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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
28 Maggio 2021

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I necci, che sono considerati una "gloria locale", i "tordelli" (rigorosamente con la d), la farinata, la minestra di farro o la "marmugia del Guinigi" e una carrellata di dolci: dalla "crème-caramel alla Puccini" al buccellato, la treccia dolce aromatizzata all'anice che arriva addirittura dall'Antica Roma.

E' un percorso scandito dalle ricette della tradizione, quello proposto da La Cucina di Lucca, uno degli 8 percorsi enogastronomici proposti da Artour Toscana (http://toscana.artour.it), progetto di Artex che offre ai viaggiatori spunti per conoscere la regione attraverso percorsi fuori dei circuiti di massa e promuovere un turismo culturale lento, consapevole, sostenibile. A fare da guida in questo tour tra paesaggi, patrimonio artistico e pietanze è lo storico Franco Cardini.

"Lucca è una città aristocratica, fiera della sua indipendenza repubblicana mantenuta fino all'Ottocento e ha comunicato al suo territorio questa fierezza" scrive il professore nelle sue note antropostoriche a corredo dell'itinerario. "Nel triangolo di costa chiusa ad ampio golfo, tra Mar di Liguria e Tirreno, le città "minori" guardano ad essa come alla loro metropoli meridionale; poi ci sono Parma a nordest e Genova a nordovest. Questa toscanità signorilmente un po' "tenuta a bada" si riflette sul cibo. I lucchesi amano i primi "asciutti" di sfoglia ripiena;  ma li chiamano "tordelli", con la d (non tortelli né tantomeno tortellini): e nel ripieno, con la carne di manzo e  di maiale, le uova e la bietola lessata ci mettono il formaggio parmigiano ed – ebbene sì – la mortadella bolognese".

Sul sito Artour Toscana il percorso è illustrato attraverso una descrizione, l'elenco e le schede delle aziende e le attività con cui gustare i prodotti tipici, e una mappa geolocalizzata che indica il tracciato e i luoghi di interesse.

Il tragitto proposto copre 30 chilometri dalla Garfagnana alla costa: Gallicano, Collemandina, Lucca, Capannori e Viareggio, da fare in sei tappe golose, in agriturismi, laboratori, botteghe. Il percorso è segnato dal pane appena sfornato del Panificio Brogi-cooperativa Mirò, dalle coltivazioni tipiche dell'Appennino Tosco-Emiliano dell'Agriturismo "La Lupaia", dalle farine macinate nel Mulino di Piezza, in attività dal 1736, dai dolci Taddeucci, dalla pasta artigianale del Pastificio Toscano, e dalle specialità del Fornaio Fratelli Gatti. "Ma non si può dirvi tutto" conclude Cardini. "Vi lasciamo al piacere del viaggio e della sorpresa".

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