Tener testa ai propri avversari non è facile, ed i ragazzi della Parrocchia di Sant’Anna ne hanno avuta la conferma. Sabato 1^ novembre al Lucca Comics & Games 2025, in Piazzale Verdi, diciotto giovani frequentanti dell’Oratorio Giovanni Paolo II si sono sfidati a Pum Guerra. Ma come si gioca? Le regole sono facili: i partecipanti si dividono in due squadre, ed ognuno viene dotato di una targa che i giocatori devono legarsi in fronte. Per eliminare l’avversario è indispensabile dire il nome del rivale, leggere ad alta voce la targa del nemico e concludere con un “pum”. L’importante, però, è non farsi eliminare dagli oppositori. Nella giornata di sabato, i ragazzi dell’oratorio di Sant’Anna hanno portato, in un contesto affollato ed internazionale come il Lucca Comics & Games, la semplicità e la genuinità che solo una partita di Pum Guerra può dare. Le due squadre sono subito partite all’attacco. I ragazzi che correvano con un numero sulla fronte hanno preso possesso della piazza senza pudore, anche se lo spazio era necessariamente limitato dalle barriere prestabilite dall’organizzazione della manifestazione. Nonostante alcune restrizioni autoimposte dai giocatori, come il non poter salire al di sopra delle mura urbane, l’intima attività del gruppo di amici della Parrocchia ha coinvolto tutti quelli che si sono trovati nella condizione di poter assistere allo spettacolo. Qualcuno si è incuriosito, qualcuno ha seguito la partita con interesse e qualcuno ha perfino aiutato i membri dei due gruppi appassionatamente attraverso suggerimenti ed indicazioni simpaticamente “antisportive”. I partecipanti hanno saputo mimetizzarsi in modo discreto, trovando rifugio fra gli alberi di Piazzale Verdi e dietro le automobili dell’organizzazione del festival, che si stava svolgendo in maniera del tutto indifferente alle tattiche militari dei ragazzi. Seguiti dai due fotografi, anch’essi frequentatori dell’oratorio di Sant’Anna, i giovani hanno subìto perdite esponenziali da entrambi i lati, e certe targhe sono state tolte a malincuore dalla fronte degli sconfitti. È finito in fretta il gioco? No. La partita è continuata grazie all’idea di donare più vite ai giocatori, strategia che però ha condizionato le sorti dell’attività. Infatti, a conclusione della contesa, si sono presentati problemi di conteggio. Chi è stato eliminato una volta, chi più volte e chi è sopravvissuto alla battaglia? Chi è il vincitore? Nessuno lo ha capito per certo. L’unica sicurezza è che è andato in scena un gioco tradizionale dell’oratorio che, nel suo piccolo, ha divertito ed appassionato partecipanti ed osservatori.



