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Martedì 24 Giugno 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da luciano fanucchi
Piana
30 Dicembre 2024

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L’obiettivo della Associazione Culturale Ponte è quello di valorizzare tutte le testimonianze che rappresentano la civiltà contadina del passato attraverso pubblicazioni, mostre e quanto ritenuto necessario per trasmetterne memoria.
La mostra iconografica, allestita al museo Athena di Capannori, dal titolo “Presepi e… Capannelle” vuole appunto ricordare come la rappresentazione della natività nel recente passato venisse denominata con il termine “Capannelle” sostituito poi dal vocabolo “Presepio”. Potete osservare, nelle foto esposte, tutta una serie di rappresentazioni della natività le più disparate, dove la fantasia dell’autore ha utilizzato materiali diversi e originali. L’associazione Ponte, in collaborazione con i ragazzi del progetto borsa lavoro Anffass, finanziato dalla fondazione Cassa di Risparmio e dal comune di Capannori, ha voluto riproporre “Le Capannelle”. Questo tuffo nel passato risponde a dei canoni precisi per la realizzazione. 
In sala, in un angolo, su un tavolo o un appoggio di fortuna ci si adoperava per realizzare al meglio la rappresentazione della natività. Sullo sfondo, a coprire la parete, veniva fatta una fitta siepe di verdura composta da rami di stipa, agrifoglio, corbezzolo, pino, alloro e a volte qualche ramoscello di olivo. Con dei ciocchi di legna, scelti per l’occasione, si cercava di riprodurre le colline e le montagne riprendendo il paesaggio che ci circonda con i contorni dei monti pisani o delle Pizzorne. Sulle colline così costruite veniva messo, per renderle maggiormente credibili, del muschio (borraccina) che rappresentava la parte coltivata e sulle cime più alte, a volte, un po’ di farina per creare l’effetto neve. Per il muschio e la verdura andavamo, in bicicletta con una sporta, sulle colline dove nel bosco trovavamo l’occorrente per impreziosire le nostre capannelle. La grotta, normalmente nell’angolo, era fatta con un ciocco scelto con particolare attenzione, doveva avere un incavo e sarebbe stato la grotta. Era consuetudine conservarlo, di anno in anno, per assolvere al compito di raccogliere al proprio interno l’avvenimento più importante la nascita del bambino Gesù. In genere la statuina del bambino veniva posto, nel suo lettino di paglia, la sera del 24 prima di recarsi alla Messa di mezzanotte.
Il paesaggio in cui si svolgeva la scena era quello da noi conosciuto. La regola voleva che vi fossero le stradine di ghiaia, che partivano dall’esterno e convergevano verso la grotta, su di esse avrebbero transitato i personaggi che si recavano ad adorare il santo bambino. Un lago era generalmente uno specchio che ben rappresentava l’acqua, con la segatura si rappresentava il deserto che avrebbe visto transitare i re magi accompagnati da qualche cammelliere. Nei giorni antecedenti l’epifania i personaggi si avvicinavano alla grotta dove avrebbero reso omaggio al divino fanciullo. Alcune palme, poste nel deserto, avrebbero dato un tocco esotico ad un paesaggio inusuale. Non poteva mancare un ponticello, a cavalcioni di un rigagnolo che, partendo dalle colline, confluiva nel laghetto. Una costante era il castello di Erode. Era ora il momento di porre i personaggi, tutti in viaggio verso la grotta, pastori, pastorelle e tutta una varia umanità che, lasciate le loro occupazioni quotidiane, si recavano a rendere omaggio al re dei cieli. 
L’associazione culturale Ponte con i ragazzi del progetto borsa lavoro, di cui riportiamo i nomi Bolognesi Nicola, Bulla Samuel, Fagnani Arianna, Maionchi Irene, Pierottello Andrea, hanno realizzato le capannelle. I ragazzi ci hanno suggerito per la realizzazione delle statuine, così venivano chiamati i personaggi che animano le Capannelle, tappi di sughero e bottigliette sapientemente rivestiti e che fanno bella mostra nell’ambiente del museo Athena. 
Inoltre, nelle sale a piano terra del museo, una interessantissima mostra iconografica dal titolo Presepi e … Capannelle che ha come soggetto la natività con l’esposizione di pregevoli immaginette devozionali, molte di produzione locale.
La mostra resterà aperta fino al 7 gennaio 2025 Orario di visita: Martedì 9-13, Giovedì 9-13, Venerdì13-19, Sabato 10-13, 16-19. Ingresso libero.

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