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Gioco fluido: evoluzione dell’utente nell’era del cross-platform
Le tecnologie impiegate in ogni settore sono sempre più connesse e flessibili. Lo si nota nel mondo dell’intrattenimento digitale, ma in generale nell’intera industria globale dei videogiochi, che registra annualmente…
La nazionale e la frittatona di cipolle!
“Sabato 18, alle ore 20 e 25, in telecronaca diretta da Wembley, Inghilterra-Italia, valevole per la qualificazione alla coppa del mondo; Fantozzi aveva un programma formidabile
America, ma che ce vengo a fa…
Così cantava negli anni ‘70 il simpatico Pippo Franco! Si dovrebbero chiamare Stati Uniti d’America ma, per noi italiani, sono sempre stati semplicemente l’America; sogno, liberatori, alleati, ingombranti,…
Abito vintage: una scelta chic, sostenibile e di tendenza
Scopri perché l'abito vintage è tornato di moda, diventando una scelta consapevole e sostenibile grazie alla sua unicità, qualità e ridotto impatto ambientale
Jackpot Sounds: Vivi le emozioni unica delle vittorie senza giocare
Scopri come Jackpot Sounds trasforma i suoni dei casinò in emozioni digitali pure. Emozionati con ogni vittoria, senza dover giocare
“Quelli” di destra o “quelli” di sinistra?
Non sono un giudice di cassazione né sono un costituzionalista; sono solo un “coglione” che ha abbastanza tempo e, quando è stato ratificato dal parlamento il cosiddetto decreto sicurezza, si è preso la briga di andarsi a leggere quei 39 articoli di cui è composta la legge
Dolori da ciclo? Una guida alle soluzioni efficaci per ritrovare il benessere
Anche se il ciclo mestruale è una parte naturale della vita delle donne, non tutte lo vivono allo stesso modo. Alcune persone durante il periodo premestruale o durante…
What Was Bitcoin Pizza?
Bitcoin Pizza refers to one of the most famous transactions in cryptocurrency history. On May 22, 2010, a programmer named Laszlo Hanyecz made the first documented Bitcoin purchase by buying two pizzas for 10,000 BTC
I tigli lungo viale della stazione a Ponte a Moriano, le riflessioni di un residente
"Da più di cento anni lungo il Viale della Stazione di Ponte a Moriano due file di magnifici tigli
Destra e sinistra, "Caro Aldo ti scrivo, così, mi arrabbio un po'..."
Caro amico mio, ho letto il tuo articolo con grande, enorme difficoltà. Non entro nel dibattito politico perché è giusto che ognuno abbia le sue idee; ti faccio però un esempio concreto: come sai frequento (anzi frequentavo) la curva laziale dello stadio olimpico e ti posso garantire che è una curva completamente in mano alla destra...
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Caro direttore,
l’Italia ai tempi del (post?) Covid:
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Varante Delta: contagi in salita, ma per fortuna morti e ricoveri in discesa. Futuro incerto.
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Mascherine sempre a portata di mano, ma da selezionare: quelle comprate da Arcuri e compagni sono costose ma proteggono poco e niente.
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Risse in casa M5S: Conte come il cuculo, vuole impadronirsi del nido fatto da Grillo. Futuro incerto.
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Decreto Zan: Non sembra aggiungere giusti diritti, già garantiti a chi deve goderne. Letta massimalizza l’ideologia e, insieme ai grillini, lascia quel tanto di grigio da affidare ai procuratori (magari schierati) che potranno continuare a perseguire non reati ma opinioni. Futuro incerto.
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Preziosi e sofisticati interventi in argomento di Fedez e della moglie Ferragni, soci di una impresa ad alto reddito che ora sembra aver deciso di estendere il proprio ”oggetto sociale” anche al settore della politica. Ne sentivamo il bisogno!
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Riforme di sistema da portare a casa, altrimenti non ci arrivano i soldi dalla U.E. Fra di esse quella della giustizia. Mai stato socialista, ma mi ha colpito la sentenza della Cassazione 11/07/21 che condanna gli eredi di Craxi a risarcire oltre 10 miliardi di lire per una ipotesi di reato contestata al padre Bettino 30 anni fa. Il valente ministro Bonafede ha recentemente eliminato la prescrizione. In Italia, quando uno rende l’anima a Dio, pur in tarda età, passa agli eredi il fardello. Non se ne può veramente più. Passerà la riforma? Futuro incerto.
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Licenziamenti di lavoratori dipendenti. La (giusta) costernazione generale non si ode a difesa dei milioni di lavoratori non protetti, che sono stati “licenziati”, nell’indifferenza generale, dal combinato disposto del Covid e del sistema italiano di tutela di alcuni lavoratori dipendenti (ma non del lavoro).
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Burocrazia intatta. Riforma in fieri, futuro incerto.
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Gli sbarchi dei clandestini. Da 1 gennaio a 15 luglio: 2019 n° 3.186 (era del famigerato ministro Salvini). 2020 n° 9.764. 2021 n° 24.622 (era Lamorgese). Provenienza: il 70% arriva da Paesi non afflitti da guerre, da pandemie (salvo il Covid, presente anche da noi), da carestie, da persecuzioni. In termini di diritto internazionale e di regole ONU non hanno titolo per essere accolti. Ma il diritto va e viene: si applica agli eredi Craxi ma non ai clandestini. Nuovi accordi europei? Futuro incerto.
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Vittoria agli Europei di calcio di natura salvifica: tutti in piazza, con o senza mascherine. Siamo i campioni d’Europa: che importa se abbiamo le pezze al culo! I circenses degli anni 2000.
In tutte queste incertezze nazionali si inserisce la vicenda locale della ex Manifattura: che fine farà questa area che tutti indicano come strategica per il futuro della città? C’è la speranza di un suo rapido e virtuoso utilizzo, c’è il timore che rimanga come 10 anni di gestione comunale la lasciano in eredità alla nuova amministrazione. Anche in questo caso competenze e coraggio potranno fare la differenza. Ma dipenderà da due elementi: - chi vincerà le elezioni – chi sarà il sindaco (e la sua squadra).
Partiti e movimenti devono stare molto attenti: il sindaco è diventato un manager che gestisce, con grandi rischi personali, gli interessi comuni e non solo quelli della parte che lo ha votato. La sue competenze e la sua determinazione prevalgono sulle ideologie. I fatti dimostrano che un sindaco ideologico o anche solo prigioniero di un progetto partitico vincolante non è la giusta risposta all’interesse dei cittadini.
Avranno l’umiltà (e l’intelligenza) di cercare anche fuori dai loro iscritti l’uomo, la squadra e il progetto migliore? Nelle grandi città il cdx lo sta facendo. A Lucca? Futuro incerto.
Caro direttore,
nel pieno rispetto delle tue argomentazioni anti Europa, fammi rilevare qualche perplessità.
Nel 1815 il Metternich vedeva l’Italia politica per come era: Regno di Sardegna (i Savoia), Lombardo/Veneto (una provincia dell’impero austro ungarico), il ducato di Parma e Piacenza (Borboni/Austria), il ducato di Modena (Estensi/Asburgo), il principato di Lucca e Piombino (Elisa Bonaparte), il Granducato di Toscana (Asburgo/Lorena), lo Stato della Chiesa, il regno di Napoli e il regno di Sicilia (Borboni).
In effetti l’Italia politica non esisteva, esistevano 7 Stati più o meno indipendenti e autonomi.
L’Italia neanche era unita per lingua: le stime dei glottologi indicano fra il 2,5 e il 10% il numero degli abitanti della penisola che parlavano in lingua italiana, gli altri parlavano in dialetti del tutto diversi fra loro. L’italiano era la sola lingua letteraria non condivisa né usata dalla quasi totalità degli abitanti della penisola.
La differenza dei dialetti italici, pur in via di estinzione, è tuttora clamorosa: bergamasco e calabro, sardo e friulano, e così via, sono lingue diverse non reciprocamente comprensibili.
Infine l’Italia aveva mantenuto un substrato culturale comune e unitario attraverso il cristianesimo, ma le vicende politiche secolari lo avevano molto stemperato. La dominazione dei “barbari” nordici (longobardi, franchi) nell’Italia settentrionale a differenza della dominazione bizantina perdurante in Italia meridionale, la dominazione araba della Sicilia, le successive come quella dell’Austria nel Lombardo Veneto, a fronte di quelle francesi e poi spagnole nel meridione d’Italia, avevano diversificato – e purtroppo tutt’ora influenzano – le culture correnti e quotidiane.
Dimmi tu se tuttora trovi grandi punti di convergenza fra le culture dell’Italia settentrionale e quelle dell’Italia meridionale e soprattutto insulare.
La differenza è palese a livello di gestione pubblica.
Dunque Metternich si limitava ad osservare un dato di fatto, per quanto doloroso, che tuttora sopravvive a oltre 2150 anni dalla unità d’Italia. L’unico modo per dargli soluzione è una riforma costituzionale che renda l’Italia uno stato federale dove ci sia unità nelle esigenze generali e condivise a dove ogni membro della federazione sia custode delle proprie culture. Altrimenti le fosche previsioni che fai troveranno terreno fertile.
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L'associazione Per Lucca e i suoi paesi non le manda a dire all'amministrazione comunale a proposito del taglio dell'erba sugli spalti:
Le alte erbe nei fossi degli spalti sono una bruttura intollerabile che viene da due anni propinata ai lucchesi con il pretesto della difesa della biodiversità. Partendo dal presupposto che veramente non tagliare l'erba lungo i fossi aumenti la biodiversità, tutta l'operazione non tiene conto della realtà e della logica. Sul territorio del comune di Lucca vi sono infatti migliaia di chilometri di corsi d'acqua, fossette, canali irrigui, cunette, ecc. La gran parte dei corsi d'acqua si trovano in ambienti non urbani o solo parzialmente urbanizzati. Vi sono quindi molti luoghi dove fare gli esperimenti per l'aumento della biodiversità senza che sia necessario deturpare il più importante monumento cittadino. Anche quest'anno abbiamo notato come il Consorzio di Bonifica abbia già sfalciato molti corsi d'acqua, ma sotto le Mura si vuol lasciare l'erbaccia lungo i fossi oltre ogni limite logico, ovvero, se si ripeterà quanto avvenuto nel 2020, anche oltre la metà di agosto.
I prati sotto le Mura sono parte integrante del monumento e non costituiscono un ambiente agricolo o forestale, ma sono piuttosto assimilabili ad un giardino storico. Non ha quindi alcun senso lasciare l'erba alta in un giardino storico, mentre essa viene falciata nei fossi del Morianese o dell'Oltreserchio; in questo modo non si ottiene l'aumento della biodiversità, bensì il peggioramento dell'immagine della città, sia per i lucchesi, la cui vista viene disturbata da un luogo abbandonato e deturpato da una gestione illogica, sia per i turisti, che avranno l'impressione di un monumento mal tenuto.
Infine vorremmo far notare come, nella Lucca agricola dei secoli passati, basta leggere i testi del Mazzarosa per appurarlo, gli argini dei fossi venissero falciati sia in primavera che a fine estate. Questa gestione tendeva ovviamente alla produzione del foraggio, ma non crediamo portasse alla riduzione della biodiversità. Anzi abbiamo l'ardire di pensare che alla metà del XIX secolo, quando la campagna era falciata in modo meticoloso, la biodiversità fosse anche più alta di quella di oggi, come dimostrano gli erbari dei naturalisti dell'epoca, i quali raccoglievano piante oggi estinte o rarissime sul nostro territorio.
Oggi la gran parte della campagna è incolta e gli sfalci vengono fatti si e no una volta l'anno. Con tutte le alte erbe che ci sono in giro è proprio necessario lasciar sviluppare uno sterpaio anche sugli spalti??