Anno XI 
Venerdì 23 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da Redazione
Politica
01 Maggio 2020

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Che non avremmo mai potuto fare politica lo avevamo giù intuito tanti anni fa, negli anni della beata incoscienza, quando ci dilettavamo, in epoca universitaria, a cercare di spiegare agli altri quel che eravamo convinti di avere capito noi. Poi, con il passare del tempo, l'intuizione è diventata consapevolezza e, dopo aver coltivato qualche isolata speranza, è mutata definitivamente in rassegnazione. Inutile negarlo. Chi ha carattere, indipendenza di giudizio, autonomia di pensiero e, aggiungiamoci pure, un minimo di cultura, oltreché di buonsenso e intelligenza, dalla politica si tiene lontano. Agli inizi del secolo scorso, ma anche prima, le famiglie della ricca e laboriosa borghesia industriale italiana, residenti tra Torino e Milano, avevano concepito la sana abitudine di inviare i figli scemi a Roma, dove, sicuramente, avrebbero fatto molti meno danni che se fossero rimasti in... casa.

A distanza di oltre cento anni le cose non solo non sono cambiate, ma, casomai, peggiorate. Adesso, alla politica, si dedicano non soltanto i figli delle famiglie industriose, pochi e poche, invero, ma cani e porci, anche chi, di industrioso e tantomeno di industriale, non ha alcunché.

Sono due mesi e più che questo disgraziato Stivale si sta sgretolando sotto i colpi di una classe digerente - che sa digerire quel che divora a piene mani ancor più che dirigere - la quale ha preso spunto da un virus sicuramente contagioso, ma tutt'altro che mortale a certe latitudini anagrafiche e geografiche, per chiudere a chiave, gettandola via, un popolo di 60 milioni di abitanti. Il tutto, dice un giorno sì e l'altro pure, per salvaguardare la salute, ma adesso, dopo che la salute è stata, si fa per dire, salvaguardata, non si capisce per quale ragione si dovrebbe continuare a rimanere barricati senza poter andare a lavorare per guadagnarsi da vivere.

Sono stati capaci di seminare il terrore e la paura della morte, diffondendo immagini drammatiche senza alcun motivo, pubblicando notizie prive di contenuto e capaci solo di stimolare depressioni e crisi di panico. Mai una sola parola di speranza, solo e solamente uccelli del malaugurio. Alla fine, però, anche i carcerati dell'ultim'ora si sono svegliati e hanno afferrato un concetto fondamentale: se non sei il primo a pensare a te stesso, non puoi nemmeno lontanamente credere che siano gli altri a farlo.

Così, le persone che se non lavorano non mangiano anzi, non percepiscono stipendio o altri emolumenti, hanno iniziato a protestare, a gridare, a scendere in strada perché sono consci che attendere fino al 1 giugno per riaprire le gabbie non è una misura di sicurezza, ma una misura di incoscienza anzi, un vero e proprio omicidio premeditato.

Nessuno, però, salvo eccezioni che si contavano sulle dita di una mano già amputata, aveva aperto bocca, quasi divertito, ancor più che sorpreso, per un lockdown - in italiano confinamento - che, se tradotto, genera ricordi sgradevoli e suscita sensazioni tutt'altro che piacevoli. Il Parlamento esautorato, una costituzione calpestata proprio da chi, fino a quel momento, si sciacquava la bocca con i suoi articoli, provvedimenti di restrizione della libertà personale più adatti ad un Golpe dei generali in stile cileno-argentino piuttosto che ad un direttivo composto  dai Pentapallati teorici della democrazia diretta e dagli ex comunisti che la democrazia l'hanno letta e studiata sulla tazza del cesso. Con un presidente della Repubblica inutile non tanto per quello che non dice, ma, purtroppo, per quello che dice. Per non parlare delle decine di esperti - di tutto e, quindi, di niente - che, pagati profumatamente da noi contribuenti, se ne stanno chiusi, loro sì per scelta, nelle torri d'avorio della Sapienza e della Scienza a ragionare della vita delle persone con i loro logaritmi e le loro lenti di ingrandimento.

Noi, sin dal primo giorno, abbiamo guardato ai dati forniti dall'istituto superiore di sanità e dagli enti deputati a raccoglierli e ad elaborarli. Mai guardata la Tv e, in questo, ci siamo risparmiati soldi per psicofarmaci e antidepressivi. Mai letti, per fortuna, i giornali che possiedono l'imprimatur del Ministero della Verità, ossia tutti.

Abbiamo, questo sì, vagato nel web riuscendo ad ascoltare, a volte, qualche discorso di senso compiuto. Per il resto, mutismo e demenza assoluti.

In questo deserto dei barbari abbiamo provato ad imbatterci in qualche esponente dell'opposizione - da Fratelli d'Italia alla Lega a, se opposizione vogliamo chiamarla, Forza Italia - ma non abbiamo trovato traccia alcuna. Tutti in silenzio e tutti a casa. Anche Salvini, notoriamente pronto a scatenare il caos quando si tratta dei clandestini - e giustamente osserviamo noi - questa volta, dopo aver gridato che bisognava aprire tutto, ha fatto clamorosa marcia indietro annunciando l'opposto e la propria folgorazione sulla via di Damasco. 

Per settimane siamo stati soli a chiederci se eravamo noi, quelli (in)coscienti, (in)civili, (in)disciplinati, (in)gestibili, (in)tolleranti, (ir)responsabili o se, al contrario, era la massa ad aver perso la bussola e a vagare tra le onde mostruose di un mare in burrasca. Ora, dopo che il conto corrente ha cominciato a segnare rosso fisso, dopo che decine di migliaia di operatori commerciali e partite Iva hanno alzato la testa ancor più che la cresta, ecco che anche dai banchi dell'opposizione qualcosa si muove e si inscenano flash mob, catene umane, marce più o meno improbabili. Insomma, ci si sbriga a salire sul carro o, comunque, a cercare di stargli vicino pronti a saltarci sopra.

Che sia una opposizione senza coglioni, tuttavia, è apparso evidente a tutti. Quando avrebbe dovuto scendere, realmente, in strada e marciare contro un Governo che stava distruggendo l'economia e la cultura (scuola) di un Paese, se l'è fatta sotto e ora che mezza Italia e anche di più si è destata, eccola lì che fa il verso del pappagallo.

Ma se non ci sono dubbi sull'opposizione senza coglioni - al punto che l'unico ad aver osato contraddire il Governo è stato un componente della maggioranza, quel Matteo Puffo Renzi che doveva esserci già dimesso e che, invece, sembra essere resuscitato e nuovamente disponibile a fare danni - qualcosa di più ci saremmo attesi dal popolo, da quei 60 milioni di italiani, compresi meticci e naturalizzati oltreché i clandestini dell'ultima spiaggia, i quali, da questa blindatura all inclusive, avevano tutto da perdere e niente, salvo gli Over 70 e anche qui ci sarebbe da ridire, da guadagnare.

Invece zero assoluto. Regioni come la Basilicata e l'Umbria con il Molise al seguito e con le altre regioni del centrosud, costrette a restare inchiodate al suolo perché i padroni del vapore volevano e vogliono equipararle al tris d'assi lombardo-veneto-piemontese. E poi hanno il coraggio di dire che il nord, da sempre, non è la rovina del sud!

Ora, finalmente, qualcuno - noi lo diciamo e scriviamo da mesi - si è accorto che non si possono trattare situazioni diverse allo stesso modo. E' un controsenso persino in natura. Ma i giornalisti d'accatto, gli intellettuali sponsorizzati dal regime, gli show-men senza arte né parte, si sono sbattuti per incutere nella gente la paura e il dubbio al punto che, il Coronavirus, ormai, non scomparirà più dai nostri sogni rendendoli, purtroppo, incubi.

Non c'è, quindi, soltanto una opposizione senza coglioni ossia pronta ad assumersi la responsabilità di scelte anche difficili e impopolari. Ma c'è anche e, in particolare, un esercito di coglioni senza opposizione senza, cioè, sapere cosa vuol dire scegliere, da soli, se e come vivere o, ancora meglio, se e come morire.

Come recita l'incipit dell'immagine, c'è carenza di palle e sovrabbondanza di coglioni.

 

 

 

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