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   Anno XI 
Sabato 1 Novembre 2025
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Scritto da Valter Nieri
Amore e Vita
30 Ottobre 2025

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È stato professionista dal 1989 al 1996. Sette anni non sono tanti ma sufficienti per descrivere il barese Antonio Fanelli, oggi 59 anni, che fu artefice di una carriera dilettantistica folgorante e rara perché riuscì a vincere il titolo italiano su strada sia da juniores che al primo anno da dilettante, ma anche un tricolore su pista nel chilometro da fermo. Lo notò Ivano Fanini facendogli fare il grande salto nel 1989 con i colori della Fanini Polli Mobiexport dopo che nella stagione precedente lo vide vincere di classe la prestigiosa Coppa Fiera di Mercatale. A presentarglielo fu l' allora presidente dell' U.C. Pistoiese Loretto Petrucci ricordato soprattutto per le due vittorie alla Milano Sanremo. Fanelli era un ciclista che "faceva gruppo" ed era fondamentale per la coesione e lo spirito di squadra, capace di unire e motivare i giovani compagni. Un ciclista come pochi nei tempi d' oro del Team Fanini, che aveva la capacità di trascinare il giovane gruppo con la sua personalità e di ispirare gli altri, sia in corsa che fuori. Fin dalle categorie giovanili dimostrò un grande talento fisico e mentale tanto da imporsi complessivamente in circa 200 corse.
"Vincevo ovunque-ricorda l' ex ciclista-dimostravo una maturità sportiva fuori dal comune, avevo anche una buona capacità di recupero. Il mio anno migliore fu da juniores quando vinsi 12 corse fra le quali il titolo italiano. Andavo forte sia su strada che in pista ed iniziavo a sognare perché tutte queste vittorie alimentavano la mia autostima e il desiderio per raggiungere grandi traguardi. Quando poi nel 1989 Ivano Fanini mi contattò il mio entusiasmo salì alle stelle. Fanini era già molto considerato perché da diversi anni aveva squadre vincenti ed era il sogno di tanti giovani di allora essere contattati da lui. A quel punto ero spinto da una maggiore fiducia nelle mie capacità."
L'ESORDIO NEL PROFESSIONISMO CON LA FANINI POLLI MOBIEXPORT
L'esordio con il professionismo fu per Fanelli promettente. In un' era di tanti campioni giunse secondo nella Coppa Sabatini battuto sul traguardo di Peccioli soltanto dal campione del mondo Maurizio Fondriest che indossava la maglia iridata per averla conquistata la stagione precedente a Ronse in Belgio. Il podio fu completato dallo svizzero Jurg Bruggmann, ma il salto di categoria si fece pesantemente sentire.
"Era difficile vincere in un' epoca di tanti campioni-dice l' ex ciclista barese-a causa dell' alta competizione. Era poi già iniziata la globalizzazione del ciclismo che aveva coinvolto molti paesi. Era l' epoca di Gianni Bugno, Claudio Chiappucci, Franco Ballerini e dello stesso Fondriest: difficile vincere quando in corsa c' erano loro."
Dopo l' esordio dell'89 la carriera di Fanelli proseguì con Selle Italia, Z G Mobili, Jolly Componibili. Seguirono per lui altri piazzamenti su strada come il terzo posto al Giro dell' Appennino del 1990 dietro al vincitore Flavio Giupponi ed a Marco Lietti , il terzo posto al Giro di Romagna 1991 dietro al vincitore Franco Ballerini e a Bruno Cenghialta ed un secondo posto allo sprint in una tappa al Giro di Puglia sulla strada bagnata dalla pioggia battuto da Mario Cipollini in una fra le sue prime vittorie da professionista prima di spiccare il volo e diventare il più forte velocista della storia. Oltre alla strada si preparava per la pista dove otteneva viceversa diversi successi nella specialità del mezzofondo. In quest' ultima raccolse la medaglia di bronzo ai mondiali di Valencia, alle spalle del vincitore Peter Steiger ed al danese Jens Veggerby che si affidò a Ivano Fanini per essere lanciato nel professionismo nel 1984. Fanelli si distingueva per caratteristiche complete su strada ed una elevata potenza muscolare con cadenza elevata di pedalata per la pista.
LA SUA PRIMA ED UNICA VITTORIA SU STRADA CON IL TEAM FANINI
Nel 1994 l' atleta barese che vive a Lamporecchio da quando giovanissimo si trasferì con la famiglia, scelse di tornare a correre per Fanini nella squadra che nel frattempo aveva assunto il nome di Amore e Vita. 
"Con Ivano-prosegue il suo racconto Fanelli- ho sempre avuto una maggiore affinità, condividendone il carisma, per cui il mio ritorno a correre per la sua squadra creò in noi un legame ancora più forte di quando mi fece passare professionista."
Ai mondiali di mezzofondo a Palermo nel 1994 si presentò in ottima forma però cosa accadde?
" Alla presenza di patron Fanini, che invitai a raggiungermi perchè mi sentivo in ottima forma ed avevo la convinzione di poter vincere, a Palermo ebbi una sfortuna incredibile e meritavo di vincere quel mondiale. Dopo aver conquistato il tempo migliore nelle qualifiche, in gara il motociclista della nazionale ebbe un problema meccanico ed il suo sostituto suo sostituto un guasto alla moto appena sceso in pista e così i miei sogni naufragarono."
Alla Vuelta a Mendoza in Argentina la sua unica vittoria...
"Vinsi in solitaria dopo aver attaccato a qualche chilometro dal termine. Fanini meritava più vittorie da me però il lotto degli avversari ripeto era di grande qualità. Quel giorno in Argentina pensai che finalmente avevo dato una soddisfazione al mio patron dopo un periodo di incertezza e di prestazioni non proprio ottimali, sperando di aver recuperato la stima della squadra e della dirigenza. Fanini è stato il dirigente che mi ha dato più sicurezza."
ANTONIO FANELLI ANCHE ATTORE NEL FILM DEDICATO A FAUSTO COPPI
Nel 1996 Fanelli chiuse la carriera agonistica con la Selle Italia prima di iniziare quella di direttore sportivo nel ciclismo femminile allenando Michela Fanini di patron Brunello Fanini contribuendo a portare al successo nel titolo mondiale su strada di Plouay nel 2000 la bielorussa Zinaida Stahurskaja, prematuramente scomparsa nel 2009, allenando poi la Chirio dal 2002 al 2008 che nel 2005 disponeva anche della due volte campionessa del mondo Giorgia Bronzini.
Antonio Fanelli fu scelto anche come figura nella miniserie televisiva del film: "Il grande Fausto" diretta da Alberto Sironi per ricordare il grande Campionissimo. Una produzione del 1995 dove Ornella Muti interpretava la "Dama Bianca" e Sergio Castellitto Fausto Coppi.
Dopo una carriera dilettantistica esaltante e sette anni di professionismo si è dedicato a trasmettere ai giovani le sue esperienze, in particolare nel settore femminile. È stato loro un facilitatore di crescita dotato di umanità. Oggi fa l' autista e vive a Lamporecchio con la moglie Silvia commerciante di generi alimentari e suo figlio Mirko di 35 anni che collabora con la mamma nell' attività commerciale.
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