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Cari amici,
di solito la notte porta consigli, questa volta ha portato il testo definitivo del decreto 23/2020 che purtroppo, come temevo, non è la soluzione. Dopo un parto lungo e travagliato è nato il “Decreto Liquidità”, io però di denari non ne vedo, anzi. Ma questo decreto è ancora una volta pieno di carte e di lungaggini che non ci possiamo permettere. C’è bisogno di immediatezza non di ulteriore burocrazia. La vera emergenza è che caleranno i positivi al coronavirus, ma aumenteranno i disoccupati.
In oltre 30 giorni si sono dette troppe parole, troppe conferenze stampa, ma nemmeno un centesimo nelle tasche degli italiani e adesso, il vero rischio, è che sia troppo tardi. Questo ultimo provvedimento non è un’iniezione di liquidità per le aziende, è un debito. Le aziende, già fortemente provate da anni di un’economia in stallo, dovranno affrontare un percorso lungo e accidentato e hanno bisogno di contributi a fondo perduto perché tutte le micro o piccole imprese ed i professionisti, su cui si basa la gran parte del tessuto economico del paese, sono a rischio estinzione.
Entrando nel dettaglio del Decreto, in questa breve disamina, affronterò solo la parte che riguarda le misure finanziarie a favore delle micro, piccole e medie imprese; gli ulteriori argomenti trattati dallo stesso saranno oggetto di successivi articoli.
Premettendo che non esiste nessuna pratica certa, l’automatismo riguarda solo la concessione della garanzia per le richieste fino ad €. 25.000,00, tutte le richieste saranno oggetto di una fase istruttoria da parte delle Banche con conseguente valutazione del merito creditizio.
Il primo step è previsto per micro imprese e professionisti a cui viene concesso il finanziamento di importo massimo non superiore al 25% dei ricavi con un massimo di €. 25.000,00. In questo caso il rilascio della garanzia è automatico e gratuito, la pratica sarà comunque subordinata ad una “validazione” da parte della banca dietro presentazione di documentazione autocertificata sia relativamente ai redditi che ai danni subiti da covid-19, la durata massima sarà di 6 anni con un periodo massimo di preammortamento di 24 mesi. Il costo complessivo dell’operazione, tra interessi e commissioni dovrebbe essere ricompreso tra lo 0,5 e l’1%.
Il secondo step prevede un finanziamento massimo di €. 800.000,00 sempre con il limite massimo del 25% dei ricavi o del 200% del costo del personale dipendente, stessa durata e stesse modalità di restituzione, garanzia del 90% da parte del Fondo di garanzia, ma preliminare valutazione dell’Istituto di credito sulla fattibilità dell’operazione in relazione al merito creditizio, quindi tempi dilatati, presentazione di documentazione complessa, probabilmente anche business-plan e piani finanziari.
Quanto sopra è comunque sottoposto ad autorizzazione da parte della Commissione Europea.
Concludo con la citazione di un grande Statista, figura di cui noi ne avremmo un gran bisogno, Sir Winston Churchill: “Le banche ti danno l’ombrello quando fuori non piove”.
Ah!!! Dimenticavo, l’ultima chicca… È stata sospesa l’erogazione del bonus dei 600 euro per i professionisti iscritti a Casse di Previdenza in quanto il D.L. ha modificato la platea dei beneficiari quindi le Casse, che faranno solo da distributori di tale bonus, sono state costrette a bloccare tutto e a chiedere un’integrazione delle domande.
Alla prossima puntata.
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Oggi vi parlerò di un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e delle problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico; il suo nome è EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
Sono una psicoterapeuta EMDR e vi vorrei far conoscere questo modello teorico e pratico perché il momento difficile che stiamo attraversando richiede strumenti speciali e l’obiettivo di questa rubrica è proprio rendere informati i lettori della Gazzetta di Lucca sulle possibilità di benessere psico-fisico a loro disposizione.
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica; è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra per trattare i disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo (https://emdr.it).
Sabato 4 aprile 2020 ho partecipato al workshop che si è tenuto in live streaming a Milano e desidero condividere con i lettori quello che mi sono portata via da questo importante evento.
La presidente Isabel Fernandez ha sottolineato le principali emozioni legate alla pandemia:
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LA PAURA DI ESSERE INFETTATI
Questa paura è un’emozione adattiva e normale ed è funzionale per evitare il contagio, ma se troppo stimolata porta un'attivazione che durerà per lungo tempo e la gestione futura potrebbe essere molto complessa.
Vi faccio un esempio: venerdì scorso passeggiavo sulla strada vicino a casa con mia figlia - che abita con me - in una zona molto distante dal centro e scarsamente abitata; all’arrivo dell’auto ci siamo separate andando sui lati opposti della strada, ma il signore passando ci ha insultate dicendo che dovevamo stare a casa.
Nel nostro comportamento erano presenti le norme di sicurezza previste dal decreto per evitare il contagio ma il signore aveva dentro di sé una PAURA INCONDIZIONATA di essere infettato e RABBIA, è importante fare una riflessione su questi comportamenti e su cosa li genera.
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LA RABBIA
L’emozione della rabbia può essere dentro di noi a causa del periodo che stiamo vivendo e può essere correlata alle restrizioni, alla mancanza di libertà e anche alla paura.
Questa rabbia non può essere rivolta o direzionata verso qualcosa o qualcuno perché la pandemia da coronavirus non è colpa di nessuno; abbiamo provato a dare la colpa ai cinesi e ovviamente questo atteggiamento era disfunzionale, tuttavia - solo a livello psicologico - poteva essere utile perché etichettava le emozioni e gli dava un senso.
Paul Ekman nel 1972 studiando una tribù isolata in Papua Nuova Guinea definì le sei emozioni di base: rabbia, disgusto, tristezza, gioia, paura e sorpresa.
Ogni emozione ha una funzione adattiva e così anche la rabbia che può venire innescata per eliminare un ostacolo; ad esempio se stiamo portando avanti un progetto, arriva il coronavirus e il nostro lavoro si interrompe o ancora se vogliamo parlare o vedere il nostro partner e questo si trova in quarantena in un altra città. Questi sono alcuni esempi che possiamo interpretare come ostacoli e dai quali può scaturire l’emozione della rabbia.
Imparare a riconoscere la rabbia e a gestirla è molto importante e inserisco alcuni consigli che - non sono terapia, ma semplici suggerimenti e informazioni utili - rivolgo ai lettori:
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ASCOLTA - Imparare ad ascoltare le emozioni è il primo passo per gestire la rabbia e per appropriarsi - come dice Daniel Goleman - della propria Intelligenza Emotiva. Fermiamoci e mettiamoci in ascolto delle nostre emozioni e proviamo ad associare la rabbia a ciò che l’ha generata.
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OSSERVA - Osservare e mettere in discussione i pensieri negativi che generano la rabbia; la rabbia si nutre e cresce della rimuginazione di questi. Un modo semplice per riconoscerla è quello di fermarsi e osservare i pensieri che alimentano il sentimento di rabbia.
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SMONTA - Smontare i pensieri negativi che hanno generato la rabbia. Questo può servire ad evitare che la collera si tramuti in furore. Prima si smontano i pensieri negativi e più si è efficaci per il proprio benessere.
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FAI USCIRE - Far uscire i pensieri negativi da dentro di sé. Chi ha la tendenza a trattenere il negativo rimuginandoci deve obbligatoriamente far uscire fuori i pensieri negativi; anche attraverso semplici esercizi.
Alcuni esempi: visualizzare il pensiero negativo e tirarlo fuori attraverso un respiro profondo e sonoro oppure scrivere su un foglio tutto il negativo trattenuto fino a quel momento per poi - senza pensare e senza rileggere - strapparlo con enfasi.
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IL PANICO E LA MINACCIA
Il panico è una sensazione di paura collettiva e improvvisa; il coronavirus si è impossessato delle nostre vite con eccessiva rapidità, tutto è stato troppo veloce per poter essere elaborato e questo ha portato ad atti avventati e inconsulti; ad esempio l’acquisto eccessivo di generi alimentari.
Nel futuro, il perdurare di questa minaccia, potrebbe determinare altri atti avventati; ad esempio a causa dei problemi economici e della mancanza di una visione del futuro abbiamo avuto in alcune città d'Italia gli assalti ai supermercati.
L’uomo ha una grande capacità di adattamento che purtroppo in questa occasione è stata messa a dura prova; in una settimana abbiamo dovuto cambiare la nostra vita e conseguentemente i nostri schemi mentali e cognitivi.
Ogni giorno ascoltiamo notiziari estremamente minacciosi e vediamo immagini distruttive che ci espongono a queste emozioni; evitiamo la sovraesposizione mediatica come ho suggerito più volte ai lettori della Gazzetta di Lucca perché le conseguenze sul nostro benessere psicologico potrebbero essere estremamente negative.
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LA SOFFERENZA DELLE PERSONE MALATE
E’ importante parlare delle persone positive al coronavirus e dei malati.
Le persone che sono state contagiate dal coronavirus sono da sole, in isolamento e possono sentirsi respinte.
Il malato che si trova in casa in quarantena oppure in ospedale avrebbe bisogno del supporto delle persone che ama; queste situazioni attivano meccanismi emotivi e cognitivi che potrebbero lasciare una traccia nel caso in cui non venissero elaborati.
Le persone malate o positive al coronavirus potrebbero far nascere dentro di loro IL SENSO DI COLPA; la paura di aver contagiato altri e questa emozione potrebbe essere assunta dalla persona in modo generico e traslata in altre situazioni della sua vita andando ad incidere sulla sua autostima.
I rituali e le regole sociali sono cambiate troppo rapidamente; per abitudine davamo la mano o abbracciavamo la persone che incontravamo, oggi non è più possibile e la reazione inconscia a questo cambiamento è il RIFIUTO ossia la sensazione di essere respinto e non importante.
E’ molto importante che riflettiamo e prendiamo consapevolezza di questi cambiamenti e delle emozioni che si muovono dentro di noi.
Cercare di normalizzare e legittimare tutte queste emozioni può essere utile per calmarci e darci una spiegazione di cosa sta accadendo dentro di noi; come dico spesso ai miei pazienti: “Dobbiamo attaccare il cartellino con le spiegazioni di cosa ci sta accadendo emotivamente”.
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LA DEPRESSIONE
Con il passare del tempo si potrebbe inserire un disturbo depressivo; le persone possono iniziare a sentire sempre più la mancanza di contatti, relazioni, attività significative che erano solite dare loro sensazioni piacevoli e valore alla loro vita.
E’ davvero importante sfruttare i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione per rimanere in contatto virtuale - in modo equilibrato - con gli amici e le persone care, scegliendo con cura le persone di cui fidarsi e affidarsi.
Vi saluto con una riflessione della Presidente EMDR Isabel Fernandez: “E’ fondamentale supportare la resilienza: proprio come il nostro corpo è dotato di un sistema immunitario, il nostro cervello è in grado di adattarsi psicologicamente a situazioni avverse grazie alla sua resilienza. È importante estendere la prospettiva di ciò che sta accadendo: non siamo indifesi anche se non possiamo cambiare le cose”.
Un carissimo saluto e abbiate cura di Voi!
Manuela Giuliani
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