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Lucca dietro le mura: segreti, fantasmi e colpi di scena
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Fuga da Alcatraz!
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo, condividendolo, questo lungo e, probabilmente, sofferto, ma coraggioso intervento sull'attuale emergenza sanitaria a firma del presidente dell'ordine dei medici della provincia:
Prendo spunto da numerose comunicazioni di Colleghi che mi segnalano la difficoltà, la fatica e talvolta anche preoccupazione nella gestione di una situazione difficile e confusa quale quella attuale dove i vari esperti e politici di turno danno messaggi talora contrastanti ed una miope, macchinosa organizzazione sanitaria si muove con tempistiche ben lontane dalla velocità di propagazione del virus.
Ancora una volta gli Ordini dei Medici non sono stati chiamati per fronteggiare questa emergenza, ma tali enti (pubblici e sussidiari dello Stato peraltro), operanti per di più con spirito di volontariato, sarebbero senza dubbio capaci quantomeno di fornire appropriate consulenze, capillarizzare le varie disposizioni pubbliche e dare regole applicative maggiormente rispondenti alla vita reale, sempre coerenti con l’epidemiologia, la clinica, la prevenzione.
E’ mancato e manca ancora una volta l’ascolto di una categoria di professionisti che da tempo lamenta l’assenza di una vera politica sanitaria proiettata nel futuro, non impostata sul qui ed ora, ma rispondente alle effettive esigenze della società.
Quante volte abbiamo lamentato la mancanza di posti letto che sono stati tagliati senza regole plausibili, ma esclusivamente su logiche finanziarie, quante volte abbiamo denunciato la chiusura di reparti secondo criteri assolutamente opinabili.
Senza un minimo di programmazione efficace sono stati bloccati concorsi ed assunzioni, non è stata organizzata una appropriata pianificazione della formazione dei professionisti, così ora ci troviamo in una situazione di emergenza in carenza di specialisti e medici di famiglia; del pari c’è stata una incapacità nell’individuazione dei veri bisogni di salute dei cittadini.
Tutto questo lo stiamo denunciando da anni, ora i nodi vengono al pettine e si chiudono i cancelli quando i buoi sono scappati (o stanno scappando).
Ma, nonostante tutto, nonostante siamo spesso sbattuti in prima pagina per il minimo presunto errore, siamo qui, in prima linea, in ospedale e sul territorio, a tentare di arginare il contagio, in solitudine, a mani nude, contro un nemico invisibile, pericoloso per i cittadini e per noi stessi che abbiamo il preciso diritto-dovere di proteggerci per tutelare al meglio i nostri assistiti ed invece non abbiamo ancora il minimo dei presidi di protezione individuale.
Adesso che i nodi sono venuti al pettine piovono i pubblici ringraziamenti e gli encomi che odorano più di piaggeria che di reale gratitudine e francamente non ci interessano dato che questo è semplicemente il nostro dovere; piuttosto sarebbe opportuno di qui in avanti maggior solidarietà, ascolto e rispetto per la categoria e, una volta spenti i riflettori su questa vicenda, ristabilire una giusta scala di valori.
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Paola Granucci è un fiume in piena che viaggia sulle onde dell'entusiasmo e della positività, che tutto travolge e, allo stesso tempo e tanto per restare in... tema, contagia, ma positivamente. Ha 47 anni, segno zodiacale cancro, mamma di Matilde, atleta agonistica di sci di 16 anni e moglie di Natale Mancini, l'altra colonna di Casamica, l'agenzia che, insieme, videro nascere, fondandola, nel lontano maggio di 25 anni fa.
Questa donna di bell'aspetto, sempre vestita con gusto e dal sorriso che ravviva, avrebbe dovuto, secondo i desiderata dei genitori e visti i buoni risultati scolastici, frequentare l'università. Invece, e non se ne è mai pentita, dopo aver conseguito il diploma magistrale con ottimi voti, disattese le aspettative di mamma e papà e si mise in testa di fare, nientepopodienoche, l'agente immobiliare.
"Non avevo nemmeno compiuto i 23 anni - racconta - Ero una ragazzina. Dopo il diploma magistrale, era tanta la voglia di autonomia e di indipendenza che non continuai gli studi alla università anche se i miei genitori avrebbero voluto. Io decisi di inventarmi qualcosa e cominciai a cercare un lavoro. All'epoca c'era una rivista, Portobello Road, che pubblicava gli annunci immobiliari e di ricerca personale. Io la compravo per cercare lavoro e trovai un annuncio dove c'era scritto che a Lucca cercavano un agente immobiliare. Risposi e feci il colloquio. Fui presa. Da lì iniziò questo viaggio. La cosa mi piacque e ottenni anche subito dei risultati. Dopo un paio di anni mi cominciai a domandare se non fosse il caso di mettermi in proprio. Mi informai su come poter metter su l'attività e partecipai ad un corso formativo di 92 ore tenuto dalla Camera di Commercio con cinque o sei materie tra cui estimo, diritto e altre. A seguito di un esame finale conseguì il patentino di agente immobiliare il cui numero, ricordo ancora, era ed è 1173. Ero già fidanzata con Natale che era studente universitario alla facoltà di Giurisprudenza a Pisa. Individuai un fondo in Chiasso Barletti dove siamo tutt'ora. Volevo un luogo che fosse centrale sì, ma anche riservato".
Paola Granucci è una tosta, alta, magra, volitiva, di quelle che se si mettono in testa una cosa provano a farla e portarla a compimento. Orgogliosa, consapevole del proprio ruolo e convinta di saperlo fare, non rinuncia mai ad aggiornarsi e a farsi trovare preparata. Odia l'improvvisazione, mal sopporta la superficialità nella professione e ad ogni appuntamento, statene pur certi, arriverà in perfetta... forma ossia a conoscenza di tutti i particolari per intavolare nel migliore dei modi la trattativa.
Cresciuta a Cerasomma dove vive con la famiglia, nonostante sia quasi più vicina a Pisa che a Lucca, si sente e si dichiara lucchese doc da generazioni: "Vivere in campagna è libertà e comodità serenità - confessa - Io amo la natura, il verde, il giardinaggio. In centro storico ci lavoro, è la mia seconda casa, ma proprio per questo motivo non voglio viverci".
Ha una figlia che ha sempre amato lo sci. Così, visto che amava anche gareggiare, per tutta l'infanzia e l'adolescenza, insieme al marito, l'ha portata sulle piste dell'Abetone e non solo, con il risultato che, adesso, Matilde vola alla grande e chissà che, entro pochi anni, riesca a coronare il sogno di diventare maestra di sci. "Magari - dice la mamma - Per me sarebbe una sorta di regalo per tutti i sacrifici che abbiamo fatto, ma ammetto che è stata lei ad avvicinarmi allo sci perché io li ho indossati per la prima volta quando avevo poco più di trent'anni".
Paola ama la casa, circondarsi di amici che invita a cena essendo anche una brava cuoca - questa estate ammette di aver messo a tavola, addirittura, 27 persone tutte insieme - e ha diverse passioni, in primis quella di viaggiare e organizzare viaggi che consentano di scoprire nuove tappe ogni giorno. Non le piace la vita da villaggio turistico pur non disdegnando lo sdraiarsi a fare la lucertola sotto il sole. "Le vacanze - dice - sono l'unico momento in cui la famiglia sta insieme, in cui si stacca la spina. Io non sono da villaggio turistico. Inoltre ho la passione di dedicare tempo alla cura della casa, sia all'interno che all'esterno".
Paola, oltre all'amore per Natale e Matilde, è anche, follemente, innamorata di Chiasso Barletti, la strada, forse, più... cupa di Lucca che lei è riuscita a trasformare, con pazienza, costanza, determinazione, in una sorta di giardino. Del resto sono 25 anni che ha l'ufficio proprio lì e ne ha viste, sotto il profilo commerciale, di cotte e di crude, quando, ad esempio, quasi tutti i negozi, salvo il suo e altri due, erano chiusi vuoi per la crisi vuoi perché non li voleva nessuno. Oggi, però, è assolutamente diverso e, addirittura, Paola ci svela una grande notizia:
"Mi sono sempre data da fare per rivitalizzare questo angolo piuttosto buio - racconta - Arrivando alla grande soddisfazione ora, di vedere rinata la via che ha passato momenti veramente tristi, quando erano rimaste due o tre attività. Piano piano, con la mia testardaggine e la mia forza di volontà, ora è assolutamente piena. Ieri è stato stipulato l'ultimo contratto con Elisabetta Santi commessa storica di Santi e Guerrieri. Va via Guerrieri e resta Santi. In via Chiasso Barletti 9. Da 25 anni sono in Chiasso Barletti e conosco tutti i proprietari dei fondi che mi hanno incaricato di affittarli per loro e adesso sono tutti regolarmente affittati".
L'agenzia Casamica è una sorta di fiore all'occhiello in questa strada, una agenzia che è sempre stata baciata, perché non dirlo?, dalla fortuna sin dal primo momento: "Il primo giorno che abbiamo aperto l'agenzia - ricorda Granucci - passò una signora, si fermò davanti alla vetrina e lesse un annuncio. Entrò per chiedere informazioni e volle fissare l'appuntamento. Poco tempo dopo decise di acquistare l'oggetto. Oggi l'attività è cambiata parecchio. La cosa che ho notato è che si sono persi i contatti ravvicinati perché con i social e Internet si sono ridotti i rapporti con le persone. Una volta si passava dall'agenzia, si vedevano i cartellini, si entrava e ci si metteva a parlare. A quel punto iniziava un rapporto vero e proprio di dialogo e, spesso, di confidenza. Anche adesso, ma ora si fa quasi tutto tramite e-mail".
"Se ho dei rimpianti? - si domanda Paola - No, mai un pentimento. Rifarei tutto. Questo lavoro mi ha dato tante soddisfazioni, oltre all'opportunità di conoscere il territorio e tante persone provenienti da tutto il mondo, Lucca è veramente una sorpresa e anche nel centro storico non si finisce mai di conoscerla, ci sono degli scorci veramente belli, poi, la campagna, le colline che sono, per bellezza e magia, all'altezza del centro storico. E' vero, ho un entusiasmo contagioso. Dovrebbero essere gli altri a dirlo, però, ma ammetto che a me piace leggere la soddisfazione nello sguardo delle persone che si rivolgono alla nostra agenzia. La gente cerca una casa che è una cosa molto importante nella vita e vedere la soddisfazione che manifestano nell'averla trovata, mi stimola ad andare avanti e a proseguire. Io li aiuto in questo percorso che comincia dalla ricerca fino alla trattativa e alla stipula. Il nostro è un lavoro di mediatori, saper mediare è importante. Dopodiché bisogna entrare in sintonia con le parti e in questo mi aiuta molto il carattere. La cosa fondamentale è capire e cercare maggiori informazioni per l'acquirente. Inoltre, più cose conosci della persona e più facilmente riesci a trovare l'oggetto giusto. Io non improvviso mai prima di fare una cosa. Mi documento, sono capitate situazioni nuove o trattative particolari e io cerco di non farmi trovare impreparata. L'improvvisazione nel nostro mestiere è un male. Essere agenti immobiliari non vuol dire solamente prendere in carico un immobile e trovare la persona che lo compra. No, l'agente immobiliare deve avere una conoscenza globale della materia e, poi, esperienza e disponibilità per seguire il cliente dall'inizio fino alla conclusione della trattativa, con il supporto, dove serve, di specialisti. Infatti, oggi come oggi un'agenzia che si rispetti deve essere multisettoriale, ossia deve essere in grado di fornire assistenza tecnica ed economica, vale a dire geometri e istituti di credito per eventuali mutui".