Anno XI 
Martedì 3 Giugno 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
claudio
claudio5

Scritto da carmelo burgio
Cronaca
01 Giugno 2025

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“5 a 0” era il titolo di noto film del 1932, basato sulla vera sconfitta della Juventus ad opera della Roma, allo stadio di Testaccio, il 15 marzo 1931. Era la Juve dei 5 scudetti consecutivi, il primo cucito proprio pochi mesi dopo la batosta storica. Credo ne verrà fatto il “remake”, magari cambiando protagonisti per dare maggiore freschezza alla storia.
Il guaio è che la Francia ha bissato, anzi direi “trissato”, il 5 a 0 che il PSG ha rifilato a un’Inter che nessuno avrebbe pensato finisse l’anno con “zero tituli”.
Un altro 5 a 0 all’Italia può essere considerato quanto accaduto in piazza, a Parigi. Nessuno avrebbe mai pensato che, dopo una vittoria del genere, si spaccasse la città e mezza Francia. Eppure la civilissima polizia francese, quella per la quale non c’è bisogno di indagare se sia razzista come le italiche forze dell’ordine, è stata aggredita da torme di dimostranti, in cui la provenienza dalle banlieue e l’origine africana erano assai diffuse. A questo punto – per inciso – così come il calcio dell’Inter e d’Inzaghi è apparso notevolmente indietro a quello di Louis Enrique, dobbiamo ammettere che indietro lo sia anche la nostra società, rispetto alla loro. Visto che ancora i nostri tifosi fanno caroselli di auto strombazzanti sventolanti bandiere, bagni nelle fontane, ma uno scempio del genere ancora non l’hanno concepito. Ad ogni modo, non perdiamo le speranze, se i progressisti avranno modo di tornare al potere, compiremo questo passo avanti anche noi, alimentando le nostre banlieue e le nostre torme d’irregolari arrabbiati, con un’iniezione di clandestini.
Ma il 5 a 0 davvero epocale, per cui mi son permesso di creare il neologismo “trissare”, lo ha inflitto la loro polizia alla nostra, trascinando in carcere, per il casino del 31 maggio sera, oltre 500 persone.
Già. Questo è lo smacco più sonoro.
A parte il fatto che anche stavolta ha potuto bastonare “i soliti noti” d’etnia e provenienza – anche politica – facilmente individuabile, senza che i santoni di Bruxelles abbiano dubitato sulla presenza di sentimenti xenofobi o nazi-fascisti fra i COPs, la meraviglia risiede nel numero davvero notevole di persone finite dietro le sbarre. Le nostre unità anti-sommossa un tale numero di arresti – durante manifestazioni di piazza – hanno bisogno di un paio di decenni per totalizzarlo. E se provassero a farlo in una notte sola di follia, sarebbe sicuramente visto come un tentativo di ripristinare il regime dello sciagurato ventennio. E si darebbe il via a interrogazioni parlamentari, speronamenti degli autobus per il trasporto detenuti ad opera di tram affidato alla Karola Rakete, occupazione del Parlamento ad opera della Salis, mentre Soumahoro bersaglierebbe il Ministro Piantedosi coi pomodori che tutti i giorni raccoglie nell’agro pontino, muovendo sui suoi stivali delle sette leghe.
Quando ho letto “595 arresti” ho pensato a una fake news, invece era tutto vero. Sembra 491 a Parigi, il resto nelle altre aree del paese.
Mi aspetto quindi che, a somiglianza dalle ripetute ingerenze straniere nelle vicende italiche – dalla speronatrice “Mocio Vileda” Rakete, a Richard Gere, al “vomitevole” Macron e a qualche sua ministra preoccupata per la deriva autoritaria italiana dopo le politiche del 2022 – Salis 1, Soumahoro, Vauro e Elly “ti sorridono i denti” facciano sentire la loro riprovazione per la tendenza repressiva manifestata dalla Police Nationale. E con Bonelli e Fratoianni promuovano l’interessamento di qualche burocrate europeo di fiducia affinché s’inviti Macron a mettere in piedi una bella commissione per verificare se una tale deriva squadrista sia in atto nelle forze dell’ordine d’oltralpe.
Ma non succederà nulla, come nulla accadde quando Macron fece sbarcare a Marsiglia un po’ irregolari raccattati da nave ONG, in area portuale dichiarata per l’occasione extra-territoriale, per non ricadere nella normativa sull’accoglienza e poterli sbolognare, a dispetto di tutti gli accordi sulla condivisione del problema.
L’Europa è ancora in mano – meno di prima, per carità – a chi ci vuole imporre il suo progresso, ricordiamolo. C’è ancora strada da percorrere, con calma e pazienza, per difendere i nostri valori.

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