In provincia di Lucca i giovani sono sempre meno attratti dall’imprenditoria legata a comparti storicamente strategici come commercio, ricettività e ristorazione, in totale sintonia con il trend regionale che, grazie ad un recente studio di Confesercenti, ha certificato come in Toscana nel 2024 le imprese giovanili under 35 rappresentano solo il 10% del totale nei tre comparti presi in considerazione. Incrociando questo studio con i dati della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, emerge che a Lucca le imprese di giovani titolari di attività di abbigliamento sono solo il 6,2% dell’intero settore, percentuale che sale all’8,2% nel comparto strutture ricettive e ristorazione. In numeri assoluti a Lucca, sempre dall’analisi dell’ente camerale, nel 2024 sono attive 34 attività di abbigliamento under 35 con una flessione dell’8,1% rispetto al 2023, 337 quelle di ricettività e ristorazione con un segno meno del 5,3% sul dato dell’anno precedente. In controtendenza il comparto parrucchieri ed estetiste che nella provincia lucchese conta al 31 dicembre 2024 118 imprese, una in più rispetto al 2023, con incidenza dell’11,3% sull’intero comparto e quindi ben sopra il dato medio regionale. “Sulle imprese di commercio e turismo pesano una concorrenza sempre più aggressiva da parte dell’economia delle piattaforme web – spiega il presidente provinciale di Confesercenti, Francesco Domenici -, una domanda interna ancora debole, l’elevato carico fiscale e burocratico e le costanti difficoltà di accesso al credito. Ostacoli che colpiscono ovviamente tutte le attività, ma che diventano quasi insormontabili per quelle giovanili. Il risultato è un tessuto imprenditoriale sempre più anziano e assottigliato senza un ricambio generazionale che ha sempre contraddistinto le gestioni familiari delle nostre imprese: un paradosso per un Paese che un tempo era considerato la patria dell’impresa diffusa e delle ‘ditte’ individuali. Non a caso – prosegue Domenici - al calo di attività giovanili corrisponde un invecchiamento complessivo della popolazione imprenditoriale di commercio e turismo, con l’età media che in cinque anni è passata da 50 a poco più di 51 anni (51,3)”. Per la Confesercenti lucchese occorre quindi una immediata inversione di rotta. “Servono azioni concrete a sostegno dell’impresa indipendente e dei territori: meno fisco, più formazione e, soprattutto, più governo dello sviluppo. Oggi a dettare le regole è il web: si chiudono le città al traffico privato, ma si aprono le porte a un flusso incessante di corrieri che consegnano ormai un miliardo di pacchi l’anno. Le case vacanze spuntano come funghi, svuotando i centri storici di residenti. È una trasformazione rapida, accelerata dalla pandemia – conclude il presidente provinciale di Confesercenti -, che ha spinto commercio e turismo in una fase di evoluzione tumultuosa. In questo scenario i primi a scappare sono proprio i giovani”.