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Scritto da Aldo Grandi
Ce n'è anche per Cecco a cena
13 Giugno 2025

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Squilla il telefono. All'altro capo del, si fa per dire, filo sta Ilan Dabush, amico ebreo titolare del ristorante BaGhetto al Portico d'Ottavia, il quartiere dove, nell'ottobre 1943, i nazisti, aiutati dai vermi in camicia nera, sequestrarono e deportarono oltre mille persone colpevoli, soltanto, di essere ebree. Sua moglie e le figlie sono in Israele e, probabilmente, per quanto sta accadendo, non potranno rientrare entro breve tempo, ma Ilan è tranquillo, conosce la determinazione del suo popolo, sa quanto ha sofferto nei secoli e conosce un pensiero sul quale, all'indomani del secondo conflitto mondiale, ogni ebreo non arretra di un metro: se non sono gli ebrei a difendersi e a lottare per difendere la propria vita, nessuno, tantomeno gli ipocriti intellettuali di sinistra in Occidente, lo farà per loro. Quanto sta accadendo è Storia, quell'uomo è un genio. Il riferimento a Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, è evidente e noi la pensiamo come lui. Sin da quando le manifestazioni dell'opposizione minavano l'unità del paese quotidianamente attaccato dai terroristi di Hamas, abbiamo sostenuto che Israele, anche se paese democratico, non può permettersi di essere diviso a rischio di venire attaccato proprio per metterne in risalto le presunte contraddizioni. E così è stato. Il 7 ottobre 1300 persone sono state massacrate, bimbi 'cotti' al forno e donne stuprate e fatte a pezzi. Ecco, qui Israele ha sbagliato sotto il profilo della comunicazione. Avrebbe dovuto diffondere urbi et orbis il filmato di ciò che è accaduto pur nella sua orribile atrocità. Non lo ha fatto, forse, più per rispetto del proprio dolore. Ma chi non conosce il popolo ebraico non sa di che cosa è capace. Hamas, uccidendo indiscriminatamente donne e bambini, si è scavato la fossa. Se fosse accaduto in Occidente, in Italia ad esempio, i governanti se la sarebbero fatta sotto e avrebbero cercato di trattare, di giungere ad un accordo, incuranti dei morti e del modo in cui erano stati uccisi. Israele no. Israele non conosce la legge del perdono - beati loro - e ha fatto quello che Golda Meir ordinò di fare dopo il massacro degli atleti israeliani a Monaco 1972. Nessuna pietà per chi pietà non ha. Ecco, in Israele, finalmente e suo malgrado, è tornata di moda Golda Meir e quando un popolo sa che ne va della propria sopravvivenza, beh, non ce n'è per nessuno. 

Viviamo in un mondo che va alla rovescia non solo al contrario. Un mondo dove la destra difende gli ebrei quando, 80 anni fa, li mandava nei campi di sterminio e con la sinistra che li accusa di ogni nefandezza e, in Italia come in Europa e in Occidente, li assale e perseguita in nome di una Palestina libera dal fiume al mare che è come dire distruggiamo il popolo ebraico o deportiamolo su qualche isola deserta. L'Occidente non si rende conto che Israele sta combattendo una battaglia per tutto il mondo e per tutti i valori che siamo abituati a concepire: libertà, libertà di stampa, di riunione, di circolazione, di espressione, di impresa, sessuali e via dicendo. Non esiste un solo paese islamico e/o arabo dove siano concepite le libertà come siamo abituati a concepirle noi. Ciò nonostante la sinistra sta con l'Islam convinta che un giorno gli islamici voteranno per lei. Poveri idioti. Un giorno saremo costretti a fare cose che nemmeno immaginiamo oggi, soprattutto, perché non siamo più abituati a sentirci popolo e ad avere una nostra identità. Ecco perché se un 7 ottobre fosse accaduto in Italia o in Europa, saremmo tutti in fila indiana a pregare e a mostrarci martiri incapaci di combattere.

Israele, oggi, ha attaccato l'Iran, la testa del serpente, lo Stato assassino, dittatoriale, teocratico, islamico che uccide ogni oppositore, che ammazza le donne solo perché non indossano il velo o lo indossano in un modo sbagliato. Che, in particolare, ha come obiettivo la distruzione di Israele ed è evidente che l'Occidente ipocrita fa finta di niente pur sapendo che l'atomica era ormai pronta. Israele, però, non poteva fingere di non vedere tantomeno poteva accettare che un paese alle sue porte entrasse in possesso dell'arma nucleare. Da qui questa guerra. Ogni guerra è terribile, ma ci sono momenti in cui combatterla è inevitabile ed è l'unica maniera per restare vivi e garantire un futuro alle generazioni che verranno. Il presidente della Regione Eugenio Giani che solo a vederlo veniamo puntualmente colti dall'itterizia, è riuscito a far sì che anche la Toscana interromperà le relazioni istituzionali con Israele. E' una vergogna anzi, uno schifo. Giani non ci rappresenta così come non rappresenta la maggior parte di questo territorio che, al contrario, ama Israele e che, comunque, la preferisce all'immigrazione islamica selvaggia che la sinistra vuole imporci. Purtroppo quando un giornalista scrive ciò che è evidente, si becca una querela per diffamazione, per questo il lavoro di scribacchini è divenuto, ormai, buono solo per i servitori di ogni padrone. Noi confermiamo la stella di David che portiamo al collo e stiamo con Israele anche quando è viva e non, come ama fare la sinistra, solo quando è morta.

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