Il percorso archeo-naturalistico dell'ex Lago di Sesto si è affermato, quest'anno, come una delle esperienze più immersive della Lucchesia per chi desidera vivere da vicino la storia e l'ambiente del territorio. Il progetto – frutto della collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca, Massa Carrara e Pistoia, il Comune di Porcari, l'Oasi Lipu Massaciuccoli e Arké archeologia sperimentale – ha riportato alla luce il sistema delle antiche fattorie romane dell'area di Fossa Nera, con l'obiettivo di valorizzarne la ricchezza documentale e paesaggistica.
Il percorso, accessibile da via del Rogio, si snoda per circa tre chilometri tra campi coltivati, boschetti, il corso del Rogio stesso e i resti murari di due fattorie romane. Lungo il tragitto ci sono i pannelli a guidare i visitatori con testi, immagini e QR code che rimandano a focus su archeologia, biodiversità e birdwatching. Un ambiente integro e suggestivo, reso pienamente fruibile grazie agli interventi di miglioramento dei sentieri e alla cura del verde.
Su questa base solida si è sviluppato un ciclo di visite guidate e laboratori che, tra marzo e ottobre, ha registrato risultati eccellenti sia in termini di partecipazione sia di qualità della proposta. Le passeggiate tra racconto archeologico e naturalistico condotte dall'archeologa Marta Bruschini di Arké, su incarico della Soprintendenza, e dalle biologhe e guide ambientali Chines e Giannotti, in collaborazione con Legambiente Capannori e Piana lucchese, hanno coinvolto gruppi sempre più numerosi a testimonianza di un crescente interesse verso forme di fruizione lente, guidate e consapevoli del paesaggio.
Molto partecipate anche le visite tematiche con laboratorio: Per Fumum del 10 maggio ha accolto 30 persone, Le monete etrusche del 24 maggio ne ha registrate 28, mentre la giornata nazionale F@Mu del 12 ottobre ha portato sul percorso 29 tra adulti e bambini per l'attività I delfini di Fossa Nera. Tutte iniziative che hanno unito racconto storico, osservazione naturalistica e sperimentazione. Determinanti, per questo successo, l'attenta manutenzione del verde e la capillare attività di comunicazione che ha contribuito a far conoscere il valore del percorso anche oltre i confini comunali, messe in atto dal Comune di Porcari.
Coinvolte in questa 'rinascita' anche le scuole: tre classi quinte dell'istituto comprensivo Pea hanno preso parte alle attività educative, dalle visite nelle aule didattiche archeologiche ai laboratori sulla scrittura etrusca, fino alla giornata di esplorazione sul percorso di Fossa Nera. Un impegno sostenuto dal Comune con un servizio bus dedicato alle uscite formative.
La funzionaria archeologa Neva Chiarenza, responsabile del progetto di riqualificazione dell'area per la Soprintendenza, torna a sottolineare come la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico passi soprattutto attraverso la collaborazione e la conoscenza: "Bisogna continuare a raccontare questi luoghi perché la memoria e la consapevolazza sono la prima forma di conservazione".
Per l'assessora alla cultura di Porcari, Eleonora Lamandini, il successo delle visite è la conferma della forza di un progetto capace di parlare a pubblici diversi: "Il percorso archeo-naturalistico sta restituendo identità e conoscenza a un luogo straordinario. Vedere famiglie, scuole e appassionati vivere questo bene comune con curiosità e rispetto è la prova che la cultura può essere esperienza quotidiana. È un lavoro corale, costruito con professionalità e passione, che ci permette di riscoprire insieme la nostra storia e imparare ad avere cura del nostro patrimonio paesaggistico".
Un anno dopo il suo rilancio il percorso delle 100 fattorie romane conferma dunque la sua natura di spazio vivo e motiva tutti i soggetti coinvolti a lavorare ancora per proporre, anche nel 2026, un calendario di iniziative aperte alla partecipazione di tutti e tutte.



