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Ma per davvero vogliamo arrivare al punto che due più due faccia cinque e non quattro come è nella realtà?
Non sto dando i numeri, ma semplicemente riallacciandomi all’epilogo di “1984” di George Orwell, fase emblematica del romanzo, in cui Winston Smith, dopo aver subito torture e vessazioni corporali e mentali di ogni genere, si assoggetta totalmente al pensiero totalitario imposto dal Grande Fratello al punto tale da accondiscendere che due più due faccia cinque e non quattro …
Questa è la terza volta che nei miei interventi su La Gazzetta cito questa magnifica opera.
Perdonatemi ma non riesco a farne a meno … perché in tempi di Covid-19 è un libro dai contenuti talmente attuali da far venire i brividi.
L’analogia non è riferita (almeno per ora .. poi di questo passo, chissà!) alle pratiche fisiche imposte ai disertori politici del pensiero comunista, quanto al lavaggio del cervello perpetrato nei loro confronti tanto da indurli alla pazzia. Per cui non posso non accostare le vicende raccontate in “1984” a ciò che sta accadendo ai giorni nostri dove politici, virologi, tuttologi, mass media e qualunquisti ci hanno arrovellato il cervello da farci perdere ogni cognizione di causa impostando le nostre vite solo ed unicamente sotto l’egida del famigerato Covid-19.
Allora eccoci tutti - io a dire il vero neanche tanto, perché in tutta onestà ho più paura che mi venga un tumore che di contrarre il corona -, a disinfettarci, sterilizzarci, indossare guanti, mascherine e visiere anche tra le pareti di casa o in auto da soli..
Per non parlare di quel che succede in strada, a piedi, dove assisto a volte a certe giravolte per non incontrarsi
da sganasciarsi dalle risate .. Gente che rischia di finire sotto una macchina pur di non scambiarsi con una persona ..
Vogliamo poi parlare delle distanze da tenere nei locali pubblici? Quelle sono pazzesche … Personalmente ho smesso anche di prendere il caffè al bar perché mi suscita tristezza mista a ribrezzo il doversi trattare come appestati… o addirittura fare la fila fuori stile Soviet anni venti ..
Quindi, onde evitare di lasciarmi scappare qualche parola di troppo, evito di frequentare quei luoghi dove l’unica logica imperante è quella legata a ciò che “In Alto” vogliono inculcarci nelle nostre teste troppo spesso vuote … e cioè che oggi, anno 2020, se non si sottintende alle rigide regole imposte dallo Stato Italiano con un governo che non abbiamo votato e che sta in piedi tra inciuci e sotterfugi, si muore solo di Sars-Cov2.
Le altre malattie sono scomparse, tanto che dai primi di marzo sono saltati tutti i protocolli di prevenzione che fino al 29 febbraio ci dicevano essere di fondamentale importanza per salvaguardare la nostra salute. Al momento attuale le liste per esami o controlli diagnostici sono bloccate, ergo devo dedurne che non ci si ammala di altro che non sia quel dannato virus importato dalla Cina come del resto ogni altro oggetto che costella la nostra quotidianità.
Stiamo diventando degli automi. Le giornate sono scandite da termo scanner, mascherine e guanti (per altro introvabili o a prezzi pazzeschi); le azioni che compiamo sono esercitate esclusivamente tramite app, telefonini e marchingegni tecnologici che ci fanno perdere l’arte del pensare, del riflettere e il privilegio di capire e decidere del nostro futuro.
Proseguendo in questa direzione non faremo nemmeno più figli perché perderemo il contatto umano e l’essenza e la gradevolezza della fisicità.
E allora sì … finirà per davvero che due più due farà cinque.
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Anche in Italia va da vari anni crescendo la cultura della bicicletta, specie nelle città della Pianura padana e del Trentino-Alto Adige. A Lucca se ne sta riscontrando qualche timido cenno; ma è in questo scorcio di primavera che l’evenienza del Coronavirus va imponendo un deciso impulso all’ uso delle due ruote non inquinanti: anche per la Piana di Lucca e Capannori si stanno infatti levando solleciti a favore di nuove Piste ciclabili. Ma, piste o non piste, un ben preciso progetto è possibile proporre.
Sottopoggio è una porta di accesso all’ Area commerciale e industriale di Guamo, verso la quale da Lucca affluivano e stanno ora riaffluendo centinaia di lavoratori: tutti, o quasi, con auto propria. Veramente un invito alla bici esiste, cioè una pista che da San Concordio conduce a Pontetetto. Ma qui interviene un grosso ostacolo: la ciclabile termina (oltretutto sul lato sinistro), mentre pericolosamente la Strada statale si restringe tra le case e ancor più sul ponte, togliendo ogni impulso a proseguire; e infatti i ciclisti sono ben pochi, locali.
Però una soluzione ci sarebbe: il Ponte dei Frati.
Al termine della ciclabile, dalla Chiesa di Pontetetto Via Santeschi, pochissimo trafficata, porta al Cimitero e poco oltre incontra un grosso Cippo, a ricordo di una azione partigiana che utilizzò proprio il vicino ponte sull’ Ozzeri. Percorsi 200 metri su un argine ampio e piano, ecco l’ antico (ha oltre due secoli di età) PONTE PEDONALE: le spalle in pietra appaiono solide e perfette, mentre l’ arcata metallica è arrugginita e cadente, tanto che da vari decenni è sbarrata. Il Ponte si trova in Comune di Lucca ed è di sua competenza. Al di là, altro breve argine e breve via campestre e si entra in Comune di Capannori; una carrareccia e poi una stretta via asfaltata portano a sfociare proprio a Sottopoggio.
Nel 2017 il prof. Angelo Nerli (a suo tempo e a lungo Primario radiologo nel nostro Ospedale) promosse una sottoscrizione popolare per il ripristino del Ponte raccogliendo ben 1732 firme, che vennero di persona portate ai Sindaci di Lucca e di Capannori.
In entrambi i Comuni la proposta venne apprezzata e di massima approvata: qualcosa in merito fu fatto ma ancora il progetto langue. Che sia questo il momento buono per rilanciare l’iniziativa ?
Del suo scopo preminente si è detto: accesso non motorizzato all’ Area lavorativa di Guamo. Ma consideriamo anche l’ aspetto turistico.
La zona è’ amena e il sito è cruciale per l’attraversamento dell’Ozzeri. Itinerari ciclo-pedonali est-ovest e nord-sud, già in essere o in progetto o in auspicio, vedono nel Ponte dei Frati un nodo pressoché obbligato. Infine anche la memoria storica, di cui il ricordato Cippo è testimone.
A conclusione, una considerazione in tema di “pista o non pista”. In Olanda, paese simbolo dell’ andare in bici, tutte le carrozzabili a forte traffico sono costeggiate dalla propria, esclusiva, ciclabile. Tuttavia molte vie, strette e poco trafficate, sono aperte ai mezzi motorizzati ma “con precedenza alle biciclette”. Guarda caso, una soluzione del genere (che non comporta le spese richieste per una Pista esclusiva) la troviamo proprio a due passi da noi, cioè tra il Lido di Camaiore e il Capoluogo. Sarebbe questa la soluzione da attuare per gli accessi al Ponte dei Frati.