La sera dell’8 novembre 1978 ero in servizio di picchetto alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, quando giunse un carro attrezzi con un’auto crivellata di colpi. Doveva essere sottoposta agli esami di rito da parte del Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche, antesignano dei C.S.I. “de noantri”, i RIS. Vi era stato ucciso con l’uomo di scorta e l’autista, dalle FCC (Formazioni Comuniste Combattenti), a Patrica (FR), il dr. Fedele Calvosa, Procuratore Capo di Frosinone. I vetri erano crivellati, tappetini e pavimento erano impastati di sangue in parte coagulato, fra frammenti di vetro e una lente di occhiale. Fu la prima volta che “vidi” il terrorismo.
Il 4 marzo 2024 ha chiuso la sua vita terrena per tumore Barbara Balzerani, che per Wikipedia è “terrorista e scrittrice”. Meno male che l’enciclopedia online non è considerata fonte bibliografica attendibile, ad ogni modo la prof. universitaria Donatella Di Cesare ha ritenuto giusto piangerne il decesso. Meno male che se lo devono essere ricordato gli elettori calabresi, pronti a negarle il supporto alle ultime regionali. Compagna Luna fece girare più di qualche scatola quando sui social chiese se vi fosse qualcuno pronta ad ospitarla per il “40ennale”, intendendo dell’attentato brigatista di via Fani, in cui fu rapito Aldo Moro e soppressa la scorta.
Il 6 novembre 2025 Anna Laura Braghetti – carceriera di Moro e killer, fra gli altri, di Vittorio Bachelet, vice del CSM – si è ricongiunta a “compagna Luna”, a seguito di tumore, ed è iniziata la corsa a dire al mondo intero quanto fosse stata sempre pronta a difendere i deboli.
Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, sta presentando l’ultimo suo libro, “Neanche un filo d'erba, Socioanalisi narrativa di un carcere minorile”, scritto con Paolo Bellati per la casa editrice “Sensibili alle foglie”. Postula l’eliminazione del carcere minorile. Già, tanto, un delinquente in più in giro che sarà mai? Al massimo a sinistra diranno che c’è solo la “percezione” di un maggior tasso di criminalità. I proventi andranno per le spese legali degli arrestati durante le recenti devastazioni della stazione di Milano.
Sull’altro versante Francesca Mambro e “Giusva” Fioravanti, dopo aver lastricato la loro strada di morti e aver anch’essi ricevuto pene “esemplari”, possono coccolarsi una figlia che molte delle vittime di questi personaggi non hanno più potuto tenere stretta.
Diversi per ideologia, ma saldamente accomunati da un insolito destino, roba da farci un titolo la grande Lina Wertmuller dai pazzi occhiali. Tutti dopo poco più di 20 anni di galera erano fuori, anche grazie all’affannarsi di sigle, le più strane, interessate ad offrir loro un lavoro e la possibilità di redimersi. Nessuno doveva toccare Caino, che beninteso aveva potuto “toccare” chi gli era parso e piaciuto. Alla faccia dei parenti di coloro che avevano soppresso. E tutti scrivono e trovano chi gli stampa, compra e presenta i libri. Dicono di avere dentro un peso indicibile, beh potrebbero alleviarlo ristorando i danni alle famiglie delle loro vittime col lavoro o, almeno, col silenzio.
Oggi leggo dei distinguo fra la Balzerani, mai pentita e – al contrario – orgogliosa del suo passato, e la “povera e tanto buona” Brachetti. Per non parlare di chi scrive che in fondo Curcio non ha mai ucciso. Già, pure Hitler e, forse, Stalin e Pol Pot, che magari erano anch’essi pieni di sensibilità … per le foglie. E m’è capitato anche di sentir parlare di “Giusva” come un “fratello paracadutista”, per quei pochi mesi alla Scuola di Paracadutismo di Pisa, “uno che uccideva obbiettivi di spicco”, già, peccato che ci sia anche qualche agente e carabiniere fra le sue vittime. Al netto della strage di Bologna per la quale, ancorchè condannato, nega e gli voglio credere, tanto nulla costa.
Beh, penso che dovremmo star attenti a queste derive buoniste e “accomodatrici”, e andare dritto al sodo. Anche se la “giustizia” italiana, con quella politica che forse credeva di risolvere tutto con il perdono, li ha rimessi in circolazione, senza irregolarità formali e costituzionali, nel pieno rispetto della legge, ricordiamoci che hanno deciso di sopprimere delle persone, a volte solo per sottrargli l’arma.
Beh, che dire. In quegli anni ero un imberbe allievo, prima, e poi un giovane subalterno, con tanti sogni, ma attento a tenere la pistola a portata di mano. Quei tipi avevano la brutta abitudine di sorprenderti e – nella migliore delle ipotesi – gambizzarti per portarti via l’arma. Riferendosi a loro, non provo vergogna a dirlo, veniva spontaneo augurargli un cancro. Non un colpo, no, un cancro, perché soffrissero a lungo e molto. Erano peggio che nemici, erano “il male”. Se ci siamo dannati “oltremare” per soccorrere un nemico ferito, non posso mettere la mano sul fuoco che avremmo fatto lo stesso per uno di loro, dati i trascorsi. E del resto Prospero Gallinari, ferito gravemente alla testa in un conflitto a fuoco, riuscì a sopravvivere, a dimostrazione che fosse gente dura a morire.
Lo Stato – spero lo abbiano ben presente – ne ha uccisi davvero pochi. Ogni cattura era eseguita cercando di prenderli vivi, sicuramente in quanto non s’immaginava quanto poco sarebbero rimasti dietro le sbarre. Ma anche perché lo Stato deve avere uno stile.
Credo pertanto che ai familiari delle vittime non resti che ribadire loro il vecchio, torvo, augurio. Al netto di piagnistei e genuflessioni, libri e tavole rotonde, son rimasti quelli di una volta.
Brigate rosso-nere
Scritto da carmelo burgio
Politica
08 Novembre 2025
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