L'evento
Si è conclusa l’XI^ Edizione di “Con il Cuore nel Piatto”
Solidarietà, alta cucina e territorio: il 26 giugno a Magliano Sabina si è tenuto un evento unico nel suo genere

"Dimmi che piede hai e ti dirò chi sei": un giovedì sera di benessere e stile nel cuore di Lucca
Giovedì 10 luglio, dalle 21:30 alle 23:30, nell'ambito delle aperture serali estive promosse da Ascom Lucca, i negozi storici Il Panda e Premium trasformano il cortile cinquecentesco di Palazzo Sani in un angolo di…

L'Augustus Hotel & Resort celebra l'estate con le speciali aperture serali del ristorante Bambaissa
In occasione dell'inizio della stagione estiva, Augustus Hotel & Resort è lieto di annunciare il programma di aperture serali del ristorante Bambaissa presso l'Augustus Beach Club

Ring on the Beach
Due giorni all’insegna della tranquillità, del relax e della sicurezza. Ma anche del mare, del buon cibo e del confort, sia fisico che mentale

Dopo il lancio di “Nel Buio” lo scorso aprile, gli Origami tornano a far sentire la loro voce
Dopo il lancio di “Nel Buio” lo scorso aprile, gli Origami — band tutta lucchese — tornano a far sentire la loro voce con Vivere, il nuovo singolo…

A The Ultimate Voice Battle cambia la musica: vincono la penultima serata i Roots & Brunches
Siamo ormai all’ultimo sprint prima della grandiosa finale del 19 luglio, e sono state rimescolate le carte in tavola a The Ultimate Voice Battle, la gara canora a…

Madame Betty Dj si esibisce il 5 luglio al Bagno Biondetti-Vienna Luce
Lo storico ed elegante stabilimento versiliese della famiglia Menici accenderà le luci per un appuntamento che coniugherà divertimento, buon cibo e, soprattutto, musica dal vivo e DJ set

L'Augustus Hotel & Resort inaugura Villa Radici: una rinascita che celebra storia, charme e design d'autore
Nel cuore silenzioso della pineta di Forte dei Marmi, l'Augustus Hotel & Resort celebra una nuova tappa del percorso di valorizzazione dei suoi edifici storici con l'acquisizione e riapertura di Villa Radici, che torna oggi a vivere con rinnovato splendore

Ring porta la serenità in vacanza: il brand di Amazon celebra l’estate con il tour Ring on the Beach e presenta una ricerca che svela le preoccupazioni degli italiani in ferie
Secondo i risultati della nuova ricerca, quasi 7 italiani su 10 si preoccupano per la propria casa quando partono e non riescono a rilassarsi davvero. Quattro regioni e quattro tappe per scoprire come la tecnologia di Ring può trasformare ogni partenza in un vero momento di relax

The Ultimate Voice Battle celebra la sintonia tra le squadre con la serata duetti, trii e gruppi: terza vittoria di fila per i Sound Fusion (Photogallery)
Non ce la fanno proprio a smettere di vincere: i Sound Fusion, la squadra guidata da Rosy Accardo, hanno trionfato nella terza serata di The Ultimate Voice Battle,…

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Seguire Jacqueline Kennedy come cronista durante il suo soggiorno alla Villa Reale di Marlia, intervistare Mina, Gino Paoli, ma anche Mario Tobino, seguire la Lucchese negli anni d'oro e in quelli meno fortunati. Queste sono solo alcune delle esperienze vissute da Luciano Nottoli, giornalista che, quest'anno ha ricevuto una targa dall'Ordine dei giornalisti della Toscana per i suoi 50 anni di carriera (il tesserino gli è stato dato infatti il 20 marzo 1972). Proprio per questo importante traguardo, pochi giorni fa, il sindaco Alessandro Tambellini si è congratulato con lui "per l'impegno e l'amore per la propria professione" che sono sempre stati costanti durante questo lungo periodo.
Ma, come racconta Nottoli alla Gazzetta di Lucca, la sua collaborazione cominciò assai prima di quel tesserino ovvero nel 1962: "Iniziai a scrivere per 'La Nazione' quando avevo 17 anni e mezzo, e in redazione c'erano solo altre due persone: Andrea Angeli, caposervizio, e Leone Grassi che si occupava dello sport. Le mie passioni? La scrittura e il calcio e, proprio per questo, il primo evento che seguii fu un torneo in notturna a Paganico, dove andai in bicicletta dato che non avevo ancora la macchina. Piano piano però mi chiesero di occuparmi delle interviste ai giocatori della Lucchese e di fare degli articoli sugli allenamenti della squadra".
Nel 1965 Nottoli partì per il militare per Messina ma ebbe modo di sfruttare la sua esperienza scrivendo per il giornale del Comando; quando poi tornò a Lucca ,nel 1966, ricominciò a collaborare con La Nazione e a seguire la Lucchese, il cui presidente era diventato l'industriale Lino Quilici.
Della Lucchese da quel momento, come giornalista, ha seguito tutta la storia scrivendo articoli - a parte il periodo che va dal 1970 al 1974 quando si dovette trasferire a Genova perché vinse il concorso alle Poste – ha partecipato anche alle trasferte e ha vissuto con la squadra vittorie e sconfitte. "Anche a Genova comunque ho continuato a seguire il calcio – sottolinea Nottoli - per il 'Corriere dello Sport' solo che scrivevo delle partite delle città liguri; finalmente poi, nel 1974 fui trasferito alle Poste di Lucca e nel pomeriggio andavo a "La Nazione" continuando così il mio lavoro di giornalista e seguendo la Lucchese".
Quando parla della Lucchese, Nottoli è un fiume in piena, traspare anche dai suoi occhi la passione per questa squadra: "A metà anni Settanta la Lucchese fu acquistata da Vasco Vannucchi. Erano i tempi del dottor Carli, dell'amico Claudio Nassi come dirigente sportivo. Sono veramente molti i ricordi che mi ritornano alla mente come quando la Lucchese andò in serie B (1989 -90) grazie a Corrado Orrico e la Coppa Italia vinta dalla squadra a Palermo in uno stadio rinnovato pronto ad accogliere le partite dei Mondiali di Italia '90. Ho conosciuto decine di presidenti e direttori sportivi della società, fra cui Romeo Anconetani, Egiziano Maestrelli e Marcello Lippi con cui ho stretto anche un legame di amicizia". Una curiosità? I primi anni Nottoli ha seguito la Lucchese insieme al grande fotografo Alcide Tosi; poi ha visto crescere i figli di Alcide, Mimmo e Claudio che sono subentrati come fotografi de "la Nazione"per la squadra.
Un ricordo speciale che però non riguarda la Lucchese è quando nel 1967 dovette seguire Jacqueline Kennedy che venne ospitata dalla famiglia Pecci Blunt alla Villa Reale di Marlia per una settimana. Venne anche a Lucca e visitò il sotterraneo del Baluardo San Paolino accompagnata dal sindaco Martinelli.
"Nei giorni seguenti – dichiara Nottoli - fui chiamato dall'ammiraglio Salom di Villa Mansi che mi consegnò un filmato di quei giorni. Fui così contattato anche dalla rivista "Gente" che mi pagò un soggiorno di tre giorni a Milano più il viaggio in aereo, oltre naturalmente le spese per il mio lavoro di cronista, per fare un'esclusiva.
Fu dedicata persino una copertina della rivista sul soggiorno di Jacqueline Kennedy a Villa Reale".
A seguito di questa esclusiva Nottoli fu chiamato da "Il Giorno" che gli propose un contratto a tempo indeterminato ma fu costretto a rinunciare perché lo stipendio iniziale non gli avrebbe permesso di vivere in una città costosa come Milano e così tornò a Lucca a collaborare con La Nazione.
Alla morte di Paolo Galli, Nottoli subentrò a "Tuttosport" dove ha collaborato per molti anni, occupandosi anche di boxe: "Ho intervistato anche a Colle Paradiso il pugile Sandro Mazzinghi che diventò campione europeo e che all'epoca era allenato dal preparatore Adriano Sconcerti".
L'esperienza giornalistica di Nottoli è passata anche dalla radio – è stato infatti direttore di Radio Star – e negli anni si è occupato per La Nazione di seguire le conferenze di eventi culturali e non solo, a Lucca, Capannori e persino in Garfagnana.
E' difficile approfondire e sintetizzare in un articolo 50 anni (anzi 60) dell'attività giornalistica di Nottoli che spazia dallo sport alle interviste ai personaggi famosi e molto altro ancora; sarebbe interessante che tutto il materiale venisse raccolto in un libro per far capire anche ai giovani l'evoluzione della professione negli anni: da quando si usavano le macchine da scrivere ed era quindi impossibile correggere una bozza sbagliata e andava quindi riscritta dall'inizio, a quelli di ora dove con un computer si fa in un attimo a cancellare un refuso.
A Luciano Nottoli, amico e collega, le felicitazioni di tutti i componenti delle Gazzette per questo importantissimo traguardo raggiunto.
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Chi sono i giornalisti 'embedded'? Semplice: sono i cronisti che, invece di recarsi nei luoghi di guerra (i cosiddetti 'teatri di crisi') per conto loro, si aggregano al contingente militare e raccontano la prima linea da un punto di vista, se così si può dire, privilegiato.
Sono penne di serie 'b' come sostengono, maliziosamente, certi loro colleghi? Sono reporter soggetti alla censura o, peggio ancora, all'autocensura per via dello stretto rapporto con l'esercito? Sono inviati che rischiano di meno perché di diretta responsabilità delle forze armate?
A queste e ad altre domande si è cercato di rispondere questa mattina nella splendida cornice delle Terme Tettuccio di Montecatini - un vero e proprio paradiso terrestre - in occasione del corso di giornalismo organizzato dall'ordine professionale della Toscana: quattro ore di analisi e testimonianze su come i mass-media raccontano il mondo di oggi.
A moderare l'incontro, il generale - e giornalista pure lui - Valter Cassar.
Il primo relatore a prendere la parola è stato Carlo Romeo, giornalista, scrittore e manager Rai, il quale ha ripercorso la sua esperienza sui teatri operativi: da Beirut, nel settembre del 1983, al Kosovo, dopo la caduta del muro di Berlino. "Ora che si avvicinano i 70 anni - ha dichiarato -, capisco che molta della mia vita l'ho passata nei posti 'caldi' del globo. Non capisco però la mentalità di chi pensa che fare l'inviato di guerra dia una sorta di prestigio: ogni tipo di giornalismo ha il suo fascino se fatto bene".
Per Clara Sampietro, blogger e giornalista di inchiesta, sarebbe una 'vocazione' che, come la collega Carlotta Ricci, giornalista Rai, una si porta nel sangue fin dalla culla - anche se, a volte, si capisce a posteriori. Sampietro e Ricci sono state le prime ad aver frequentato - e vinto - un corso per giornaliste 'embedded': la loro passione per le forze armate le ha portate, l'una a passare un Natale a Nassyria nel 2004, l'altra a fare un 'viaggio' in Afghanistan nel 2005.
Entrambe sono comunque la testimonianza di come il mondo delle forze armate, indicativamente dal 2010 in poi, si sia aperto a quello della stampa dopo aver viaggiato, per troppo tempo, su binari opposti e paralleli. Un'apertura confermata dal colonnello ufficiale dell'aeronautica militare Stefano Cosci, giornalista e già direttore responsabile della “Rivista Aeronautica”, il quale ha vissuto sulla sua pelle questo passaggio.
Per il generale Vincenzo Camporini, ex capo della difesa, un rapporto dagli effetti benefici per entrambe le parti: "Sapere di avere un giornalista che mi segue nei teatri di crisi - ha affermato - mi impone una certa condotta professionale. Il modo di comportarmi è influenzato in positivo dalla sua presenza. Credo comunque che questo rapporto debba, necessariamente, maturare".
Non poteva mancare, infine, un commento su quanto sta succedendo in Ucraina. Per il giornalista Carlo Romeo si tratterebbe di un'invasione a tutti gli effetti: "Mai avrei creduto, dal crollo del muro in poi, che un conflitto nucleare potesse essere uno scenario possibile. Oggi mi devo, purtroppo, ricredere. Non sono in grado di fare previsioni. Posso dire che l'Onu si è dimostrato inadeguato ad affrontare il problema, la Cina è in forte difficoltà, la questione Taiwan è aperta, l'Iran e l'atomica preoccupano, poi c'è Israele... Insomma, si dice che sarà una guerra lunga, ma siamo sicuri che rimarrà nei confini?"
Domande 'bollenti' che tengono col fiato sospeso l'intero pianeta. Nemmeno il generale Camporini ha chiare le intenzioni del Cremlino: "La domanda che si fanno tutti è: dov'è l'aeronautica russa? Io posso solo fare un paio di osservazioni: da una parte, il dominio dell'aria non è mai stato una priorità della dottrina militare russa; dall'altra, forse Putin pensava che l'operazione in Donbass sarebbe stata una passeggiata".
Infine, un monito ai giornalisti: "Attenzione all'informazione: non creiamo tifoserie nell'opinione pubblica come se si trattasse di una partita di calcio. In questa guerra - come in tutte le guerre - non ci sono vincitori, ma solo sconfitti. E' l'intera umanità che perde".
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