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Scritto da massimiliano bindocci
Economia e lavoro
12 Ottobre 2022

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Il segretario UIL Nord Toscana su Lucca ha voluto intervenire con un documento 'provocatorio' sulla importante iniziativa del Miac che si è inaugurata questa mattina al Polo tecnologico e che andrà avanti fino a dopodomani:
La grande iniziativa del MIAC dimostra che Lucca resta il centro del Polo cartario ed il luogo di elaborazione di idee strategico per il settore e fondamentale per il territorio. 
Come UIL abbiamo assistito all'inaugurazione ed all'interessante dibattito il cui tema conduttore era in breve che la situazione dell'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime crea uno sconvolgimento (NB non un tracollo) dei mercati, e la risposta sta negli investimenti per l'innovazione e nelle risposte strutturali dalla politica per ridurre i costi.
Concordare su questi argomenti è facile, anche se abbiamo forti dubbi che la  Regione Toscana sia in grado di definire una politica energetica in un momento di emergenza, dopo aver buttato al vento anni utili per l'incapacità di essere lungimiranti.
Ma quello che come UIL ci ha colpito è che non è emersa se non in modo marginale la necessità di attraversare questo momento valorizzando la risorsa umana, la professionalità.
Non si parla di formazione, non si parla di fare un patto sociale sul territorio dove si salvaguardino le persone, condividendo gli ammortizzatori e prevedendo le integrazioni salariali opportune alla cassa integrazione, dove si organizzino  percorsi formativi per non disperdere le professionalità, e si concordo sulla necessità di fare una maggiore redistribuzione. Nel cartario a Lucca lavorano migliaia di operai e impiegati. Si rischia la macelleria sociale. 
Altrimenti il personale pagherà la crisi due volte, nelle crisi aziendali e nelle bollette o nella spesa. Ricordiamo che la possibilità di erogare al personale buoni fino a 800€ al personale è stata colta da pochi gruppi. La ricetta anticrisi che ho sentito al MIAC deve essere integrata con un patto sociale che preveda formazione e redistribuzione. Altrimenti il rischio per qualche azienda rischia di diventare un problema sociale per molti lavoratori.
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