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Scritto da Redazione
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01 Aprile 2021

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Piero Angelini in ricordo dell'avvocato Giorgio Nencini, venuto a mancare nella giornata di ieri:

"La morte dell’avv.Giorgio Nencini mi ha colpito e commosso. Nencini era un vecchio amico, anche se i nostri primi rapporti  non erano stati proprio amichevoli. L’avevo conosciuto, infatti, quando ero molto giovane, ai tempi del liceo, in una discussione politica in Piazza S.Michele, quando, dopo il comizio di un esponente Dc, si era formato, come allora succedeva, un crocchio politico, con gente di idee diverse, che discutevano e controbattevano. Giorgio Nencini era più vecchio di me di alcuni anni; politicamente, era un uomo di destra, e la pensava in modo diverso da me, su molte questioni; la discussione, iniziata tra noi, in quell’occasione, in modo concitato, si trasformò, gradualmente, per merito suo, in uno scambio di idee sereno e corretto; Nencini era, infatti, un uomo che, come dovetti ammettere fin da allora, sapeva ascoltare; che riconosceva le ragioni dell’avversario, che aveva soprattutto un grande amore per la sua città e attenzione, di conseguenza, anche alla vita politica  locale.

Dopo di allora il nostro rapporto è continuato, seppur in modo discontinuo e, forse,  si è rafforzato. Spesso, quando tornavo a Lucca, dopo l’impegno regionale e parlamentare, se lo incontravo in città, ci sedevamo in qualche bar di Piazza S.Michele, Nencini  mi chiedeva di informarlo, soprattutto sui provvedimenti  che andavano a vantaggio del nostro territorio. Lo facevo volentieri, perché sapevo di parlare con uomo privo assolutamente di pregiudizi, intelligente, anche ironico, un raro galantuomo in questa città.

Più tardi, quando la mia vita fu travolta da una serie di procedimenti giudiziari, tutti finiti nel nulla, ma che mi hanno tolto quattordici anni della mia vita, mi dette conforto, in qualche incontro che il mio avvocato, Borella, suo collega ed amico, promuoveva con lui, decano dei penalisti, per avere qualche  consiglio giuridico. Comprendeva, da amico, la mia sofferenza e il  mio dolore; ma mi consigliava prudenza,  nel criticare la magistratura, come mi era accaduto qualche volta di fare.

Negli ultimi anni lo avevo incrociato talvolta in Piazza S.Salvatore e ci eravamo seduti ancora una volta sulle panchine della piazza. Oggi so, con la sua morte, di aver perso un amico e di non poterlo più incontrare nella nostra città. La sua presenza mi mancherà".

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