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Venerdì 27 Giugno 2025
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Scritto da francesca giorgetti
Cronaca
26 Giugno 2025

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È stato ufficialmente presentato oggi, giovedì 26 giugno, un progetto che coniuga storia, spiritualità e tecnologia: “Icone sacre. Ritorno alle origini”. L’iniziativa mira a valorizzare gli elementi religiosi del centro storico di Lucca, concentrandosi in particolare sul ripristino dell’antica edicola votiva di Chiasso Barletti. Un tempo ospitava una terracotta policroma raffigurante la “Madonna con Bambino”, opera attribuita a Donatello, ora conservata al Museo Nazionale di Villa Guinigi.

Il progetto nasce da una stretta collaborazione tra diversi enti: il Comune di Lucca, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Lucca e Massa Carrara, l’associazione Italia Nostra – che ha proposto il reinserimento delle copie delle Madonnine già a inizio anno – il Rotary Club di Lucca, il Museo Nazionale di Villa Guinigi e l’Arcidiocesi di Lucca. La proposta prevede la creazione di una replica in resina dell’opera, ottenuta attraverso una scansione 3D ad alta precisione, che consentirà di riprodurre fedelmente l’aspetto e i colori originali dell’opera rinascimentale.

Questa nuova copia, realizzata con tecnologie all’avanguardia, sarà ricollocata nella nicchia storica, situata all’angolo tra Chiasso Barletti e via Santa Lucia. Prima dell’installazione, verranno effettuati lavori di controllo e restauro della struttura. Tutti i dettagli del progetto saranno regolati tramite un Accordo di Programma tra i soggetti coinvolti.

Il restauro ha visto la partecipazione di professionisti del settore, come i restauratori Carolina Cannizzaro e Massimo Moretti, ed è stato reso possibile grazie al supporto tecnologico dell’azienda milanese AerariumChain, specializzata in riproduzioni digitali ad alta risoluzione per scopi culturali e didattici.

Il sindaco Mario Pardini e l’assessore al decoro urbano Paola Granucci hanno evidenziato l’importanza simbolica e culturale del progetto: riportare la Madonna di Chiasso Barletti nel suo luogo originario non è solo un gesto di conservazione artistica, ma anche un modo per restituire dignità e identità a una parte importante del tessuto urbano. “È un segnale forte – ha affermato il sindaco – che dimostra come la memoria storica possa animare i luoghi quotidiani e rilanciare anche la vocazione turistica e commerciale del centro storico”.

Anche Ilaria Boncompagni, responsabile per la tutela del patrimonio storico-artistico della Soprintendenza, ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto. “Questo intervento – ha spiegato – restituisce alla città un legame con la sua storia religiosa e civile, stimolando la riscoperta di tradizioni che rischiano l’oblio. Riportare alla luce queste immagini sacre è parte della missione della Soprintendenza: far rivivere il passato nelle strade e nel cuore della collettività.”

Angelica Giorgi, rappresentante di Italia Nostra Lucca, ha auspicato che questo sia solo il primo passo: in programma c’è anche la ricollocazione di altre due sculture devozionali, una in piazza Bernardini e un’altra nel passaggio tra corte Campana e piazza Sant’Alessandro, entrambe raffiguranti la Madonna con Bambino e legate alle botteghe di Civitali e Donatello.

Per il Rotary Club di Lucca, questa iniziativa rappresenta la conclusione dell’annata 2024-2025, che ha segnato i 90 anni del club con attività dedicate alla promozione dell’arte e della cultura locale. Dopo il restauro della statua del Cristo Eucaristico, ora visibile al Museo di Villa Guinigi, il Rotary ha scelto di sostenere anche la riproduzione dell’opera mariana, con l’obiettivo di rinvigorire i percorsi spirituali legati al culto del Volto Santo.

Massimo Dadà, direttore ad interim dei Musei Nazionali di Lucca, insieme a Luisa Berretti, direttrice del Museo Nazionale di Villa Guinigi e del Museo di Palazzo Mansi, hanno sottolineato il valore del progetto: da un lato, favorisce la conservazione dell’originale custodito in museo, dall’altro invita i cittadini a riscoprire il patrimonio esposto nei luoghi della cultura lucchese.

L’iniziativa rappresenta un primo passo di un piano più ampio, volto a reinserire nel contesto urbano altre immagini sacre rimosse in passato per motivi di conservazione. Un’operazione che guarda al futuro con strumenti innovativi, ma che affonda le radici nel senso più autentico della tradizione e della memoria cittadina.

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