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Scritto da andrea cosimini
Cultura
18 Marzo 2022

Visite: 765

Il corpo senza vita di Chet Baker fu rinvenuto alle 3.10 del 13 maggio 1988 sul marciapiede di fronte al Prins Hendrik Hotel di Amsterdam.

Questo il fatto. Da qui in poi, solo congetture ed ipotesi. Come è morto Chet? Chi o cosa lo ha ucciso: la musica, l'amore, l'eroina? Mistero.

"Jazz noir", il film di Rolf van Eijk, tenta di ricostruire quel giorno maledetto attraverso gli occhi di un detective, Lucas, che, chiamato ad indagare sulla morte del celebre jazzista, si ritrova ben presto a dover fare i conti con i propri demoni.

Lucas finisce con l'immedesimarsi totalmente nella vittima: un carattere difficile, il suo, turbolento, passionale; alle spalle, una storia d'amore violenta, come quella tra Chet e Sarah; dentro, una solitudine esistenziale che lo rende suscettibile ai peggiori incubi.

Lucas è in cerca di un colpevole e di un movente, ma le sue sono visioni. I suoi tentativi, disperati. Non accetta l'idea del suicidio; non accetta l'idea che un uomo - per quanto grande - possa essere fragile. E allora fruga nella spazzatura della vita - sua e dell'artista -, per trovare la radice del male. E, quando finalmente la trova, quello che vede è... il suo riflesso.

È Lucas ad aver ucciso Lucas. È Chet ad aver ucciso Chet. Entrambi vittime del loro stesso carattere: l'uno sensibile, violento, impotente; l'altro un diavolo con le ali d'angelo. Il primo detective in carriera, il secondo trombettista e cantante blues, tra i più grandi di sempre.

Entrambi emotivi, deboli, insicuri. La loro forza risiede tutta nella dipendenza dalla donna-musa che adorano; una donna che, però, non vedono: così essenziale per la loro arte, eppure un niente al cospetto del loro narcisismo estremo.

Complimenti al Circolo del Cinema di Lucca per aver proposto in cartellone questa pellicola del 2018 (ma uscita in sala in Italia solo nel 2021) al Cinema Centrale. Un'associazione che conoscevamo solo sulla carta, ma che abbiamo potuto apprezzare all'opera, rimanendone piacevolmente colpiti.

Il cinema, a differenza del teatro, sta vivendo una fase inesorabile di declino. Ci vogliono, però, associazioni come questa per tenere viva la magia della sala, che nessun televisore e nessun monitor - per quanto moderni - potrà mai sostituire in termini di socialità.

Per chiudere, un pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche: "Se scruti a fondo l'abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te".

Lucas e Chet.

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