Anno XI 
Venerdì 22 Agosto 2025

Scritto da Redazione
Confcommercio
24 Luglio 2021

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Esprime autentica incredulità Confcommercio Imprese per l'Italia – Province di Lucca e Massa Carrara, nell'apprendere dal comune di Lucca la decisione della Soprintendenza di imporre una riapertura del canale Benassai lungo la pista ciclabile di San Concordio, per una lunghezza di 30 metri, per valorizzare il patrimonio architettonico che si trova nel sottosuolo.

"Una decisione a nostro avviso assurda – si legge in una nota di Confcommercio – e che chiediamo sin da ora con forza che venga ritirata da parte della Soprintendenza. Si tratta di una imposizione che, senza aggiungere nulla al valore architettonico e storico del quartiere, andrebbe a creare invece enormi disagi sotto altri punti di vista, in una zona che oggi presenta numerose criticità. E che certo non ha bisogno di aggiungerne altre".

"Realizzare una riapertura di 30 metri – prosegue la nota – significherebbe in primo luogo la scomparsa di numerosi stalli blu. Che visti i cronici problemi del quartiere per la sosta e l'accessibilità alle attività commerciali, rappresenterebbero una gravissima perdita. Significherebbe inoltre rendere più pericoloso l'attraversamento della pista ciclabile, con le bici costrette ad una pericolosa gimkana nel punto della scopertura. Significherebbe notevoli problemi in più per i mezzi in transito più ingombranti, che vedrebbero ridursi l'ampiezza della carreggiata a disposizione. E significherebbe infine problemi di natura igienico sanitaria, con il certo incremento di animali selvatici che vivono nei fossi come ad esempio i topi".

"Nessuno – prosegue la nota – è contrario a priori a operazione di valorizzazione architettonica e storica di un quartiere, a patto che esse siano inseriti in progetti mirati e di ampio respiro, che tengano conto di tutte le possibili ricadute. In questo caso invece siamo di fronte ad una imposizione incomprensibile, priva di qualsiasi tipo di pregio".

"Per questa ragione – termina Confcommercio – chiediamo alla Soprintendenza di rivedere la sua posizione, che avrebbe pessime ricadute sul tessuto commerciale del quartiere. In caso contrario saremo pronti a forme di forte protesta, perché non possiamo continuare a mettere n pericolo il mondo del lavoro per operazioni del genere, prive di ogni logica".

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