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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione dei Comitati Sanità Lucca (in memoria di Raffaello Papeschi) in occasione della Giornata Mondiale della Salute.
"Oggi 7 Aprile è beffardamente la giornata mondiale della salute.
Beffardamente perché mai come adesso è chiara la crisi del modo attuale di vedere la sanità, la crisi generata dai tentativi diprivatizzazione e commercializzazione della salute, la crisi legata ad un modo di concepire la sanità come azienda che deve guardare più ai conti che non alla persona.
In Italia fra il 2010 e il 2019 il SSN "ha perso" 45.000 posti letto, 7.625 medici e 12.556 infermieri, con un definanziamento pari a 37 miliardi di euro, secondo dati della Fondazione GIMBE.
Questo depotenziamento, cui i Comitati sanità toscani avevano tentato di opporsi con l'indizione del referendum, che raccolse il quorum di firme, ma venne svuotato proprio da quel Rossi, quel Giani che adesso ci vorrebbero far dimenticare chi in questi anni ha gestito il definanziamento del SSN.
Una mancanza di sostegno economico che ha avuto e sta avendo conseguenze tragiche, se è vero che in Italia a stamani ci sono 132.547 malati di Corona Virus e 16.523 morti, mentre in Germania 103.375 malati di Corona Virus e 1.810 morti. Anche la Spagna, descritta dai giornali come stravolta, pur avendo ormai più contagiati di noi 136.675, ha 13.341 morti.
Quello che si vantava di essere il miglior SSN del mondo ha mostrato tragicamente le crepe create dai politici e dirigenti che adessodovranno rispondere anche dei 94 medici e 26 infermieri, vittime del lavoro, oltre 10.000 operatori sanitari positivi, che sono la drammatica e inaccettabile conseguenza di ciò.
Come comitati sanità lucchesi abbiamo combattuto perché non venisse demolito e alienato l'Ospedale Campo di Marte. Adesso possiamo veramente dire: meno male. Quei padiglioni, quei posti letto ci fanno e ci faranno molto comodo, eppure per anni ci hanno detto che eravamo sognatori fuori tempo o trogloditi che non capivano il futuro.
Possiamo dire che abbiamo insistito perché le mascherine fossero distribuite dal Comune e non lasciate in mano a speculatori che le vendono a prezzi esosi. Adesso, dopo giorni e giorni, anche il Comune di Lucca si adegua.
Abbiamo insistito anche perché i tamponi ed altri esami fossero fatti per tempo, ricordando le vane promesse del Governatore Rossi che settimane fa aveva proposto test a tappeto per il personale sanitario e per isolare gli asintomatici. Purtroppo siamo ancora lontani dallo realizzazione del piano.
Sollecitiamo la creazione di quella Consulta della sanità che era stata proposta in consiglio comunale. Proposta bocciata proprio dai politici di maggioranza che ogni sera si autolodano sui social, belli e bravi che sono.
Sfruttare l'emergenza coronarovirus per dare inizo alla scalata elettorale al Comune è un atto, a nostro parere, viscido e riprovevole.
Che questo 7 Aprile sia un giorno dedicato ai medici, agli infermieri che sono in prima linea nella lotta al COVID-19!
A tutti coloro che mettono a rischio la propria salute per proteggere le loro comunità".
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Cari amici,
ieri sera è stato varato il nuovo decreto (al momento ancora in bozza) e nonostante gli squilli di tromba ed il rullo dei tamburi non mi pare una cura adeguata. Aspettiamo il testo definitivo, ma se il buongiorno si vede dal mattino, la delusione è tanta.
È apprezzabile lo sforzo fatto soprattutto per cercare di garantire liquidità alle imprese, le risorse parrebbero importanti, ma il vero tema è se arriveranno realmente alle imprese e quando arriveranno. Se da un lato sembra abbastanza semplice attivare i finanziamenti fino a 25.000 Euro con garanzia diretta e al 100% dello Stato, per tutto il resto dove le garanzie sono inferiori e le pratiche soggette ad istruttoria da parte delle banche sono perplesso sui tempi e sulla finalizzazione di questi finanziamenti.
In merito ai tempi bisogna capire che ci sarà l’intero mondo imprenditoriale che si rivolgerà al sistema bancario per avere liquidità e quindi la stessa semplice evasione della pratiche sarà certamente difficile. Di fatto, ad oggi, le banche sono chiuse o comunque lavorano a ranghi ridotti, non si capisce come sarà possibile gestire velocemente queste pratiche…
Entrando più nel dettaglio trattasi né più né meno di un prestito che dovrà essere rimborsato con modalità che mi riservo di commentare a testo definitivo; per le pratiche “snelle” ovvero a quanto pare fino a 25.000 euro, perché garantite 100% dallo Stato, sarà un prestito che servirà a pagare le tasse relative al 2019 e quanto accumulato per i mesi sospesi del 2020, poco più.
Per le pratiche di importo maggiore, in cui lo stato garantirà percentuali sempre inferiori all’aumentare dell’importo richiesto/spettante, non esiste nessuna manleva legale, quindi le banche faranno tutti i controlli di routine e le pratiche saranno subordinate ad una vera e propria istruttoria che credo sarà, come al solito, piena di paletti e discrezionalità degli istituti di credito.
La prima riflessione che mi viene in mente… nessuna concessione a tappeto; è inattendibile che ci siano finanziamenti a pioggia, peraltro nella bozza del decreto solo 30 miliardi dei 400 sono destinate alle piccole e medie imprese ovvero al 95% del tessuto imprenditoriale italiano, il resto è per le grandi aziende… Il tema delle garanzie è poi subordinato all’assenso dell’Europa quindi sarei cauto con il definire il decreto “una potenza di fuoco”…… lo spero, ma non ci credo.
Sul tema fiscale, per l’ennesima volta, l’intervento non è soddisfacente. Le associazioni professionali e di categoria avevano chiesto una sospensione totale almeno fino al 30 settembre ed invece si procede per piccoli passi, si continua a fare proroghe tardive, ovvero dopo le scadenze, che a mio avviso significano anche mancanza di rispetto verso tutti quei professionisti e imprese che hanno passato notti in bianco per adempiere al loro dovere che poi, come al solito, sono beffati dalla riapertura dei termini. Sono assolutamente insufficienti i differimenti delle scadenze di aprile e maggio al 30 giugno ma soprattutto è una complicazione enorme rientrare nei requisiti.
Nella bozza del nuovo decreto non c’è più distinzione territoriale o per settore (come nel precedente), ma la sospensione è concessa per tutti quei soggetti che hanno avuto una diminuzione dei ricavi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di almeno il 33% per le aziende fino a 50 milioni di ricavi e del 50% per quelle con ricavi superiori.
Capite bene che andare a riconteggiare mese per mese è certamente una complicazione inutile, anche se ad oggi la quasi totalità delle aziende è chiusa, ma soprattutto molte imprese e professionisti hanno fatturato lavori pregressi, che non hanno riscosso e che sicuramente non riscuoteranno a breve, avranno quindi oltre al danno la beffa: non rientrano nella sospensione perché il fatturato non è diminuito secondo i parametri previsti, ma quel fatturato chissà se e quando lo riscuoteranno. Il vero problema è quello che ci aspetta all’orizzonte, non quello che è successo ad oggi che è necessariamente una fotografia parziale del vero danno economico finanziario subito dal mondo imprenditoriale e professionale.
Le impressioni dopo una notte insonne non sono ottimistiche, spero di sbagliarmi, in attesa del testo definitivo…..
Alla prossima puntata.