nostra società. E il risultato, su uno spettatore dotato di comune buon senso, è che finisca per pensare se non sia il caso di mandarli a casa loro, mano a mano che dimostrano irritazione per chi cerca di far sì che rispettino le regole di vita nell’italica società.
Irritati perché continuamente sottoposti a controllo? Ma, chiedo scusa, le leggono le statistiche sulla criminalità violenta e a sfondo sessuale? Le seguono le notizie di cronaca nera, in cui, se non il monopolio, hanno un’inusitata incidenza su alcune fenomenologie criminali?
E poi… assassini? Non c’è una frase – e nelle auto dei Carabinieri era tutto registrato – in cui i militari si incitano a speronare e abbattere i fuggitivi. Parlano di “chiudere” la moto per farle arrestare la corsa, ma questo è il minimo che si può fare quando s’insegue. E comunque non c’è un’immagine che mostri un impatto cercato e voluto dai militari dell’Arma. A ben pensarci la dinamica – fatte le dovute proporzioni – non si discosta dall’inseguimento a piedi in cui si può collidere e inciampare l’uno nelle gambe dell’altro. E allora, se il “maranza” si rompe i denti, va condannato l’inseguitore?
Persone più qualificate di me hanno ricordato in altra sede i compiti della Polizia Giudiziaria, fra i quali figura l’obbligo di legge di evitare che un reato venga portato “a ulteriori conseguenze”. Un mezzo rubato può essere rivenduto, smantellato per ottenere parti di ricambio, usato per agguato di mafia, incendiato se già sfruttato per altro reato onde non lasciarvi tracce. O può investire e far fuori un passante. E queste son tutte “ulteriori conseguenze”. Roba che un solerte magistrato potrebbe incriminare il militare che non ha inseguito.
Ma, in definitiva, va bene così. Per esperienza ritengo che sia sempre solo una minoranza a circolare col cervello che ospita quei simpatici vermicelli che bacano la frutta di stagione. La maggioranza degli italiani comprende, e mai si farebbe governare da siffatti geni della giustizia sommaria. Insomma, qualche speranza ancora l’abbiamo.
Occorre ora che qualcuno spieghi che – una volta lasciato uno scranno e passati ad incarichi politici – non si può pretendere di pontificare rivendicando terzietà. Potrebbero inoltre essere state modificate norme regolamentari, e emanate nuove circolari. Magari meglio far parlare chi occupa il tuo vecchio incarico con pieno merito, o il comandante generale dell’Arma. Sicuramente possono dire la loro fruendo di aggiornata conoscenza.
E questo non va spiegato solo a chi ha lasciato l’alta poltrona statale e cerca quella di sindaco di Milano, o la di lui benevolenza, ma anche a chi gli pone il microfono davanti alla bocca, con intento manipolatorio più che palese.
Rimane purtroppo la minoranza forcaiola, quella che – pur appartenendo al popolo italico – sente il bisogno di condannare i Carabinieri “senza se e senza ma”. Beh, alcuni hanno un bel faccino, o magari la fidanzatina e – sia chiaro: non glielo auguro – ma potrebbero essere anch’essi illuminati. Non sulla via di Damasco, come San Paolo, ma magari uscendo da discoteca di Milano o attraversando Piazza del Duomo in un giorno di festa. Magari 10 minuti di palpeggio in stile islamico, alla donna occidentale che, non velandosi, appare loro come una poco di buono, potrebbero far cambiare idea?
Abbiamo già qualche precedente.