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Lucca dietro le mura: segreti, fantasmi e colpi di scena
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Sport notturni: cosa si nasconde dietro la febbre delle attività dopo il tramonto
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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di Alessandro Russo in merito alla vicenda della ristrutturazione della scuola di via San Nicolao a Lucca:
"È da marzo 2020 che tutti – autorevoli editorialisti della carta stampata e della televisione, forze di governo e forze di opposizione, sia a livello nazionale che a livello locale – fanno nobili proclami su quanto sia necessario dare «priorità alla scuola». A questi appelli, come è noto, ben poco di concreto è seguito, perché gli unici interventi che avrebbero potuto garantire una ripresa della scuola in sicurezza sarebbero stati la riduzione delle classi pollaio (con il connesso aumento del personale e degli spazi scolastici) e il rinforzo del trasporto pubblico: interventi che fra l'altro avrebbero avuto conseguenze a lungo termine perché avrebbero migliorato non solo il valore formativo della scuola (è o dovrebbe essere facilmente intuibile a tutti la differenza tra insegnare a una classe di 15/20 studenti, e insegnare – parlo per esperienza diretta – a classi di 30 o 32 studenti), ma anche le condizioni di vita di tutti i pendolari (non solo degli studenti), che già prima della pandemia erano costretti ad aggiungere alla fatica quotidiana del lavoro o della scuola, anche quella di viaggi disagevoli su mezzi pubblici, o su mezzi privati (che andavano a peggiorare le già deteriorate condizioni ambientali). Ma tutti questi interventi proclamati a parole si sono sempre fermati di fronte alla questione centrale delle ingenti risorse necessarie a metterli in atto, e in alternativa si è preferito illudersi di fare qualcosa per la scuola baloccandosi con proposte inconcludenti come i banchi a rotelle, il plexiglass, le entrate scaglionate, le lezioni in cinema, teatri e musei o all'aperto e via fantasticando.
E tuttavia, proprio alla luce di queste considerazioni, e della situazione in cui ci troviamo, risulta stupefacente il disinteresse della politica e il silenzio dei mezzi di informazione attorno alla vicenda della ristrutturazione della scuola di via San Nicolao a Lucca. Si tratta di uno spazio scolastico enorme, che fino al maggio 2018 aveva ospitato – oltre a una scuola materna – anche una cinquantina di aule di due istituti superiori (quelle del Liceo delle scienze umane Paladini e dell'Istituto professionale Civitali) che – con procedura d'urgenza – sono state fatte sgomberare per permettere lavori di ristrutturazione possibili grazie a fondi europei. Secondo il piano originario, i lavori dovevano cominciare all'inizio del 2019, ma siamo nel 2021 – epoca in cui i lavori si sarebbero dovuti avviare al termine – e non si è visto ancora nulla. Come è stato riferito dal presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini, i soldi vinti nel 2018 non sono arrivati subito e questo ha fatto perdere molto tempo. A questo ritardo adesso si sta aggiungendo il blocco dovuto al vaglio da parte della Soprintendenza.
Che nella situazione attuale in cui versano le scuole italiane, e in particolare le scuole superiori, ci siano già 1) una imponente struttura scolastica vuota, 2) il progetto per recuperarla e 3) i fondi per realizzare il recupero, ma che questo recupero sia bloccato dalla burocrazia, credo che sia – semplicemente – scandaloso (e faccio notare, fra l'altro, che la presenza della scuola in quella zona del centro storico di Lucca aveva anche importanti ricadute sulle varie attività commerciali del circondario). Credo dunque che, nella situazione in cui ci troviamo, la Soprintendenza sia chiamata a dare una risposta chiara e trasparente al riguardo, e soprattutto a terminare il vaglio del progetto nei tempi più rapidi possibili.
Penso di poter prevenire una possibile obiezione: il vaglio implica un lavoro lungo e impegnativo e le forze a disposizione della Soprintendenza sono poche. La mia risposta a questa eventuale obiezione è secca: la Soprintendenza dia subito la precedenza assoluta a questo vaglio, anche a costo di trascurare momentaneamente altri lavori. Questo sarà un ottimo banco di prova per vedere quanti, fra quelli che l'hanno proclamato finora, ritengano davvero che sia necessario dare «priorità alla scuola». Le scuole non si riaprono solo con nobili proclami".
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa proposta per un progetto di una Bottega lucchese delle arti e dei mestieri da inserire nell'ambito di un progetto complessivo per il recupero della ex Manifattura tabacchi di Lucca:
Un augurio che faccio, per questo nuovo anno, è che si riesca a bloccare ogni progetto speculativo sulla ex Manifattura tabacchi e che, contestualmente alla lotta, inizi un bel confronto aperto sulla destinazione di questo grande contenitore urbano. Tra le idee che iniziano a circolare, molto interessante, è quella di inserire nel grande contenitore, un co-working per dare spazio alla creatività innovativa e per dare una mano a tirar su nuove esperienze lavorative, sarebbe bello, oltre che utile, che l’innovazione tecnologica si relazionasse con la storia della città e delle sue tradizioni. In questa ottica, quale migliore contenitore urbano potrebbe ospitare una: “BOTTEGA LUCCHESE DELLE ARTI E DEI MESTIERI”? Lucca, città medievale, nella sua unica e irripetibile bellezza, con i suoi secoli di storia, è il luogo ideale per accogliere e dare corpo e vita a questo progetto. Uno spazio fisico non museale ma vivo, trasformato in bottega che può diventare grazie ad artigiani di buona volontà, un laboratorio che produce, dimostra e insegna, trasmette memoria e sapere alle giovani generazioni, agli ospiti e ai suoi tanti visitatori che provengono da ogni angolo del mondo. Una bottega aperta anche alla valorizzazione e alla promozione del talento artistico e creativo. L’arte è in profonda sintonia con il progetto della Bottega lucchese delle Arti e dei mestieri, insieme si possono creare sinergie virtuose e uno spazio dove si possono incontrare e confrontare forme espressive figlie di culture e generazioni diverse.
Oggi, nell’era della robotica e dell’intelligenza artificiale, sopravvivono a stento esperienze, spesso individuali, di piccoli artigiani che operano attraverso la vendita dei propri prodotti nei mercati artigiani delle arti e dei mestieri che si ostinano, nonostante tutto, a mantenere vivi antichi mestieri, che oggi non hanno più nessuna possibilità di competere con cicli produttivi automatizzati e di resistere sul mercato globalizzato. Queste esperienze rischiano di disperdersi o di sopravvivere, ancora per poco, solo nei ricordi e nei racconti delle vecchie generazioni che se ne stanno andando. Questi artigiani resistenti, dimostrano con la loro attività, che nessuna delle macchine più tecnologiche e moderne sa fare altrettanto quanto la passione, l’abilità e l’esperienza di un talento artistico umano, con le loro mani, modellano crete e ceramiche, creano stoffe e tessuti con i vecchi telai a mano, soffiano il vetro, battono e modellano sull’incudine il ferro, disegnano e scolpiscono pietre, manipolano carta e qualsiasi altra materia di recupero. Mani esperte e sapienti, impastate di passione, sudore e fatica; grazie a loro sono rimaste in vita vecchie arti e mestieri tramandati di generazione in generazione in secoli di storia e di esperienza umana. Oggi, queste esperienze sono costrette nella marginalità più assoluta, lasciati soli e considerati alla stregua di una qualsiasi altra attività umana svolta con le macchine e con le tecnologie disponibili.
Una Bottega per la formazione con corsi destinati a quanti vogliono recuperare una propria manualità, sperimentare ed imparare le tecniche delle lavorazioni manuali, imparare antichi mestieri.
Una Bottega della qualità dove verranno esposti e venduti solo oggetti realizzati interamente a mano con una particolare cura nella ricerca di materiali e forme, pezzi unici e veri e propri oggetti d’arte realizzati da artisti ed artigiani. Il recupero e il riciclaggio di materia e materiali è un altro aspetto importante di questo progetto; insegnare, soprattutto ai giovani, nell’era dell’usa e getta e del consumismo sfrenato, che niente si distrugge ma tutto può essere trasformato, riportato a nuova vita e riutilizzato. Il concetto di rifiuto come risorsa potrebbe diventare una parte integrante di questo progetto culturale, attraverso l’organizzazione di laboratori di riuso e riciclo creativo. La gestione della struttura e del Progetto: “La Bottega Lucchese delle Arti e dei Mestieri” potrebbe essere garantita da un’associazione di artigiani che hanno i requisiti di qualità e rispondono alle caratteristiche di questo progetto che aderiscono volontariamente tramite bando ad evidenza pubblica.
Questo progetto, potrebbe promuovere e valorizzare arti e mestieri tradizionali, in profonda simbiosi e in continuità con la tradizione storica della città di Lucca. In questa bottega potrà incontrare il passato della tradizione, il presente, nel lavoro e nell’attività di operatori che hanno scelto di continuare a far vivere lavorazioni manuali, e il futuro, perché la Bottega rappresenta il luogo e lo spazio dove si trasferisce, alle nuove generazioni, il sapere antico e i segreti della manualità creativa e artistica.