“Cari sindaco Pardini, giunta comunale di Lucca, senatore Menia, è inutile che alzate i toni e assediate gli spazi pubblici con iniziative sulle foibe in concomitanza con le ricorrenze antifasciste: i lucchesi non si piegheranno al vostro revisionismo storico”. Con queste forti parole inizia la nota del circolo della piana di Lucca del Partito della Rifondazione Comunista.
“Non siamo interessati a rivendicare o giustificare la posa dei cartelli antifascisti all'Agorà, bensì a ribadire che un'iniziativa sulle foibe durante il giorno dell'Europa, anniversario della vittoria sul nazifascismo, è un'operazione vergognosa volta a coprire i crimini del fascismo, responsabile dello scoppio della guerra e della violentissima occupazione dei territori jugoslavi- proseguono gli esponenti lucchesi del partito- Sappiamo da che parte stare: quella della resistenza antifascista. Non siamo negazionisti delle tragiche vicende del confine orientale: crediamo che la storia vada raccontata tutta, e non serva nascondere la violenza della guerra civile per capire chi si trovava dalla parte giusta e chi da quella sbagliata della storia”.
“A disprezzare la democrazia e la costituzione, nate dalla resistenza, è in primo luogo chi si definisce fascista del terzo millennio, chi rivendica l'adesione a formazioni politiche come Casapound, colpevole negli anni di decine di aggressioni e violenze nella nostra città, o il Movimento Sociale Italiano, responsabile di gravi atti di terrorismo negli anni di piombo- denunciano ancora- Appoggiare cartelli su dei tavoli, come abbiamo appreso sia stato fatto, non si può chiamare lesione della libertà di espressione: in nessun modo vi è stato impedito di lanciare il vostro messaggio. Le minacce di denunce verso gli autori del gesto sono pura propaganda: non ci risulta che né l'atto, né le scritte ‘basta revisionismi’ e ‘morte al fascismo’ (quindi a un'idea, non a persone) presenti sui cartelli siano considerabili reati”.