È rientrato a Lucca l’alpinista lucchese Riccardo Bergamini, reduce dalla storica scalata nella catena montuosa del Karakorum (Himalaya). Come noto, il 7 agosto scorso ha raggiunto e calpestato una montagna mai raggiunta da nessun uomo al mondo, una cima inviolata di circa 6400 metri. Un’avventura vera, iniziata dai 2500 metri della Valle di Kandy, una valle semi sconosciuta, dove regnano la cultura e le usanze locali senza alcuna influenza del nostro mondo occidentale.
Il 21 luglio scorso con una conferenza stampa alla presenza del Ministro dello Sport, Andrea Abodi e il Sindaco di Lucca, Mario Pardini, aveva annunciato questo ambizioso progetto. Salire una montagna inviolata, in un luogo e catena montuosa sconosciuta, con pochissime indicazioni e dettagli. Un territorio assente di informazioni anche su internet.
“Se tutto va bene darò il nome alla montagna, Cima Italia, per rispetto alla terra dove sono nato e cresciuto. Ovviamente con il consenso delle autorità locali.
E così è stato, missione compiuta. L’avventura è durata meno del previsto, pochi giorni, poco acclimatamento e la scalata effettuata direttamente senza campi intermedi. 5 giorni di campo base interi, 4kg persi, circa 4500 metri di dislivello di salita senza contare gli altri 1400 metri di dislivello di salita per raggiungere il punto di partenza.
“È stato problematico trovare la via di ascesa. Un su e giù fra crepacci e seracchi, il clima secco e il caldo giornaliero di questa estate pakistana hanno trasformato il ghiacciaio in un vero labirinto, con ghiaccio vivo, buchi enormi e seracchi da scalare. Sventolare il tricolore sulla sommità è stato emozionante e mi ha ripagato per tutti i sacrifici che mi impongo per realizzare queste imprese e ardue idee.
Ero molto teso prima della partenza dall’Italia e anche nei primi giorni di spedizione non possedevo la tranquillità necessaria. Il timore del fallimento mi perseguitava. Oggi il mondo giudica severamente (social in primis) senza condizione di causa e senza conoscenza. Una vergogna e una ingiustizia, ma è la realtà della nostra società virtuale.
Per sconfiggere le paure e concentrarmi, mi sono totalmente chiuso in me stesso, estraniato da tutto e offline per giorni.
La sera del 7 agosto, rientrato dalla cima alla “civiltà” mi sono sciolto, ho chiamato casa con il satellitare, una breve telefonata per dire che stavo bene e che tutto era andato per il verso giusto:…mi senti? Vetta, ho fatto la vetta, tutto bene, mi senti?…”
Chiudo con una riflessione.
La montagna è un luogo di espressione profonda: ci mette di fronte ai nostri limiti, alle nostre paure e ci spinge a superarli.
Ma non tutto è nelle nostre mani. Basta una pietra che si stacca sotto i nostri piedi, dalle nostre mani, una scarica improvvisa, un buco che si apre. Ovviamente l'esperienza aiuta, ma purtroppo a volte non basta e anche i migliori non ne sono indenni.
La montagna è anche uno specchio: riflette chi siamo nei momenti più duri. È la vita che mi sono scelto e devo ringraziare Iddio di avermi concesso i talenti e la volontà di viverla profondamente e di mettermi in gioco provando emozioni non comuni dalla maggior parte degli esseri umani.
E come tutti i sognatori, realizzata un’impresa tanto desiderata, sono già alla ricerca della prossima avventura, ma adesso è il tempo di godersi il traguardo raggiunto e partire per una bella vacanza insieme ai miei cari.
Gli sponsor che hanno supportato Riccardo Bergamini:
Lucar Toyota, Affida Italia, Officina Betti Marino Srl, Gelateria Eva, McDonald's Lucca e Capannori, Garage Daytona, Colle delle 100 Bottiglie, Autolavaggio Topspeed 2.0, I Gelati di Piero, La Tana della Lupa, CaffèdelleMura Eventi, T Caffè, Shaker, CampoBase Ferrino Shop, Cross Fitness La Maddalena, Topp Cup Partner
Riccardo Bergamini rientrato a Lucca dopo aver compiuto la storica impresa
Scritto da Redazione
Cronaca
22 Agosto 2025
Visite: 235