Una piazza rialzata di fronte alle Mura, completamente circondata da negozi stile outlet, e collegata direttamente al monumento simbolo di Lucca attraverso una passerella pedonale. E a piano terra un negozio di quasi mille metri quadri e altri più piccoli, ma sempre di ampie dimensioni. E’ questo il cuore del progetto di trasformazione della Manifattura studiato da Coima e Fondazione Cassa di Risparmio, e quindi la fonte principale di business dell’operazione: un centro commerciale”.
"Siamo qui per svelare il progetto di trasformazione che il comune non dice" ha esordito il consigliere di opposizione Remo Santini davanti all'omonimo palazzo. Il capogruppo di SiamoLucca ha illustrato i dettagli del piano dopo aver letto attentamente le tavole protocollate in comune in data primo marzo.
Che cosa è emerso dalla lettura delle carte? Un centro commerciale con oltre 4 mila metri quadri un fondo da 986 metri e cinque spazi destinati a negozi.
Questi ultimi - si legge nel documento - "sono tutti strutturati con superficie e organizzazione tipiche del nuovo modello commerciale in voga negli ultimi anni con i punti vendita incentrati su sconti di note marche".
Non solo un grande polo, ma anche una piazza rialzata che, attraverso una passerella pedonale posta sulle mura, si potrà accedere alle varie attività all'interno della manifattura. Secondo l'opposizione tutto questo graverebbe ancora di più sul tessuto economico cittadino sopratutto per quanto riguarda i parcheggi. Quelli già esistenti sarebbero utilizzati principalmente per il nuovo centro commerciale togliendoli così ai residenti in via Cittadella.
Remo Santini ha poi fatto un'analisi complessiva del progetto partendo dalla questione degli appartamenti. Inizialmente si parlava di 90 strutture, ora di 25. Con l'aggiunta di un convitto studentesco che accoglie 20-25 posti totali nella parte nord e utili all'università Campus.
Prima di passare la parola a Fabio Barsanti, il capogruppo di SiamoLucca si è chiesto: Perchè il comune non lo rivela?
Il consigliere di Difendere Lucca si è soffermato sull'aspetto politico soffermandosi sul consiglio straordinario della scorsa settimana convocato dal primo cittadino. "Perché non ha illustrato il progetto, tenendo ancora una volta all'oscuro la città?- ha affermato-."
Il consigliere Alessandro Di Vito ha invece fatto delle considerazioni:due tecniche e due politiche andando a rileggere una tabella riguardante gli atti ai quali ha avuto modo di accedere. Ha dichiarato che presenterà un'interrogazione specifica al prossimo consiglio comunale.
Il dettaglio del progetto
"La superficie commerciale è imponente con oltre 4 mila metri quadrati come si evince dai disegni, a seguire c’è la superficie a destinazione produttiva limitata in sostanza alla Tagetik e il resto per residenziale e parcheggi privati. Partiamo dal piano terra: dove a colpire in modo particolare sono il previsto mega fondo commerciale di 986 metri quadrati da ricavare nell’immobile dove ora c’è la biglietteria Vaibus e che si estende poi lungo la parte dell’edificio che si affaccia su via del Pallone (quindi fronte cerchia urbana) e 5 altri grandi spazi per negozi che vanno da un minimo di 150 a un massimo di 236 metri quadri nella nuova piazza interna. Perché parliamo di outlet? Perché dalle tavole si evince che i negozi stessi, sono tutti strutturati con superficie e organizzazione degli spazi tipiche del nuovo modello commerciale in voga negli ultimi anni con i punti vendita incentrati su sconti di note marche. Ma più che questo dettaglio, a turbare è l’impatto dell’insieme”.
Secondo gli esponenti dell’opposizione si capisce a questo punto anche l’ostinazione di voler prevedere la passerella pedonale, in fondo alla quale si pensa di realizzare un grande bar-punto di ristoro: una passerella che creerebbe appunto un ingresso privilegiato dalle Mura alla nuova piazza commerciale e a tutto l’impianto dei negozi, che diverrebbe fortemente attrattivo e percorribile con facilità ma seppellisce l’idea del centro commerciale naturale e diffuso che da sempre rappresenta il centro storico.
“Stravolgendolo completamente – aggiungono gli esponenti dell’opposizione – e dando una mazzata finale al tessuto economico cittadino, peraltro sfruttando i parcheggi già esistenti che diventerebbero in pratica un’area di sosta a quasi esclusivo servizio del nuovo polo commerciale, senza aumentare di uno stallo l’attuale dotazione, anzi togliendo tutti i parcheggi per residenti in via Cittadella”.
La ricostruzione dei tempi
Santini, Di Vito, Barsanti e Bindocci rendono noto che le indicazioni progettuali relative agli edifici sono contenute in un piano protocollato in Comune da Coima e Rocco e Puccetti l’1 marzo scorso, progetto ottenuto con un rocambolesco accesso agli atti. “E qui ci sono da sottolineare due aspetti – spiegano i consiglieri -. Il primo: quando venti giorni fa in una precedente conferenza stampa avevamo annunciato che esisteva già un progetto definitivo, come ci risultava da materiale consegnato a dei professionisti lucchesi ma che non avevamo ancora nelle nostre mani, sia la società milanese che il Comune hanno smentito dicendo o che avevamo preso un granchio, oppure che si trattava di ipotesi superate. Oggi siamo in grado di completare le nostre parziali rivelazioni dell’epoca - aggiungono -e, attraverso le tavole illustrate, a provare una volta per tutte l’esatto contrario. Vogliamo poi già smontare quella che potrebbe immaginiamo essere l’ennesima difesa da parte di Coima e dal Comune: ovvero che nulla è definito da parte della società milanese e che il progetto commerciale non piace all’amministrazione Tambellini. Una versione che non regge, perché il lavoro svolto da Coima sulle previsioni è dettagliato, con tanto di metrature di ogni fondo commerciale e di destinazioni di altre aree, su cui è stato chiesto ai tecnici di fare le loro rilevazioni, corredate da relazioni sull’impiantistica necessaria”. E il secondo aspetto. “Nell’ormai famosa delibera del 25 marzo la giunta Tambellini, le condizioni poste ai privati per andare avanti riguardano esclusivamente delle modifiche in merito al project dei parcheggi, ovvero al sistema di redistribuzione degli incassi e della gestione della sosta – sottolineano i consiglieri -. La delibera non contiene invece una sola parola di rigetto sulla proposta di un centro commerciale che si affaccia direttamente sulle Mura, nonostante che fosse stato consegnato al Comune oltre 20 giorni prima. Quindi, non solo il Comune conosce il progetto sulle funzioni che si vogliono dare agli immobili, ed ha affermato il contrario, ma lo avalla non avendo avuto nulla da obiettare al progetto protocollato da Coima il primo marzo. Pazzesco e incredibile”.
L’analisi complessiva “Con il massimo rispetto dei soggetti in campo per questa operazione Manifattura, oggi non possiamo che dire di essere sconvolti da quanto abbiamo scoperto. Che siamo rimasti di stucco a leggere le previsioni per il futuro del complesso - commentano i consiglieri comunali di opposizione -. Rispetto a quanto prospettato un anno fa, quindi, si riducono notevolmente gli appartamenti (circa 25 rispetto ai 90 ipotizzati inizialmente), ma al secondo piano della Manifattura ne resta uno fronte Mura udite udite di ben 317 metri quadrati, una reggia vera e propria che solo un emiro miliardario presumiamo possa permettersi, mentre nel progetto spunta anche un convitto studentesco per 20-25 posti complessivi con dei micro-appartamenti per una superficie complessiva di 620 metri quadri: che sembra proprio quello di cui ha bisogno l’università Campus, il cui arrivo è previsto invece nella parte Nord della Manifattura”.
L’aspetto politico “Il sindaco la scorsa settimana ha convocato un consiglio comunale straordinario (solo dopo avere appreso che l’opposizione aveva le firme e stava per proporlo) e nel corso della seduta ha ribadito più volte che non c’è nulla di deciso e non ci sono progetti per gli immobili interni – ricordano Santini, Di Vito, Barsanti e Bindocci -. Non è vero, come abbiamo dimostrato oggi con i documenti. E perché non ha illustrato il progetto, tenendone ancora una volta all’oscuro la città? E i partiti e le liste civiche di centrosinistra che sostengono la maggioranza, sanno dell’esistenza di un piano ben definito per la Manifattura, oppure no? O la giunta Tambellini non glielo ha presentato? O fanno finta di non conoscerlo?”. Concludono gli esponenti dell’opposizione: “Nell’ordine del giorno approvato da chi governa la città. Infatti, si invita testualmente l’amministrazione a lavorare per la Manifattura in modo da ‘allocarvi funzioni compatibili con il centro storico e secondo gli indirizzi formulati dall’amministrazione; a garantire il massimo coinvolgimento e partecipazione dell’intera città, richiedendo al futuro proprietario del complesso dei fabbricati un confronto per illustrare la progettualità dell’intervento relativamente alle porzioni di immobili per le quali è previsto il cambio di destinazione’. Insomma – terminano i consiglieri – il contrario di quanto sta accadendo e il contrario di quelle che sono le intenzioni, come dimostrato dagli atti che abbiamo divulgato, dei privati interessati al complesso. Ignoranza o malafede? Ognuno puo’ farsi la propria convinzione, la nostra ce l’abbiamo: siamo di fronte ad un grande inganno sulla pelle dei lucchesi”.