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Martedi 16 maggio è passato nella Lucchesia il Giro d’Italia, una tappa bella ed impegnativa, resa leggendaria dalle condizioni meteo, pessime, con pioggia e freddo. Onore ai corridori che sono giunti fino a Viareggio, dopo avere attraversato Appennino, Garfagnana, Piana lucchese e Versilia.
Nota dolente è stata l’organizzazione della tappa, gestita dalle autorità, non certo nel migliore dei modi. Infatti, sono state chiuse le strade dove passava la corsa, ben due ore e mezzo prima dell’arrivo dei corridori, con divieti di sosta e transito e molte scuole chiuse. Una vera esagerazione per il passaggio della carovana, ma sopratutto dei ciclisti che viaggiano a forte velocità ed in pochi secondi sono spariti.
La pioggia già riduceva al minimo il numero delle persone in attesa della gara, lungo le strade, se ci sommiamo le difficoltà a raggiungere le zone di passaggio della corsa. Per fare un esempio, uscendo da Lucca, subito dopo l’attraversamento del ponte di Monte S. Quirico, le forze dell’ordine bloccavano gli automobilisti, costringendoli a svoltare a sinistra e cercare un posto auto (ma dove che in zona ce ne sono pochissimi) e raggiungere a piedi, l’intersezione tra la via Morianese e la via Freddana (quasi un km di distanza), ove transitava la corsa, strada piuttosto larga, quindi lasciare le auto non sarebbe stato un problema.
Non sono un tecnico, ma l’entrata della carovana nel territorio del comune di Lucca, con l’attraversamento del ponte sul Serchio, all’altezza di Rivangaio, percorrendo la SS 12 del Brennero, per poi ritornare sulla Ludovica all’altezza della rotonda di Marlia tramite il ponte Della Chiesa, la trovo un cosa senza senso, sopratutto perché questo ha costretto a bloccare il traffico veicolare su entrambe le sponde del fiume, venendo meno il collegamento con la Mediavalle e Garfagnana, per diverse ore.
Sarebbe stato più logico evitare di far percorrere ai corridori il Brennero, lasciandolo libero al traffico, e far transitare la gara sulla riva destra del fiume, lato Sesto di Moriano. Ma la logica in questi ultimi anni è sparita.
Non è bastato il meteo a far restare a casa gli appassionati lucchesi, ci si è messa anche la mano dell’uomo.
Una deludente giornata di festa.
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