Anno XI 
Venerdì 21 Novembre 2025

Scritto da aldo grandi
Politica
14 Maggio 2022

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Una sala gremita e molto, molto entusiasmo, quello di chi, da dieci anni, non riesce ad agguantare la presa ed è costretto a sopravvivere e guardare gli altri che governano la città. E, in cima a tutti e a tutto proprio lui, l'ex giovane militante di Forza Italia approdato in politica ad appena 20 anni e che, dopo altrettanti, ha scelto di gettarsi nuovamente nella mischia e facendolo nel modo più arduo ossia gettandosi dal picco più in alto, quello che mira, se il tuffo riesce, a diventare il primo cittadino di una Lucca che ama moltissimo.

Mario Pardini, 48 anni, imprenditore, sposato e padre di due figli, ex presidente di Lucca Crea nella giunta Tambellini, si è presentato questa mattina al Real Collegio dove ha illustrato i punti cardine del suo programma elettorale. Davanti a lui i candidati della lista civica Lucca 2032, ma non soltanto. Si sono visti, tra gli altri, Remo Santini, il deputato Riccardo Zucconi, esponenti della Lega, di Forza Italia-Udc e di Fratelli d'Italia, tanti volti vecchi e nuovi pronti a far pesare la propria voce.

Pardini ha esordito in maniera pacata, ma con sicurezza e determinazione. E' stato sintetico, incisivo, concreto, più che attaccare l'avversario per ciò che è, lo ha criticato in maniera corretta per ciò che non ha fatto in tutti questi anni di amministrazione. Ottimo il colpo piazzato quando ha chamato in causa la proprietà argentina dell'aeroporto di Pisa, lui che l'Argentina conosce a menadito per esserci stato a lavorare una decina d'anni: "Perché non c'è un legame tra Lucca e l'aeroporto di Pisa? Semplice, perché il comune di Lucca non se ne è mai interessato e questo è un danno enorme per una città a vocazione turistica come la nostra".

Mario Pardini ha ringraziato pubblicamente i partiti della coalizione per aver scelto di sostenerlo e di mostrare una coalizione compatta cosa che, altrove, non è stato possibile. Peccato che i partiti si siano accorti di lui con un anno di ritardo, ma meglio tardi che mai e, poi, un diplomatico ed ex democristiano nel senso positivo del termine come è il candidato a sindaco non poteva certamente evitare di far sentire agli intervenuti in rappresentanta di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega, il proprio apprezzamento.

Non avevamo mai sentito un Pardini così grintoso, tosto e determinato, capace di affrontare la politica cittadina a 360°, rispolverando l'assessorato alle frazioni e promettendo, mettendoci la faccia, che questa volta, se avesse vinto, il girovagare per la periferia di Lucca diventerebbe una consuetudine. Sicurezza, sosteniblità, cultura, turismo, sport, Pardini ci ha messo tutto e ha parlato su tutto illuminando la scena con ciò che vorrebbe fare se riuscisse a vincere le elezioni. L'atmosfera elettorale si sta scaldando e Pardini ha iniziato ad accendere i fuochi. La sua visione di Lucca è completamente differente da quella di chi l'ha governata negli ultimi dieci anni lasciandola, a suo avviso, nello stesso modo in cui l'ha trovata dieci anni prima. Per non parlare di quanto poco conti questa città al di fuori dei suoi stretti confini. Inoltre l'accento è stato posto sulla necessità di coordinarsi con i comuni di tutta la provincia per dare vita e diffondere un unico brand per Lucca che comprende e comprenda città e mare, campagna e collina financo montagna.

Realmente se fosse partito un anno fa e se i partiti al tavolo del centrodestra avessero ragionato con la pancia invece che con la testa (la loro), probabilmente adesso la vittoria sarebbe matematica. Invece hanno preferito tergiversare e, così, ciò che andava fatto prima è stato fatto solo un mese fa, ma tant'è. Importante è crederci e darsi da fare e Mario Pardini con il suo staff e la sua convinzione, sta recuperando terreno e oggi ha lanciato il rush finale. Sicuramente rispetto al centrosinistra è portatore di novità e di un'aria fresca e nuova. La sensazione è che qualora dovesse diventare sindaco riuscirebbe a far crescere Lucca sotto tutti i punti di vista essendo un pragmatico creativo che ascolta gli altri, raramente si infiamma, ma poi decide da sé.

Foto Ciprian Gheorghita

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