Strano sentimento la ben nota affezione dell’animo che va sotto il nome di amore! Una sottile alchimia tra l’attrazione fisica e l’amicizia, il desiderio e una benevolente dedizione. Una condizione emotiva che, quando si dà, ti sorprende sempre, ti spiazza, ti disorienta…
Come succede ad Ale, la protagonista del romanzo della scrittrice pisana Maura Bertelli, Quella maglia numero 8, 2024, che di quel particolarissimo stato di grazia fa esperienza all’improvviso su uno scenario inusuale e abituato ad altre passioni: i gradoni dell’Arena Garibaldi, il tempio del calcio per i neroazzurri pallonari tifosi della città della Torre. Un’epifania ben raccontata dall’Autrice delle pagine in questione. Ecco le sue parole, dense, intense e precipiti: “è un sussulto, tutta la calma che Ale ha vissuto in qual lieve calore mattutino, si stravolge, diventa turbamento, accende un fuoco; un lampo, un volo e tutto cambia.” Chi è che ha scritto che “Non v’è amore se non a prima vista.”? Così, a lei ancora studentessa delle superiori e a lui, Gui, calciatore professionista del Pisa S. C., centrocampista, in un attimo sospeso, incantato, “concedette amore” di trovarsi, riconoscersi e avviare una relazione sentimentale complicata e non destinata all’happy end. Perché non aiutano i due amanti i costumi, per niente liberi, di sessant’anni or sono; per la condizione di lui, più adulto, già marito e padre; perché la città è piccola e la gente mormora; perché mal si conciliano gli impegni sportivo /professionali di lui e quelli di studio e familiari di lei… Insomma, per dirla con le parole del poeta (Paolo Conte, Bartali) “è tutto un complesso di cose” quello che impedirà a queste due anime, inopinatamente e vicendevolmente scopertesi, di realizzare con pienezza sogni e speranze. Una vicenda simile a tante, tante altre e proprio per questo unica e irripetibile in un racconto in cui si intrecciano sport e passione amorosa, competizioni agonistiche dal forte senso identitario ed eccitazione da desiderio.
Tutto sugli scenari di una città, Pisa, forse la vera protagonista di queste pagine, antica e bellissima col suo fiume e il suo mare: ora ruffiana e complice, ora oppositiva e pettegola, già immersa in un’atmosfera di cambiamenti sociali radicali e aspettative arditissime, destinate, come l’amore di Ale e Gui, ad andare deluse e vanificate. Gui, buon centrocampista centrale, la maglia n. 8 appunto, abituato in campo a organizzare il gioco in difesa e in attacco, si rivelerà regista troppo timido nel gioco dei sentimenti, mentre Ale preferirà una mediocre prudenza - quella da zero a zero - nei momenti decisivi di quella partita a due in cui avrebbe dovuto osare, azzardare e rischiare.
Con una scrittura allusiva ed evocativa l’Autrice racconta bene le peripezie dell’amore di due anime non eroiche, ma gentili e, probabilmente per questo, vocate alla sconfitta proprio nell’anno mirabile del massimo riconoscimento calcistico - la serie A - per la squadra di una città di provincia. Così, alla protagonista, ormai donna matura, accade che “una mattina qualunque, di un giorno qualunque, di tutti gli anni che sono passati, ti svegli e ti sorprendi a ricordare un sogno”... È questo l’incipit dell’ultimo breve capitolo che chiude le pagine di Quella maglia numero 8 e ben riassume il senso di una storia, intima e lontana, scritta intingendo il pennino nel calamaio della nostalgia. Uno stato d’animo nient’affatto deprecabile, come vorrebbero tanti critici severi e accigliati. Invece, sensibilità intrisa di tenerezza, rimembranza e malinconia per il miracolo della propria stagione più verde.
Maura Bertelli, Quella maglia numero 8, Felici Editore, Pisa 2024, pp. 130, Euro 15,00



