Una sanità a misura d’uomo che ritorni alla sua naturale dimensione territoriale, servizi che ascoltino le esigenze locali, le Case della Salute che offrano i servizi previsti, il Pronto Soccorso che sia un luogo di effettiva presa di carico e che ogni persona possa interloquire con la propria ASL in maniera facile e veloce.
È quanto il Coordinamento provinciale di Lucca ha presentato quest’oggi lunedì 25 agosto in Piazza della Concordia, davanti all’ospedale ex Campo di Marte, in vista del referendum consultivo regionale sulla sanità.
“È chiaro – ha affermato il segretario di Rifondazione Comunista di Lucca Giulio Strambi - che la sanità in questi ultimi decenni sia stata assolutamente devastata, innanzitutto da scelte nazionali, che vengono dalle politiche di ostilità dell’Unione Europea, e dai tagli continui. I cittadini hanno visto i posti letto chiusi, pronti soccorso che non funzionano, le lunghe file di attesa per gli esami diagnostici e per le visite specialistiche. È arrivato il momento di dire basta a tutto questo, è inaccettabile. Tra l’altro, si va contro ad un principio costituzionale che assicura a tutti i cittadini le cure. Oggi non è così. Quindi, prendendo atto di questa situazione, c’è la proposta di un referendum, che incida su una legge regionale del 2015 che ha accorpato le Asl. Questo accorpamento delle Asl insieme alle altre ragioni, come la scelta di privatizzare e tagli alla spesa, ha peggiorato ancora la situazione. Le liste di attesa si sono allungate ancora di più, i posti letto sono stati tagliati e nulla funziona, i cittadini sono lontani dai luoghi dove si decide. Quindi noi non diciamo illusoriamente che questo referendum risolverà tutto, però costringerà finalmente la regione toscana, chiunque vinca le prossime elezioni, sia il centro destra che il centro sinistra sostanzialmente, a porsi a pari livello nazionale ed a rivedere le scelte che sono state fatte. Con la proposta di questo referendum vedremo come risponderanno e li sfideremo a dire: difendiamo l’esistente, che va peggiorando di giorno in giorno, oppure accogliamo questa risposta del cambiamento?”.
Ha preso poi la parola Leonardo Mazzei del Fronte del dissenso: “La fondazione GIMBE, nel convegno che fece qualche mese fa qui a Lucca, ha rivelato che in Italia ci sono cinque milioni e novecentomila persone che non hanno accesso, per via delle enormi liste di attesa, alla sanità pubblica, e non hanno i soldi per pagarsi le cure private. Siamo in una situazione drammatica”. Infine, Gemma Urbani, del comitato Sanità Lucca, ha ricordato di come, proprio in questi giorni, ci siano state due lettere ai giornali di persone che hanno delle cronicità gravi e che non sono più in grado di accedere ai servizi di cura ai quali gli era permesso avere accesso negli anni. “Una difficoltà per quello che riguarda le cronicità – ha espresso a tal proposito. Ripetiamo da anni che la popolazione italiana è sempre più vecchia, con pluripatologie. L’ospedale di Lucca era stato costruito proprio per intensità di cura, ma le persone vengono mandate a casa dopo quattro o cinque giorni per poi ritornare. Lo chiamiamo il fenomeno delle porte girevoli, gli anziani entrano ed escono, specialmente d’estate. A Lucca non c’è un reparto di riabilitazione, quindi noi chiediamo che sia ripristinato un reparto di lungodegenza, assolutamente necessario, e siano assicurati, per lo meno, quegli otto posti letto che sono stati previsti quando è stato costruito il San Luca. I tagli gravano principalmente su questi settori, disabilità e senilità. Negli ospedali è cresciuta a dismisura la burocrazia e la digitalizzazione, che superano di gran lunga l’attenzione alle cure”.
Una volta raggiunto il numero di firme necessario, si andrà al voto e, se il quesito proposto verrà approvato dalla maggioranza dei votanti, i cittadini potranno pronunciarsi e la Regione non potrà sfuggire ad un’ampia discussione che porti alla riorganizzazione territoriale della sanità in Toscana. “Noi siamo solo un megafono di queste criticità – ha concluso Gemma Urbani – e quindi invitiamo tutti a venire a firmare ai vari banchetti che ci sono perché sollecitino la politica”.