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Casinò digitali sempre più popolari: +31% di iscrizioni nel 2025
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Il settore del gioco d’azzardo rappresenta una componente significativa dell’economia italiana. Negli ultimi anni, la sua incidenza è cresciuta non solo in termini di gettito fiscale ma anche per quanto riguarda l’occupazione e l’indotto generato in ambiti collaterali

Lucca dietro le mura: segreti, fantasmi e colpi di scena
Dietro l’armoniosa cornice delle antiche mura rinascimentali, la città di Lucca nasconde un labirinto di racconti mai del tutto svelati – come un sipario che si solleva a…

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De Bruyne Tentato dal Trasferimento al Napoli tra le Voci di un Addio dalla Premier League
La brillante carriera di Kevin De Bruyne al Manchester City sembra volgere al termine, e la corsa per assicurarsi la sua firma si sta intensificando in tutta Europa.

Dai Tavoli da Poker ai Visori VR: Come Potrebbe Essere il Futuro del Gioco d'Azzardo Online
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Louis-Albert-Guislain Bacler d'Albe: il cartografo segreto di Napoleone
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Cari amici,
innanzitutto ci tenevo a chiarire una cosa. Io sono un tecnico, del colore politico del governo non me ne frega assolutamente niente; se mi si chiede però se questo è un decreto che risolverà i problemi, purtroppo la risposta non può che essere negativa. Non si può sperare di curare un malato in fin di vita con l’aspirina……
Fatta questa breve ma doverosa premessa, voglio partire dalle notizie positive: in merito al bonus di €. 600 spettante agli autonomi, pare che sia stato scongiurato il click day, è stata data un’apertura anche nei confronti dei liberi professionisti iscritti in albi e sembra che sia stato ampliato il diritto anche agli agenti e rappresentanti di commercio iscritti all’enasarco. Per il momento tutto tace per i soci di società. Aspettiamo fiduciosi…
Addentrandoci meglio nel testo del Decreto, all’articolo 67 esiste una previsione che non mi piace per niente. Capisco le difficoltà del momento, capisco le disponibilità finanziare inesistenti però non posso comprendere né tantomeno condividere che, a fronte del differimento dei pagamenti da 4 giorni a circa 2 mesi e del blocco dell’Attività accertativa da parte di Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza ecc. di circa 4 mesi, si allunghi di 2 anni il periodo accertativo, ovvero tutto ciò per cui scatterà la decadenza al 31/12/2020 verrà posticipato al 31/12/2022, ed ovviamente di questa disposizione non ne parla nessuno……
Ci stanno inculcando il “fisco amico”, la “compliance”, ma questa disposizione è un vero e proprio atto di forza e di prepotenza inaccettabile. La disposizione è così assurda che lo stesso Ministero, nella relazione di accompagnamento al D.L., dichiara che è sospesa l’attività accertativa esterna ma che gli uffici stanno continuando l’attività istruttoria interna come al solito avendo attivato anche lo smart working.
Se proprio vogliamo andare a ricercare la “ratio” di questo provvedimento non mi viene in mente altro che l’intenzione (necessità??) di andare a recuperare dalle solite derelitte partite iva quella poca elemosina che gli viene offerta in questo momento tragico, con una serie di mini accertamenti a tappeto per l’anno 2015 – di cui avranno tempo come detto fino al 31/12/2022 – che saremo costretti a definire bonariamente, che tradotto significa mettersi le mani al portafogli.
Questa volta, però, credo che non abbiano capito che tra pochi, pochissimi mesi, senza un provvedimento shock, le tanto vituperate partite Iva si saranno estinte.
Alla prossima puntata.
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23 marzo 2020. Il pensiero oscilla tra le quattro mura, che racchiudono, insieme l’infinito di un prossimo futuro e le ombre del presente. In questo tempo senza più stagioni abbiamo scoperto che il confronto non è verità, ma che quello che sta succedendo attende ancora un domani, che ci troverà solerti, in piedi, pronti a varcare le soglie delle nostre abitazioni. Figli di un momento storico che porta a scoprire ciò che non avremmo mai pensato di esplorare, almeno fin dove, ad oggi, c’è possibile. Forti della consapevolezza che senza problemi avremmo troppe certezze e che senza paure non esisterebbe il nostro coraggio.
In questo mese, soverchiati da numeri e bollettini la cui cessazione vorremmo fosse presto una certezza, abbiamo acquisito la consapevolezza che, come la prima guerra mondiale, anche la pandemia Covid-19 sta avendo la meglio gioventù.
Racconta la letteratura, con l’inchiostro fluido di Gabriele D’Annunzio, il passaggio di giovani adolescenti alla trincea “La madre vi ravvivava i capelli, accendeva la lampada dei vostri studi, rimboccava il lenzuolo dei vostri riposi. Eravate ieri fanciulli e ci apparite oggi così grandi!”.
Nati l’ultimo anno dell’Ottocento e ribattezzati fin da subito i “ragazzi del 99” hanno conosciuto sulla loro pelle la tragedia della guerra, animati dall’idea della patria unita e disposti a dare la loro vita affinché ciò accadesse. Un pensiero fisso, un dolore atroce, una sofferenza psicologica insopportabile per quei giovani non creati per la guerra ma per la felicità e la spensieratezza. Sono andati in trincea cantando, e in esigua schiera, cantando son tornati.
Nel 2020 ad andare al fronte è un’altra categoria di nuove leve, medici ed infermieri usciti dall’Università, sobbalzati in prima linea tra le corsie di ospedali, assediati da ventilatori e da corse contro il tempo per combattere un nemico invisibile. Un nemico al quale, però, non si può sparare. Oggi la trincea è fatta di ragazzi sicuramente più che ventenni chiamati ad affiancare i veterani in una battaglia senza precedenti. Ragazzi che scelgono di affidare i loro pensieri, le loro emozioni ed i loro timori a post su facebook destinati a scuotere anime e coscienze. Impermeabili alla diffidenza, sfidano le lacune e scendono di giorno in giorno un gradino pronti ad acquisire fiducia nell’ignoto. Consapevoli che il nemico può attaccarli, e vincerli, in ogni momento, scrivono la storia con il loro coraggio, accantonando i lati oscuri della preparazione. Chiamati a conoscere sulla loro pelle il dramma della pandemia, come i ragazzi del 99, sacrificano le loro esistenza per aiutare la patria in difficoltà. Convivono con il respiro corto, con il macigno della responsabilità indagando ciò che possono, sin dove possono. Privati di quello che, in trincea, alla sera restava. Una pacca sulla spalla, un caldo abbraccio tra superstiti. Già, perché il Covid-19 li ha privati – e ci ha privato – della cosa di cui noi maggiormente necessitiamo: il contatto umano. Ogni giorno cresce il numero di questi eroi, di questi medici ed infermieri che inevitabilmente finiscono con l’essere contagiati. E con essi aumenta anche il numero dei caduti in corsia. Caduti per salvare vite umane. Caduti per la nazione, spediti ad un fronte senza precedenti, esposti in prima persona contro il più subdolo dei nemici: quello impercettibile.
Finito questo momento ci troveremo sicuramente impermeabili rispetto alle formalità, felici in un mondo di storie semplici e regole imperfette. Nel dubbio, rimaniamo a casa, col pensiero rivolto a chi, ogni giorno, si batte e combatte, anche per noi, per la battaglia più importante: quella della vita. Televisori spenti, un pensiero felice.
Nella foto la criminologa Anna Vagli